Ricevere la lettere per essere ammessi ad Hogwarts non ha prezzo. E chi lo scrive lo afferma con decisione anche se da tempo ha superato l'età per iniziare la scuola di magia e anche per essere considerato in pieno target per libri e film della saga. Ciononostante la sensazione è stata proprio quella alle primissime battute di Hogwarts Legacy, il nuovo videogioco di Avalanche Software e distribuito da Warner Bros Interactive di cui vi parleremo in questa nostra recensione, che ci catapulta senza esitazione e senza indugi nel mondo magico di Harry Potter, quel Wizarding World che su grande schermo ha fatto fatica a rilanciarsi con Animali fantastici dopo gli otto film originali e la fine del filone principale della storia.
E quindi rispondiamo subito alla domanda che sta a cuore a tutti, ancora prima di immergerci nella descrizione dell'approccio e della costruzione narrativa del nuovo titolo in arrivo dal 7 Febbraio (in edizione deluxe) e poi dal 10 (per quella standard) su Playstation, Xbox, PC e Switch (quella da noi provata è la versione per PS5): Hogwarts Legacy rende giustizia al mondo di Harry Potter? Sì, decisamente sì, perché riesce a rievocare la magia dei titoli originali della saga di J.K. Rowling che sembrava essersi smarrita. Una nota, però, prima di proseguire, visto che abbiamo citato l'autrice di Harry Potter: ci terremo a distanza dalle polemiche, le campagne d'odio, i boicottaggi e quel che ne consegue, perché non è la visione del mondo della scrittrice a essere oggetto della nostra valutazione, quanto la resa dei titoli che derivano dalle sue creazioni di fantasia, che ancora riescono ad appassionare milioni di lettori e spettatori (e ora, a giusta ragione, anche giocatori?) in tutto il mondo.
Un nuovo studente a Hogwarts
Il nostro personaggio nel gioco, che possiamo personalizzare nel nome e nel look per creare il nostro alter ego ideale tra i corridoi della scuola di magia, è ovviamente un nuovo studente di Hogwarts, ma ha una particolarità: non arriva lì dal primo anno, ma dal quinto, non arriva lì da bambino, ma da ragazzo più cresciuto che dovrà mettersi al passo con i compagni. Per fortuna ha potuto contare sulla preparazione fornitagli dal professor Fig, vero e proprio mentore, e la guida del Ministero della Magia, ma anche una dote particolare: la capacità, innata e per ora ingestibile, di percepire un'antica forma di magia. Un dono che ci coinvolge nella storia che fa da sfondo al nostro arrivo a Hogwarts, che riguarda una ribellione dei goblin guidati da Ranrok, in combutta con Victor Rockwood e i suoi maghi oscuri che, inutile dirlo, sono particolarmente interessati a quella antica forma di magia che noi siamo in grado di percepire.
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Imparare la magia
Essere un nuovo studente vuol dire soprattutto due cose: prima di tutto di trovarci per la prima volta faccia a faccia con la magnificenza di Hogwarts. E va detto che dal punto di vista scenografica il gioco fa più del suo dovere: Hogwarts Legacy fa quel che promette, ci porta nella scuola di magia e ci incanta con i suoi corridoi, le sue immense aule, la sua vita quotidiana e anche i suoi segreti. Il gioco ci guida in questo primo incontro facendoci partecipare a prime lezioni nelle diverse discipline, ma è soprattutto da soli che è bello vagare nell'imponente struttura, esplorare e perdersi, chiacchierare con gli altri studenti, aggiungere incarichi da fare per loro. Le prime lezioni hanno anche un primo utile scopo: imparare i primi incantesimi che ci saranno utili per muoverci e agire, oltre quelli base già in nostro possesso sin dall'inizio, da Accio a Leviosa, per aggiungere man mano nuovi strumenti magici al nostro repertorio.
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A spasso per il mondo di Harry Potter
Anche se siamo fan da sempre, dobbiamo imparare a conoscere il gioco e il mondo in cui si sviluppa. Ci aggiriamo rapiti tra l'aula comune della nostra casata e le ali dedicate alle diverse discipline, passando per i cortili e oltre, verso una prima visita guidata a Hogsmaede che non può che rapire il cuore: il paese abitato solo da maghi è una gioia per gli occhi di qualunque Potterhead e solo questi aspetti basterebbero a dare un senso a Hogwarts Legacy e renderlo il miglior titolo gioco del Wizarding World, perché sa tratteggiare con cura ogni aspetto del mondo immaginato dalla Rowling, con continuità e approfondimento rispetto a quanto già fatto per il grande schermo nei film della saga, aggiungendo un aspetto che al cinema non poteva esserci: l'interattività e l'immersività che ne deriva.
Ma il titolo di Avalanche va oltre e costruisce un impianto narrativo intrigante, che ci cattura nel suo intreccio e ci spinge a voler fare sempre una nuova missione, una nuova sfida, un nuovo incarico. Merito della modalità con cui è impostata l'evoluzione del nostro personaggio, semplice ma intuitiva e portata avanti attraverso il completamento di sfide successive, di traguardi che portano a voler fare sempre un passo in più e non mollare il pad. Il meccanismo è consolidato e non punta sull'originalità nell'approccio all'open world, ma non ne ha bisogno perché ha dalla sua il valore aggiunto dovuto al fatto che il mondo aperto è il Wizarding World di Harry Potter.
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(Open) Wizarding World: Hogwarts Legacy funziona?
Come una pozione magica ben realizzata, Hogwarts Legacy funziona grazie alla miscela dei suoi ingredienti, perché se è vero che il gioco è ricco e denso di attività ed eventi (parliamo una ventina di ore solo per la campagna principale, ma ne sono necessarie molte di più se volete portare a termine ogni sfida e incarico affidatoci dai personaggi non giocanti), è altrettanto vero che la costruzione ludica non è mai invadente, ma gestibile anche per videogiocatori non esperti. Ci si può godere l'atmosfera creata alla perfezione dal lavoro meticoloso fatti su ambienti, musica e approccio generale; ci si può lasciar catturare dal taglio dato al racconto, costruito con criterio per accoglierci gradualmente e poi accompagnarci nell'intreccio; o ci si può dedicare ad approfondire in misura maggiore tutto ciò che il gioco ha da offrire.
In quest'ultimo caso i gamer più smaliziati troveranno meccaniche di gioco già viste o ripetitive e un approccio alla componente ruolistica non particolarmente elaborato, che si limita a essere funzionale al tipo di lavoro sul personaggio richiesto dal gameplay (ma vi rimandiamo alla recensione dei cugini di Multiplayer.it per maggiori dettagli su questi aspetti). Un buon gioco, insomma, ben costruito in ogni suo aspetto pur non essendo rivoluzionario in nessuno di essi. Se non in uno: evocare e riprodurre il mondo magico della saga di Harry Potter, dimostrarsi capace di saper attingere con intelligenza e passione alla lore della saga di J.K. Rowling, riproducendola e sviluppandola meglio di quanto sia stato fatto in altri casi già noti al grande pubblico. Un piccolo miracolo... anzi, un incantesimo potente che ci dimostra quando la magia di questa franchise esista ancora.
Conclusioni
Come una pozione con ogni ingrediente al suo posto, Hogwarts Legacy ci ha convinti come gioco di per sé per la sua ricchezza e ampiezza, ma soprattutto per la capacità di immergere il giocatore nel mondo magico di Harry Potter sin dalle sue primissime battute. Per questo la nostra recensione non può che essere positiva, perché si tratta del miglior gioco dedicato al Wizarding World che farà la gioia di tutti i fan della saga. I giocatori più smaliziati lamenteranno una certa ripetitività in alcune meccaniche di gioco o una certa semplicità nella componente ruolistica, ma il tutto è funzionale al tipo di impianto di gioco immaginato da Avalanche per supportare quel che conta in un gioco del genere: racconto, atmosfera e resa della lore della saga. E questi aspetti funzionano alla perfezione!
Perché ci piace
- La costruzione del racconto, che permette di guardare al mondo di Hogwarts con occhi nuovi e ci guida nello sviluppo dell'intreccio.
- Tutto l'impianto audio-visivo del gioco, che attinge alla lore della saga della Rowling e la valorizza nello sviluppo delle scenografie e le location della mappa di gioco.
- I fan del WIzarding World faranno fatica a mollare il pad e smettere di giocare...
Cosa non va
- ... ma per i non appassionati alcune dinamiche della componente Open World potrebbe essere ripetitive.