Dopo la commedia grottesca e dissacrante Denti, Mitchell Lichtenstein conserva nella sua terza prova alla regia un punto di vista tutto al femminile: anziché una ragazza che scopre la sessualità in maniera traumatica, c'è una donna, Jayne, che trova sempre una via d'uscita onirica che le permette di evitare di affrontare le amare verità dell'esistenza. L'eroina in questione è la simpatica Parker Posey, che arriva a Berlino, dove Happy Tears compete per l'Orso d'oro, insieme al regista, al veterano Rip Torn e alla diva Demi Moore, che nel film interpreta una sorella saggia e pratica che le fa da perfetto contraltare.
Lichtenstein, come le è venuta l'idea alla base del soggetto di Happy Tears?
Mitchell Lichtenstein: E' nato tutto intorno al personaggio interpretato da Parker, quello di una donna che sfugge alla realtà grazie ai sogni e alllle fantasie, e al suo rapporto con le persone che la circondano. Ha una certa importanza anche il rapporto genitori-figli: ci sono due figlie adulte che vediamo relazionarsi, ognuna a modo suo, con il padre.
C'è anche qualcosa del suo rapporto con suo padre?
Mitchell Lichtenstein: Sì, si può vedere forse qualcosa di me nel personaggio di Jackson, il marito di Jayne. E' figlio di un noto artista, così come lo sono io (il nostro regista è infatti il figlio del grande Roy Lichtenstein, ndR). E vive con grandi conflitti il suo rapporto con il padre defunto, da cui non si è mai sentito approvato; e anche io, soprattutto quando ero più giovane, ho vissuto qualcosa del genere. Però il parallelo finisce qui, Jackson ha la responsabilità dell'opera paterna, io no.
Le protagoniste sono due sorelle che hanno caratteri completamente opposti, o sono complementari?Parker Posey: Io ho un fratello e tra noi c'è qualcosa del genere, abbiamo caratteri apparentemente opposti ma ho sempre pensato a noi come a due facce della stessa medaglia.
Demi Moore: Per me e Parker questa è stata davvero una grande opportunità, perché sul set abbiamo condiviso tutto, abbiamo vissuto davvero come sorelle e ne è nata anche una grande amicizia.
Cosa vi ha attratto in questo progetto?
Demi Moore: Avevo visto Denti e mi era piaciuto molto, quindi sono stata felice di avere l'opportunità di lavorare con Mitchell, e le altre persone coinvolte nel progetto. E poi mi è piaciuto molto lo script, così particolare e "laterale" rispetto a quello che viene considerato la norma.
Parker Posey: Nei film si tende troppo a semplificare, ci sono sempre i buoni da una parte e i cattivi dall'altra. Qui abbiamo avuto l'opportunità di esprimere cose che raramente vengono espresse al cinema.
Rip Torn, come si è immerso in questo personaggio?
Rip Torn: Mi hanno convinto dicendomi, perché per una volta non interpreti te stesso? E questo è il risultato!