Una delle cose che più ricordiamo dell'ultima Mostra del Cinema di Venezia, è il premio a Francesco Gheghi, e il suo discorso sul palco della Sala Grande. Sentito, appassionato, forte nella sua delicatezza. Lo ricordiamo per il discorso in sé e per quello che rappresenta, come riconoscimento ed evidenza di una carriera solida e in ascesa, che in Familia ha trovato la sua giusta cassa di risonanza a cui fa eco anche il premio ricevuto a Sorrento, alle Giornate Professionali di Cinema, inserito tra i migliori giovani interpreti del 2024. Non è poco, e infatti lo percepiamo come primi passi di un percorso che promette di essere rilevante. Ce lo conferma anche il prossimo passo di questo cammino, già visto alla Festa del Cinema di Roma: Mani Nude, tratto dal potente romanzo di Paola Barbato, dove Gheghi è intenso protagonista.
Francesco Gheghi: un lavoro che emoziona e colpisce il pubblico
Ha la capacità di instillare emozioni nel pubblico Francesco Gheghi. E il pubblico, quando è così, risponde. "Ho sentito tante testimonianze" ci ha detto parlando del riscontro della gente, "tante persone hanno scelto di condividere il loro dolore con me. È una cosa che ogni volta è tosta, ma di cui sono fiero e porto con me ogni singola parola, ogni singolo racconto di qualsiasi persona." Un lato emotivo del lavoro a cui fa eco quella professionale, di cui è ovviamente contento: "è comunque collegata all'emozione, ma sono contento che le persone abbiano riconosciuto un lavoro molto invasivo che ho cercato di rappresentare. Il film è tosto, è una storia dura, il mio è un personaggio difficile e volevo restituire rispetto al dolore di Gigi Celeste. Ma non vuole essere solo la sua storia, è la storia di tanti Gigi là fuori, e sono molto felice di rappresentarli."
Dar voce a qualcosa di importante
Non è un caso la scelta di questo ruolo, rientra in un percorso ben preciso che Gheghi sta compiendo. "Cerco sempre di fare dei film dopo posso dare la mia voce, prestare la mia voce a qualcosa di importante, a qualcosa che va oltre me, oltre il lavoro, oltre tante piccole cose che diamo per scontato per questioni lavorative. Cerco sempre di andare oltre, o almeno ci provo. Poi tante volte ci riusciamo e altre no." E fin qui Francesco Gheghi ci sta riuscendo e rientra in quest'ottica anche il protagonista di Mani Nude, che porta su schermo un altro tipo di dolore, di sofferenza.
"Cerco sempre cose stimolanti, cose che vanno al di fuori di me, e cerco sempre di fare un ruolo dopo posso esprimermi cambiando. Quindi per esempio in Piove che è un horror avevo i capelli lunghi, neri; in Roma Bues che è una commedia ero biondo con le lentiggini; subito dopo ho fatto Romeo e Giulietta, poi Mani Nude, dove ho questi capelli ossigenati e racconto la violenta, un percorso di redenzione, ma anche un rapporto padre figlio. Perché poi la famiglia c'entra sempre. E ovviamente Familia, dove faccio questo ragazzo di estrema destra, rasato, con una muscolatura molto nervosa. Cerco sempre di puntare al cambiamento. Credo molto nel déjà vu, nella reincarnazione, sento che delle storie attingono di più alla mia persona rispetto ad altre. Ho delle sensazioni, delle percezioni, dei sogni che faccio che mi ricordano anche vite passate. Lo so, è una cosa molto criptica."
Mani nude e l'ennesima trasformazione
Una carriera impostata sul cambiamento, sull'adattarsi ai ruoli per render loro giustizia, e il prossimo passo è Mani nude, in cui interpreta un ragazzo rapito e costretto a combattere per tenersi in vita, in scontri all'ultimo sangue. Un film doloroso, tratto da un romanzo straordinario nella sua sofferta potenza. L'aveva letto prima delle riprese? "Ti spiego. Pesato 57 kg. Quando è arrivato la possibilità di candidarmi al ruolo, ho letto il libro in tre giorni e sono arrivato come una testa fluttuante: dalla testa in su ero Davide Bergamaschi, dal corpo in giù no. Avendo letto il libro sapevo che c'era bisogno di un lavoro di trasformazione fisica, quindi ho cercato di acchiappare il ruolo con la testa, poi una volta preso, e ho avuto la fortuna di avere una produzione e un regista che hanno creduto in me, siamo riusciti a ottenere con la nutrizionista e il preparatore atletico 10kg di massa muscolare. Quindi al primo ciak pesavo 67 kg."
Ne restiamo colpiti per la passione e dedizione con cui Gheghi ce lo racconta e abbiamo solo la forza di commentare che si tratta di un lavoro di trasformazione un po' all'americana. "Sì, puoi dire che sono il Christian Bale italiano" ci dice sorridendo, e gli rispondiamo che sarebbe stato il titolo del nostro articolo. Detto fatto.