Festa del Cinema di Roma: i primi 20 anni di un evento capitale

L'esordio di James McAvoy alla regia, quello di Ludovica Rampoldi, l'omaggio a Libero De Rienzo e Hamnet di Chloé Zhao: la festa romana si avvicina sempre più allo spirito indie del Sundance, costruendo un programma ricercato e, ancora una volta, pop.

Festa del Cinema di Roma

"Sono passati vent'anni, e allora non posso che ringraziare tutto lo staff della Festa del Cinema di Roma. Lo anticipo subito: quest'anno ci saranno 38 paesi diversi per 150 film. Forse, siamo riusciti a far diventare questo evento la casa degli autori indipendenti. Con una novità: dal 2027 la Festa torna anche nella Sala Santa Cecilia". Salvo Anastasi, presidente Fondazione Cinema per Roma, apre così l'evento capitolino cinematografico per eccellenza, rimarcando immediatamente i due premi alla carriera fin ora annunciati, ossia Jafar Panahi e Lord David Puttnam, promettendo però "prossime sorprese". Ancora, Anastasi dichiara che "ci sarà un coinvolgimento pieno della città, da Castel Sant'Angelo al Cinema Aquila fino al Policlinico Gemelli. Aumentiamo luoghi, aumentiamo l'offerta, abbracciamo un pubblico sempre più ampio".

Festa del Cinema di Roma 2025: lo sguardo sul programma

1 Bsda Adrianogiannini Pilarfogliati Fotoandreapirrello Plus
Breve Storia d'Amore di Ludovica Rampoldi

"Il programma della Festa del Cinema di Roma comprende, innanzitutto, diciotto titoli in concorso, di cui quattro italiani", spiega Paola Malanga, direttrice artistica. E allora citiamo subito 40 Secondi di Vincenzo Alfieri, che ripercorre il drammatico omicidio di Willy Monteiro, e Gli occhi degli altri di Andrea De Sica, che rielabora un fatto di cronaca degli anni Settanta. In concorso anche Quentin Dupieux con L'accident de piano, Good Boy di Jan Komasa con il premio Emmy Stephen Graham (lo vederemo al cinema nel 2026). Occhio poi all'opera prima di Shih-Ching Tsou, ossia Left-Handed Girl, candidato all'Oscar per Taiwan; e poi occhio a Our Hero, Balthazar di Oscar Boyson, altro interessante esordio. In concorso ci sarà anche di Re-Creation di Jim Sherinda, in coppia con David Merriman, e il canadese The Things You Kill di Alireza Khatami.

Ma non solo, dalla sezione Grand Public segniamo in rosso Breve Storia d'Amore di Ludovica Rampoldi, per la prima volta dietro la macchina da presa dirigendo Pilar Fogliati Andrea Carpenzano e Adriano Giannini. Altro debutto importante quello di James McAvoy che porta alla Festa del Cinema di Roma California Schemin', ispirato alla storia vera di due ragazzi scozzesi con il sogno di diventare rapper. Sempre di Scozia parliamo con Glenrothan di Brian Cox.

Cinema italiano, cinema internazionale: da Hamnet di Chloé Zhao e Cinque secondi di Paolo Virzì

"C'è una novità importante, un premio trasversale che andrà al miglior documentario", prosegue Paola Malanga. Tra i candidati Whispers in the Woods di Vincent Munier, Cuba & Alaska di Yegor Troyanovsky, I am curious Johnny di Julien Temple, Kenny Dalglish di Asif Kapadia, l'omaggio a Libero De Rienzo con Libero Sempre comunque mai di Alessio Maria Federici e I fratelli Segreto di Federico Ferrone e Michele Manzolini. Nel programma della Festa del Cinema di Roma non può mancare la musica: tra i titoli, il film concerto di Lucio Corsi, La Chitarra Nella Roccia - Lucio Corsi dal vivo all'Abbazia di San Galgano.

Hamnet 5
Hamnet di Chloé Zhao

Se "la Festa è una Festa", come la definisce la Malanga, nella altre sezioni ci film trasversali dallo spirito pop, senza rinunciare alla quota italiana: Cinque Secondi di Paolo Virzì; Io sono Rosa Ricci dall'universo di Mare Fuori; Per Te di Alessandro Aronadio; Anna di Monica Guerritore; Elena del Ghetto con Micaela Ramazzotti. Sguardo internazionale con Hamnet di Chloé Zhao; Eddington di Ari Aster; The Toxic Avenger di Macon Blair. Il filo rosso, secondo Paola Malanga, sarà naturalmente "Roma, senza scordare Napoli. Due città in dialogo". Ma attenzione, "La Festa non sarà una bolla. Dentro al programma entra il mondo che viviamo".

E non dimentichiamo, in fine, la serialità: Sandokan, poi Mrs Playmen di Netflix; La preside di Daniele Luchetti e Varia Santella con Luisa Ranieri; Guerrieri con Alessandro Gassmann e l'immancabile chiusura con Carlo Verdone per il capitolo finale di Vita da Carlo. Tra le straniere la spagnola Anatomia di un istante e Tupa 13 di Temu Nikki.