E' arrivata alla conclusione questa undicesima edizione del Far East Film Festival. E' arrivata alla conclusione con la prevedibile assegnazione del premio del pubblico (che è andato a Departures, già insignito dell'Oscar per il miglior film straniero) e con una delle anteprime più attese: parliamo ovviamente di Yattaman, ultima opera dell'ultraprolifico Takashi Miike ispirata alla nota serie animata degli anni '70.
La giornata era inziata comunque nel segno di Hong Kong, con il ritorno di un nome famoso come Herman Yau: con True Women For Sale, il regista cantonese mette in scena il mondo della prostituzione di Hong Kong con uno sguardo partecipe e divertito, di tanto in tanto tendente al sentimentalismo ma sostanzialmente sincero e convincente. Non altrettanto convincente si è rivelato il secondo film della giornata, il giapponese Climber's High: il film di Masato Harada, thriller giapponese ad ambientazione giornalistica, soffre di una regia priva di verve e di una lunghezza eccessiva, difetti che finiscono per renderlo inopinatamente noioso.Non va molto meglio con la prima proiezione pomeridiana, quella di The Accidental Gangster: film in costume a metà tra il wuxia e la commedia, non riesce ad amalgamare in modo convincente i due generi, soffrendo inoltre di un uso del digitale spesso gratuito e poco funzionale alla narrazione. Il livello si risolleva, e di molto, con la commedia tailandese Best In Time: il film di Yongyoot Thongkongthun (di cui abbiamo già visto, nell'Horror Day, un segmento del film a episodi 4BIA) si segnala per il modo lieve e intelligente con cui affronta temi importanti e delicati, come la solitudine, l'amore e la malattia. Gli spettatori in coda già al termine dell'ultimo film del pomeriggio, due ore prima dell'inizio della fascia serale, danno una misura della "febbre" crescente per uno dei titoli più attesi dell'intera manifestazione: alle 20, infatti, una sala stracolma (ma che, grazie all'intelligente gestione da parte degli organizzatori e a una successiva replica, ha potuto ospitare pressoché tutti gli spettatori interessati) ha salutato il produttore della Nikkatsu Yoshinori Shiba che, simpaticissimo (chiamando anche il pubblico a un divertente "coro da stadio"), ha annunciato l'attesissima proiezione di Yattaman. Il film di Miike non ha deluso le aspettative, con un caleidoscopio sfacciatamente pop e assolutamente fedele all'anime originale, in cui il regista ha inserito in modo naturale il suo umorismo irriverente e anarchico, offrendo persino ai suoi fan una citazione di un suo film precedente, il ben più cupo Gozu.
La "special screening" delle 22 ha mostrato al pubblico del Far East il thriller cinese del 2006 Trouble Makers, a suo tempo duramente osteggiato dalle autorità cinesi per i suoi temi scottanti (la corruzione all'interno del Partito Comunista): il film di Cao Baoping non è disprezzabile nonostante una regia leggermente anonima, ma ha pagato la collocazione immediatamente successiva a un film di tutt'altro segno come quello di Miike.
A mezzanotte Sabrina Baracetti ha potuto così annunciare i vincitori di questa undicesima edizione del Far East Film Festival: mentre il premio "Mymovies", assegnato dai visitatori del sito cinematografico italiano, è andato al road-movie nipponico One Million Yen Girl, tanto il premio Black Dragon (che ha visto votare i possessori dello speciale accredito) che il tradizionale Audience Award hanno visto prevalere il toccante Departures, che si è rivelato così il (prevedibile) trionfatore di questa edizione di questa edizione del festival friulano.
Il "podio" del pubblico ha visto piazzarsi al secondo posto, un po' a sorpresa, la divertente commedia coreana Scandal Makers, mentre la terza posizione è andata a The Rainbow Troops, toccante racconto cinematografico indonesiano con un gruppo di bambini protagonisti. Di segno diverso, a indicare probabilmente un gusto leggermente più "settoriale" da parte degli spettatori di vecchia data del Far East, il podio assegnato dagli accreditati Black Dragon, che ha visto al secondo posto l'inquietante horror a episodi 4BIA e al terzo l'adrenalinico action di Hong Kong Connected.A chiudere il festival, mentre al Teatro Nuovo veniva replicato Yattaman per gli spettatori che non erano riusciti a vederlo nella proiezione precedente, l'intero staff del CEC e il grosso del pubblico si spostavano nel poco distante Teatro San Giorgio, dove la band giapponese Yura Yura Teikoku salutava definitivamente il Far East nel segno del rock psichedelico di qualità.