Se Batman e Spider-Man parlano italiano: il Comicon di Bergamo apre con la firma di Giuseppe Camuncoli

L'importanza delle storie, la gavetta, Chewbecca e Christopher Nolan: abbiamo intervistato Giuseppe "Cammo" Camuncoli, protagonista del Comicon di Bergamo con una mostra che racconta i suoi (primi) vent'anni di fumetti.

Se Batman e Spider-Man parlano italiano: il Comicon di Bergamo apre con la firma di Giuseppe Camuncoli

La prima edizione del Comicon di Bergamo inizia da i due supereroi per eccellenza, Batman e Spider-Man (in rigoroso ordine alfabetico), portati in mostra nel padiglione A della Fiera. Una mostra personale che, appunto, si concentra sul lavoro del fumettista Giuseppe "Cammo" Camuncoli. L'autore, ospite del Comicon, è stato fra i primi italiani realizzare, nel 2002, una storia de l'Uomo Ragno, nonché è il più longevo disegnatore regolare della leggendaria serie The Amazing Spider-Man, dal 2011 al 2017. Come detto, dalla Marvel alla DC, fino ad Image Comics, firmando titoli di punta come Hellblazer, Batman: Europa, All-star Batman.

Inaugurazione Mostre

Proprio Cammo, come lo chiamano amichevolmente i suoi fan, ci spiega che il fumetto, in Italia, sta vivendo una vera e propria primavera. "Le cose sono cambiate. Le fumetterie sono sempre esistite, ma oggi vendono i 'Funko Pop!', del resto bisogna tenere in considerazione i gusti del pubblico. Nelle librerie c'era una sezione nascosta, con Milo Manara e Tex. All'epoca non c'era tanta competenza, ma c'è stata una rivoluzione, anche trascinata da Zerocalcare, fin da prima di Netflix. Ma anche i manga hanno acquisito spazio come fenomeno stabile. Bao, Feltrinelli, Cocoino Press, tanti player che hanno lavorato bene. Questo dimostra stato lo salute e la diversificazione dell'offerta. Di riflesso anche gli autori italiani hanno più spunti, ed è importante".

Da Tex a Swamp Thing

Giuseppe Camuncoli, otre Spider-Man e Batman, ha lavorato su Dylan Dog e Tex, e poi ne Gli scorpioni del deserto di Hugo Pratt, disegnando poi graphic novel come Il vangelo del coyote di Gianluca Morozzi e La neve se ne frega di Luciano Ligabue. Ma qual è stato il primo disegno del fumettista? "Non me lo ricordo! Ma se devo andare a scommettere era un robot Go Nagai. Il primo fumetto che ho letto è stato Tex. Prima di Topolino. Ma la folgorazione sono stati i cartoon giapponesi. Spegnevo la televisione, e mi mettevo a disegnare la prima cosa che ricordavo...".

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Una passione divenuta lavoro: "La passione l'ho sempre avuta. E quando ho fatto il primo lavoro per l'America, con la Vertigo, ho capito potesse essere una professione. Non tanto per l'assegno, ma per il nome su questo albo. Era 'Swamp Thing'. Mi sono messo alla prova con una realtà produttiva importante, nonostante fosse un albo singolo. Con l'autoproduzione ci mettevo tre mesi a fare un numero, sono sempre stato veloce, e per la prima volta ho garantito la produttività mensile".

La storia come punto di riferimento

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Tra l'altro, Swamp Thing è stata adattata per la serialità da Prime Video (ma interrotta ancora prima della uscita), e questo ci spinge a chiedere a Camuncoli una sua idea sugli adattamenti cinematografici o seriali dei fumetti. "Dipende da prodotto a prodotto", risponde. "Anche per una questione di budget. Sono sempre contento quanto fanno degli adattamenti, perché magari si guadagnano lettori. Alcuni adattamenti sono fedeli, altri meno fedeli. Tuttavia cerco di godermeli come prodotto a sé stante. Alcune volte mi sono anche ricreduto: Tom Holland non lo vedevo bene come Peter Parker, e invece è stato eccezionale. La caratura di un attore non è solo la faccia... e poi c'è 'Watchmen', che è una serie geniale. I personaggi nuovi, la colonna sonora di Atticus Ross e Trent Reznor. La serie ha una grande finale, ma sarebbe bello proseguisse". In fondo, come spiega, l'importante è sempre la storia che si vuole raccontare: "Ci sono storie che si possono continuare a raccontare, anche se sono create da altri. Penso a Long John Silver. Perché privarsi di storie belle? Va giudicato il racconto per quello che è".

La Champions League dei fumetti

Il viaggio di Giuseppe Camuncoli si è poi rafforzato negli ultimi anni: ha disegnato la miniserie The Other History of the DC Universe, scritta dal premio Oscar John Ridley, e insieme agli autori Scott Snyder e Charles Soule ha co-creato la distopica Undiscovered Country per Image Comics, che gli è valsa una nomination ai Premi Eisner 2020. A proposito, il fumettista ricorda così i primi approcci con Batman e Spider-Man: "Con Batman, furono due numeri all'inizio. Durante l'evento 'War Crimes' ero a lavoro su altro, 'The Intimates', che però stava per chiudere. Mi chiamò la DC, e Jim Lee, co-disegnatore di 'The Intimates', mi disse di accettare. L'occasione era troppo importante. La chiamata in Champions fa tremare le gambe, ma ci sono arrivato gradualmente".

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Camuncoli, anche direttore artistico (e docente) alla Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia, spiega poi quanto l'esperienza sia fondamentale."La gavetta è importante. Spider-Man è arrivato per la prima volta nel 2002, ma non era una storia su cui si puntavano i riflettori. Poi nel 2011 è stato più strutturato. Era davvero Spider-Man... mi sono messo in gioco cercando sempre di dare il massimo. Con questi personaggi c'è una pressione importante, sono i personaggi più rappresentativi di Marvel e DC". Due studi differenti, due personaggi che hanno qualcosa in comune: "Hanno in comune il concetto di sacrificio: uno è il giorno, e l'altro la notte, ma hanno una tragedia alle spalle. E poi hanno un grande cast di comprimari, di cattivi. Un cast ricco e sfaccettato". Cammo, non ha dubbi su quale Batman cinematografico sia il migliore: "Christian Bale. Per i film di Tim Burton non ho mai avuto troppo trasporto da ragazzino. Per me il Batman era Frank Miller. E il Batman di Christopher Nolan è più moderno, scuro, strutturato".

Una Galassia Lontana Lontana

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Gli universi a fumetti di Cammo, poi, arrivano a toccare addirittura la Galassia Lontana Lontana di Star Wars. Un mondo sconfinato, amato dal fumettista fin da bambino. "Devo dire che il Mandaloriano è pazzesco, soprattutto nella prima stagione. Ma il mio preferito è Chewbecca. Strambo, particolare, con quei versi incredibili. Star Wars è stata una casualità nel mio percorso, una folgorazione. Mi è stato proposto dopo sei anni di Spider-Man. È stato un cambio di passo, fresco e salutare. La serie era su Darth Vader, amo i personaggi oscuri, cattivi. E poi c'era Palpatine. È divertente disegnarlo. È stato entusiasmante capire la sceneggiatura, come rende più compatto e presente l'universo. Prima di lavorarci, avevo visto solo i film, ma da fan ho poi guardato The Bad Batch, che è una serie molto adulta. E ho recuperato Clone Wars, e poi Rebels. Un universo in continua espansione. Confido una cosa: la trilogia prequel mi deluse, le mancava tutto ciò che avevo amato dei primi film. Ciononostante, guardando Clone Wars, mi è tornata voglia di rivederla". Nessun dubbio su quale ordine vedere o rivedere la saga di Star Wars: "Dipende dall'età, ma un bambino dovrebbe partire dall'episodio 4...".