Presentato fuori concorso all'80esima edizione del Festival del Cinema di Venezia, Hollywoodgate è un documentario in grado di provocare profonda inquietudine facendo riflettere lo spettatore non solo sull'attuale situazione dell'Afghanistan, ma anche sulle responsabilità della politica occidentale. Il film arriva alla manifestazione esattamente all'anniversario della presa del potere da parte dei Talebani a seguito dell'abbandono del paese da parte dell'esercito americano.
Non una data a caso, quindi, scelta con molta probabilità per svegliare le coscienze, per rimarcare una linea temporale fatta di eventi tragici e preoccupanti. Il regista Ibrahim Nash'at, nel corso della sua carriera, ha seguito diversi leader politici, sia in Medio Oriente che in Europa e l'esperienza che qui è in grado di rendere è così terrificante e autentica che è difficile non rimanerne scossi. In questa nostra recensione terremo conto del duplice valore, storico e cinematografico di Hollywoodgate, un documento potente e allo stesso tempo inquietante, una finestra sull'orrore che difficilmente si dimentica.
Cronaca di un regime
Una sola camera, un solo punto di vista, quello del regista che segue per un intero anno il comandante delle forze aeree talebane. Un lavoro difficile che porta Ibrahim Nash'at ad avere uno sguardo estremamente ravvicinato su uno dei regimi più sanguinari del pianeta. Il 31 agosto 2021 le forze armate americane lasciano definitivamente l'Afghanistan, lo fanno in fretta, lasciandosi alle spalle una quantità enorme di materiale bellico, velivoli militari, armi e strutture. È stato semplice, quindi, per il gruppo estremista deporre il debole governo locale al fine di instaurare uno stato islamico basato sulla Sharia, un governo dove un manipolo di uomini al potere si ritrovano di nuovo a mettere ai margini della società le donne, estromesse da ogni ambito della vita sociale. A far paura, però, sono anche i mezzi che ora ha a disposizione la dittatura, mezzi che rendono possibile l'inasprimento di vecchi conflitti, armi in mano ad un governo folle che ora mira ad espandere il proprio dominio.
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Responsabilità
Non ci sono dubbi: oltre al valore puramente cinematografico questo documentario ha anche un'enorme valenza storica. Hollywoodgate costituisce una testimonianza inquietante dell'attuale situazione sociopolitica dell'Afghanistan, ma allo stesso tempo punta i riflettori su quell'occidente così miope, una parte di mondo che muove truppe per puro interesse ma che troppo poco si preoccupa delle conseguenze di azioni così eclatanti. Proprio per questo alla visione del film sorgono più domande che risposte: come sono ripartite le responsabilità? Quali scenari internazionali si aprono ora che il danno è stato fatto, ora che sappiamo che nessuna ferita è stata sanata ma che, anzi, ne sono state inferte di nuove? Questi e tanti altri quesiti vi tormenteranno durante e dopo una visione decisamente non semplice, spesso quasi dolorosa ma paurosamente autentica.
L'occhio del regista
Un regista può comunicare il proprio punto di vista scegliendo accuratamente le immagini da mostrare, sia in fase di registrazione che in quella di montaggio ma in questo caso le cose si sono svolte in maniera differente: a decidere cosa era possibile riprendere e cosa no era i talebani stessi che, con minacce nemmeno troppo velate, intimavano alla camera di spegnersi per non riprendere informazioni reputate sensibili. Questa selezione da parte del soggetto ripreso lascia fuori dall'inquadratura molte delle atrocità commesse ma comunica moltissimo degli intenti e delle modalità del gruppo terroristico ora al potere e l'obiettivo di offrire libera informazione emerge ancora più forte da uno sguardo che libero non è.
Quello che fa Hollywoodgate quindi è portare la parola inquietudine ad un altro livello: fa capire che non è possibile ignorare certe situazioni ritenendole lontane da noi, ci mette davanti non solo all'orrore di un paese in rovina ma a quello generato da terzi grazie ad una testimonianza coraggiosa e ferma. Ibrahim Nash'at assembla momenti salienti di girato con disarmante semplicità ed enorme potenza comunicativa in grado di dire molto più di ciò che mostra e in qualche modo dando voce anche a chi non ha potuto mostrare.
Conclusioni
Nel condensare in poche righe la nostra recensione di Hollywoodgate possiamo affermare che il documentario di Ibrahim Nash’at permette di guardare in faccia uno dei regimi più spaventosi del pianeta. I Talebani che prendono il potere dopo l'abbandono delle truppe americane, trovano le basi per la loro crescita bellica grazie alle attrezzature e ai mezzi lasciati indietro dall’occidente e nel mostrare questo il film apre un forte dibattito sulle responsabilità dell’occidente stesso nella presa di potere del gruppo terroristico. La pellicola assume così anche un grande valore storico oltre che cinematografico, che la rende una visione inquietante e autentica.
Perché ci piace
- L'indubbio valore storico del documentario.
- Lo sguardo diretto su un regime sanguinario.
- Il sapiente e comunicativo montaggio.
Cosa non va
- Potreste trovare un po’ di difficoltà nella visione se non conoscete nulla della storia dell’Afghanistan.