Con questa recensione di Goldstone - Dove i mondi si scontrano, torniamo sul come mondo del cinema ha abituato gli spettatori ad avere a disposizione il prodotto cinematografico il prima possibile, soprattutto quando questo viene presentato a qualche festival importante. E, quando questo sistema si inceppa e non avviene quello che dovrebbe accadere, si rimane straniti. Questo è quello che è successo a Goldstone - Dove i mondi si scontrano, presentato a diversi festival internazionali nel 2016 come il Sidney Film Festival, il Toronto International Film Festival e il London Film Festival (solo per citarne alcuni) per poi avere un'effettiva distribuzione nelle sale americane solo nel marzo del 2018. Nel nostro paese, invece, il film diretto, sceneggiato e montato da Ivan Sen (che si è occupato anche della fotografia e delle musiche) arriverà il l'8 agosto 2019 e sarà distribuito grazie a Movies Inspired.
Goldstone: mondi che si scontrano dove la terra è più arida
Goldstone - Dove i mondi si scontrano di Ivan Sen vuole raccontare la storia del detective di origini aborigene Jay Swan, interpretato da Aaron Pedersen: egli viene inviato a Goldstone, una città mineraria che si trova in una delle zone più aride ed isolate del deserto australiano, per indagare sulla scomparsa di una ragazza asiatica del quale non si ha più traccia. Arrestato per ubriachezza dal giovane poliziotto Josh (Alex Russell), tra i due nasce tutt'altro che simpatia e il "soggiorno" del detective peggiora di giorno in giorno quando la sua stanza del motel dove alloggia viene presa di mira da una sparatoria e quando subisce delle velate minacce dalla sindaca Maureen (Jacki Weaver) e dal direttore della miniera Furnace Creek (David Wenham). Eppure qualcosa non quadra, il servizio di sicurezza è violento e il distretto nasconde qualcosa di molto più grande. Tra un passato di sofferenza e un presente pieno di insidie, Jay riuscirà a instaurare un rapporto civile con Josh, con il quale si allea per combattere la rete di criminalità e la corruzione locale che affligge Goldstone. Poco alla volta, aiutato anche da altri abitanti aborigeni, tra cui Jimmy (David Gulpill), il detective protagonista viene a conoscenza di una tratta di donne tenute prigioniere e costrette a prostituirsi.
Un thriller multiculturale
Sequel del film Mystery Road (e generatore, insieme al precedente, della serie Mystery Road, andata in onda nel 2018), realizzato tre anni prima, nel 2013, Goldstone - Dove i mondi si scontrano condivide molto poco con il suo predecessore, rimanendo un prodotto a sé stante e dallo sviluppo narrativo chiuso ed indipendente. Il film tende a soffermarsi e far emergere quel lato triste e oscuro dell'Australia, quelle pieghe storiche che hanno visto il popolo aborigeno messo da parte dall'uomo bianco, sicuro del proprio potere e del suo dominio. Dalle immagini d'epoca che ritraggono quel popolo originario schiavizzato e messo prepotentemente ai margini, si arriva ad un presente che continua a riflettere quel passato atroce, una terra se sembra ai confini del mondo, un'isola che sembra felice ma che vive con una ferita che non si rimargina, una ferita che corrisponde ad un travaglio dell'anima.
La schiavitù rimane, pur cambiando della forma e nella modalità, e, sebbene la polvere rimossa ha tutta la probabilità di ricadere, "almeno sarà più sottile". Tra campi lunghi e lunghissimi, atti a mostrare la solitudine e l'aridità dell'outback australiano, condizione che attanaglia le persone che credono e si ostinano a pensare di possedere un legittimo dominio su quella terra e sul popolo aborigeno, il film di Ivan Sen è un film indipendente che tiene testa ai prodotti di alto budget e che si basa sull'essenziale per raccontare, in fondo, la storia di un popolo rassegnato e lacerato dentro. Un film, suo malgrado, che forse rimane troppo legato al suo territorio e che, proprio per questo motivo, rischia di essere lontano dall'empatia e forse anche dalla reale comprensione degli eventi e di quel taglio intimistico di cui questo prodotto cinematografico si nutre.
Conclusioni
Arrivati al termine della recensione di Golstone – Dove i mondi si scontrano, diventa preminente constatare come questo film indipendente (prodotto da Bunya Productions e Dark Matter) sia riuscito a indagare l’anima di un popolo e del suo territorio e di restituire allo spettatore l’essenza di un passato che sembra non mollare mai il presente. Movies Inspired ha raccolto quella che sembra essere una sfida, ovvero distribuire al cinema una storia insolita, ridotta all’essenziale ma ricca di contenuto, sentimenti repressi e atmosfera thriller, ambientati in un luogo a noi molto lontano come l’Australia.
Perché ci piace
- Indaga l’anima di un popolo a noi lontano.
- La storia è essenziale e ricca di elementi, usando l’outback australiano per far emergere l’aridità del cuore umano.
- Si sofferma sulle pieghe storiche e sul lato oscuro di un territorio e di un popolo (quello aborigeno) che ha vissuto una moltitudine di atrocità dal parte dell’uomo bianco.
Cosa non va
- Molto legato al territorio rischia di non essere compreso nel suo taglio intimistico e nella sua anima.