Non sente per niente "gli anni che ha", come direbbe la buona Corinna Negri. Mostra una grinta senza fine Giorgio Vanni, che insieme a Cristina D'Avena rappresenta il cantante di sigle dei cartoni animati per antonomasia. La mostra prima, durante e dopo il concerto che ha aperto Cartoons on the Bay 2023, e durante la nostra intervista. Ma qual è il segreto? "Non sono gli anni, ma sono i cartoni" verrebbe da dire parafrasando il buon Indiana Jones, ma in realtà sono anche i chilometri, come ci racconta Vanni, che il giorno dopo doveva volare a Catania per poi passare a Belluno e Mantova in pochi giorni. La vera forza la trova nei fan che lo seguono assiduamente, sui social, dove è molto attivo, come ai concerti. Di questo, del suo percorso musicale, delle sue sigle del cuore (che sono diventate anche tatuaggi) e dei suoi gusti nella cultura pop abbiamo parlato nella nostra intervista.
I fan sono la benzina
So che hai un rapporto molto stretto con i fan e lo hai dimostrato anche a Pescara durante il concerto che ha aperto il Cartoons on the Bay. Qual è l'aspetto che ti entusiasma di più dei concerti e di questi eventi? Cos'è che ti dà la carica tra un concerto e l'altro e un viaggio e l'altro?
Il mio stupefacente naturale sono i fan. È veramente un qualcosa che ti rende dipendente perché hai voglia sempre di ritrovare questo affetto e questa energia che a sua volta ti dà la carica. Io lo dico sempre, sono molto grato alla mia ciurma, a tutti i miei amici perché oramai li considero tali, figli e nipoti che abbiamo cresciuto con le nostre sigle, io, l'Ammiraglio Max Longhi e Alessandra Valeri Manera. Come diceva David Bowie, devi salire sul palco prima di tutto per te stesso. Mi diverto con la musica che ho composto e prodotto insieme a loro, e poi è pazzesco vedere quanto si infervora ed eccita tutto il pubblico. Io mi dimentico spesso alcune parole o frasi delle canzoni che abbiamo scritto, perché sono tante, ma il labiale degli spettatori diventa una sorta di monitor, di gobbo pronto ad aiutarmi sotto palco. L'aspetto più incredibile è vedere bambini di 7-8 anni che conoscono un sacco di sigle a memoria perché sono stati cresciuti e influenzati dai genitori. Questo aspetto intra-generazionale è bellissimo. Mi gratifica così tanto che non sento più la stanchezza.
Leiji Matsumoto: oltre il mito di Capitan Harlock
Sigle e tatuaggi
Tu sei la voce delle sigle che ci hanno cresciuto, ma qual è quella ha cresciuto te invece?
Anche mio padre era un grandissimo fruitore di cartoni animati, però prima dell'avvento degli anime, per cui la Disney, Hanna-Barbera, i Looney Toones fanno parte del mio bagaglio emotivo. Io sono un super nerd per quanto riguarda la fantascienza, ho iniziato ad apprezzare moltissimo i robottoni, quindi Goldrake, Jeeg Robot, Mazinga, ma su tutti io ho sempre voluto essere Capitan Harlock. Guardo ancora adesso i cartoni animati, spesso con mio figlio, che ha 18 anni. Un'abitudine che non morirà mai insomma.
Che effetto fa ai tuoi figli avere un padre che è una voce conosciuta a livello nazionale per le sigle dei cartoni?
Entrambi i miei figli (ne ho anche una di 33 che fa la regista e vive in Messico) sono entusiasti del lavoro che faccio. L'arte del resto è in famiglia, ma hanno preso dalla madre (ride), mio figlio scrive e rappa in una maniera pazzesca che quando io ero diciottenne mi potevo solamente sognare. Però ammetto che qualche anno fa quando ancora doveva formare il proprio gruppo di amici mio figlio mi diceva (e lo capisco) "Ti dispiace se a scuola dico che fai il geometra e ti chiami Mario Vanni ?"(ride), altrimenti veniva assaltato perché volevano conoscere me e non lui. A quel punto non mi restava che dirgli, con tutto il rispetto per i geometri ovviamente "Digli almeno che sono architetto" (ride). Tra poco però uscirà un featuring importante con un rapper famoso, Vegas Jones, e mio figlio è orgoglioso che molti rapper come lui e Lazza siano fan del mio lavoro e questa è ovviamente una soddisfazione per me.
Data la tua lunghissima carriera, c'è una sigla, un cartone o un personaggio a cui sei legato particolarmente e perché?
Le sigle a cui sono più legato in realtà sono diventate tatuaggi. Ho Pikachu (e quindi i Pokémon), il mio personaggio preferito degli anime Zoro (e quindi One Piece), poi ovviamente il Drago delle Sette Sfere (e quindi Dragon Ball). Ho Superman che è la prima sigla che abbiamo fatto nel 1998. Ho Keroro. C'è una tigre che rappresenta l'Uomo Tigre - anche se quella sigla non l'abbiamo fatta noi ma il grandissimo Riccardo Zara, però abbiamo potuto riarrangiarla insieme a Max. Il prossimo tattoo? I tre Maledetti Scarafaggi, perché rappresentano il mio amore sconfinato per il reggae e lo ska. Del resto "Ogni scarrafone è bello a mamma soja" (ride). Devo dire però che c'è un altro personaggio dei fumetti e cartoon a cui sono terribilmente affezionato ed è Diabolik, la cui sigla è la preferita in assoluto di Max Longhi. Quella sigla tra l'altro nasce da un giro di basso che mi venne in mente mentre stavo provando dei pantaloni in camerino e lo chiamai subito per dirglielo.
C'è invece una sigla che non hai cantato e che ti sarebbe tanto piaciuto interpretare? La tua sigla preferita tra quelle di Cristina D'Avena?
Per Cristina ne abbiamo fatte una cinquantina quindi direi Capitan Harlock, visto il mio affetto per il personaggio. Se dovessi scegliere una sua forse sarebbe Piccoli problemi di cuore, che però ho avuto modo di riarrangiare con Franco Fasano.
Cristina D'Avena a Comicon 2023: "Amo tutta la musica e mi piace conoscerne di nuova"
Fuori dalle sigle
Volevo parlare un attimo di YouTube e i video creati per i giochi dei Pokémon, e dell'album The Gold Session. Anche la tua musica extra sigle (Vanni scherza che non esiste, ndr) parla degli anni '90 e 2000 sia a livello di testi che di suggestioni musicali e di un certo periodo nostalgia in cui sembriamo vivere oggi. Cosa ne pensi a riguardo? È stata una scelta voluta fin dall'inizio oppure i testi si sono sviluppati così in progress?
Molti dicono che ora non c'è più nulla di nuovo e interessante da trovare anche a livello musicale, come la trap o il rap italiano, ma io non sono d'accordo, basta cercare, così come non è vero che tutta la musica pop di un tempo è fantastica e meravigliosa. Non bisogna mai generalizzare. Una volta c'era l'avvento di tante idee e generi, è normale che ora siamo derivativi, io e Max stessi non abbiamo inventato nulla se vogliamo, eccezion fatta forse per la cassa-in-4 come arrangiamento, dato che ho fatto tanta dance. The Gold Session non è stata un'operazione propriamente nostalgica ma un'idea dei fan in realtà, vedendo dei video di me con la chitarra. Max mi disse: "C'è la pandemia, siamo tutti costretti a casa, perché non registriamo le sigle rifatte in acustico che magari potrebbero diventare un disco? e così è nato il progetto. Al momento sono 12 brani su CD, 10 su vinile, tutte versioni alternative e acustiche per le quali abbiamo potuto sfogare la nostra creatività. Come ad esempio _Oltre i cieli dell'avventure in acustica con Marcello Salcuni alla chitarra e l'Ammiraglio Max alla tastiera, che avete sentito al concerto e che ci è stata ispirata da A Sky Full of Stars dei Coldplay. Oppure Yu-gi-oh! in versione bossa nova, dato che me l'avevano chiesto a suo tempo dei ragazzi dal Brasile e dal Portogallo. O ancora L'uomo tigre in versione reggae, un'anima musicale che non è solo quella pop dance insomma. Poi non posso non citare il nostro collaboratore Daniele Cuccione che ha prodotto e riarrangiato I cavalieri dello zodiaco in modo magistrale.
Giorgio Vanni spettatore
Dicevi che guardi ancora oggi i cartoni. C'è n'è uno che ti ha colpito di recente?
Ho visto finalmente in modo completo Death Note che mi ha colpito molto e ne abbiamo fatto una canzone che trovate su YouTube. Gli anime secondo me sono appassionanti ma a volte un po' lenti come ritmo, come il proverbiale campo da calcio di Holly e Benji. Tra le mie sigle più recenti invece scelgo sicuramente My Hero Academia.
Che tipo di spettatore sei extra-cartoni, che rapporto hai con lo streaming?
Mangio film e serie a manetta (ride), sono un tipo da binge watching. Amo un po' tutti i generi, ma prediligo la fantascienza. Di recente mi ha colpito Picard, ma sono un fan di tutto il franchise di Star Trek così come quello di Star Wars. Mi ha un po' deluso Stranger Things, perché partiva da una premessa molto suggestiva che non mostrava troppo per poi tirare fuori il mostro sul finale, che è un po' come il ragno in IT, su di me non ha l'effetto che vorrebbero, mi fa quasi ridere. Storicamente sono molto affezionato alla saga di Alien. Ma apprezzo anche opere autoriali come ad esempio Sorrentino e La grande bellezza (e Toni Servillo). Pensa che c'è addirittura una diatriba tutt'ora in corso con Max e Daniele, a cui il film non è piaciuto e dicono che io lo apprezzo solo per darmi un tono (ride). Tanto che quando ci fermano i fan a volte approfittiamo per domandare loro se gli è piaciuto il film così da poter "prendere punti" a vicenda. Mi piace molto anche il cinema di Ozpetek, apprezzo meno quello di Muccino italiano invece mi hanno coinvolto molto Sette anime e Alla ricerca della felicità, quando ha lavorato negli Usa. Non mi piacciono le storie d'amore e di tradimenti, ecco perché adoro la fantascienza o il cinema visionario come quello di Sorrentino.
Black Panther vs Black Adam: Wakanda vs Kahndaq, similitudini e differenze
Il sogno rimasto nel cassetto
Le sigle e gli anime parlano spesso di realizzare i propri sogni. Un sogno nel cassetto che non hai ancora realizzato ed è lì che ti aspetta?
Io amo la musica black ed è quella che ascolto per rilassarmi, una passione che deve avermi trasmesso mio padre perché anche lui la amava molto, insieme al jazz e al reggae. Il mio sogno nel cassetto è fare qualcosa di totalmente black - il contrario di Michael Jackson, scherza Vanni, o almeno rinascere giamaicano in un'altra vita - anche perché sono estremamente affascinato anche dalla loro cultura e dalle loro tradizioni. In parte l'ho già realizzato se vogliamo perché sono stato l'unico cantante bianco in una band, i Tomato, ad esibirmi in un locale di musica black frequentato soprattutto da neri e una volta mi sono esibito insieme a Richie Havens, un momento surreale. Cerco anche di contaminare la mia musica dove posso con queste influenze, come ad esempio lo ska e il reggae di cui parlavamo prima. Infatti il mio supereroe del Marvel Cinematic Universe preferito è Black Panther, sono rimasto devastato dalla morte di Chadwick Boseman ma ho apprezzato il lavoro fatto dalle protagoniste femminili nel secondo film. Non posso che dire Wakanda Forever!