Cina e Hong Kong sembrano segnare la strada maestra di questa dodicesima edizione del Far East Film Festival, che si affida a due esemplari produzioni di questi paesi per inaugurare in pompa magna la manifestazione, rispettivamente la commedia rosa Sophie's Revenge e lo slasher in anteprima mondiale Dream Home.
A dire il vero, Hong Kong è stata protagonista anche della giornata di ieri, quasi un "aperitivo" dal sapore orientale prima di gustare il piatto forte del festival vero e proprio. Un aperitivo decisamente rinforzato, visto che a essere protagonista è stato Johnnie To, uno dei massimi esponenti del cinema contemporaneo di Hong Kong e vero e proprio nume tutelare della kermesse udinese, dato che To è stato l'ospite d'onore della storica edizione numero Zero del festival. Il raffinato autore hongkonghese, ma ormai a tutti gli effetti udinese d'adozione, ha tenuto a battesimo l'anteprima italiana del suo ultimo film, Vendicami, presentato allo scorso festival di Cannes e in uscita finalmente nelle nostre sale grazie a Fandango. Si tratta di un sofisticato esercizio di stile in cui To e i suoi fedeli sodali della compagnia Milkyway rileggono nostalgicamente il polar francese d'ascendenza melvilliana attraverso un vengeance movie che ha per protagonista il carismatico Johnny Hallyday.
Si entra oggi invece nel vivo della manifestazione con la "notte gialla", come è stata scherzosamente battezzata la nottata inaugurale del festival, che vedrà i negozi del centro storico udinese aperti fino a tardi e protagonisti di iniziative tese a promuovere la cultura asiatica più folkloristica, dall'arte alla gastronomia, passando per la danza e le arti marziali. Si segnala anche un inedito cosplay contest, che riprende la moda nata presso i giovani giapponesi, di travestirsi come i personaggi della cultura pop tratti da manga, anime, film, e videogames.
Ma, nonostante una ricca varietà di eventi e iniziative collaterali, il vero cuore pulsante del Far East Film Festival è ovviamente rappresentato dai film in cartellone. Con Sophie's Revenge della regista sino-americana Eva Jin, la commedia cinese si dimostra ormai in grado di rivaleggiare a tutti gli effetti con i concorrenti di Giappone, Corea del Sud, ma anche di Hollywood. Il film, successo strepitoso in patria, è una danarosa coproduzione che punta su alcuni indiscutibili punti di forza commerciali: dalla presenza delle dive Fan Bingbing e Zhang Zhiyi (che dimostra di cavarsela piuttosto bene nel suo primo ruolo da commedia), a una confezione visiva molto sofisticata, stilizzata e ricca di effetti speciali. Strizzando l'occhio a luccicanti opere favolistiche come Il favoloso mondo di Amélie e Memories of Matsuko, il film è una tipica commedia sentimentale dal canovaccio più che risaputo, il cui punto forte consiste nella rappresentazione visuale della fervida immaginazione della protagonista, un'autrice di fumetti che utilizza il suo estro grafico per descrivere la propria condizione sentimentale.
Si respira decisamente aria di Hong Kong invece in Dream Home di Pang Ho-cheung, un'opera che ha provocato non poche agitazioni tra il pubblico udinese per via della sua crudezza. L'esperimento di Pang è una mescolanza di generi e influenze difficilmente definibile: in parte efferato e sanguigno slasher movie, che omaggia in più punti il capolavoro Love Massacre di Patrick Tam, ma anche una condanna spietatamente lucida nera sul consumismo hongkonghese che prende di mira il mercato immobiliare e che tende a trasformare anche le persone in meri oggetti. L'incessante escalation degli omicidi di cui si macchia la protagonista è sostenuto da un ritmo inarrestabile e forsennato, cui contribuisce anche l'incalzare della colonna sonora elettronica di Gabriele Roberto, compositore italiano attivo in Asia, ospite d'onore della serata insieme a Pang Ho-cheung.