Fantascienza tridimensionale
E' difficile rimanere insensibili al fascino dell'avventura. Specialmente se la nostra vita reale ci sembra banale, ordinaria, decisamente deludente. E specialmente se la letteratura, dove spesso ci rifugiamo per eclissare momentaneamente la quotidianità che mal sopportiamo, ci offre così tanti esempi di esistenze che varrebbero la pena di essere vissute ben più della nostra. E' questa la situazione in cui versa Sean, inquieto adolescente che, tra un tuffo e l'altro nelle piscine dei vicini in sella alla sua moto, non è ancora riuscito a trovare un modo per venire a patti con la sua nuova situazione familiare, comprensiva di un patrigno difficile da ignorare (soprattutto a causa della mole, che è quella ben nota di Dwayne Johnson).
Ma sarà proprio Hank a risultargli indispensabile nella risoluzione di quel mistero destinato a rivelarsi soltanto l'inizio della tanto agognata avventura che Sean aspettava da una vita. Il ragazzo ha infatti captato un segnale radio in codice, che Hank si dimostra essere in grado di decifrare grazie alla propria militanza nei Marines: convinto che il messaggio provenga dal nonno paterno, scomparso da parecchi anni, Sean tanto dirà e farà da partire, patrigno al seguito, alla volta di una sperduta, o forse persino inesistente, isola nell'Oceano Pacifico. Ottenuto un passaggio da Gabato, pilota di elicotteri dall'indubbia verve umoristica ma dalla ben meno certa professionalità, e dalla sua bella figlia Kailani, i quattro scopriranno che non solo giungere a destinazione non è così semplice, ma che ancor meno scontato è il ritorno a casa. Se non altro l'isola misteriosa esiste, ed è anche il luogo in cui risulta domiciliato Alexander, nonno di Sean: non fosse che sta per sprofondare nel bel mezzo dell'oceano, sarebbe davvero il posto ideale per ripercorrere le imprese narrate da Verne, Stevenson e Swift nei loro immortali romanzi. Si, perché Brad Peyton, qui alla sua seconda prova come regista dopo Cani & gatti: La vendetta di Kitty Galore 3D, non si è fatto mancare proprio nulla: tra elefanti miniaturizzati, insetti assortiti di gargantuesche dimensioni, antiche città scomparse e manufatti leggendari, c'è di che soddisfare largamente gli appetiti dei più appassionati fruitori di letteratura fantascientifica. Lontano dall'essere realizzato in maniera tecnicamente ineccepibile dal punto di vista dell'animazione e del realismo di modelli poligonali e texture, Viaggio nell'isola misteriosa sa però sfruttare la tecnologia stereoscopica a proprio vantaggio, aumentando il dinamismo e il grado di coinvolgimento di parecchie sequenze grazie a un uso intelligente delle potenzialità dell'ambiente immaginifico in cui si svolge l'azione. Questo, insieme all'ironia con la quale sono vivacizzati molti dei dialoghi, demandata per lo più a un piccato botta e risposta tra Hank e Alexander (un Michael Caine che, pur con i limiti imposti dal proprio ruolo, riesce comunque a far sfoggio della propria presenza scenica), è l'aspetto maggiormente riuscito della pellicola, che per il resto si muove su binari sin troppo prevedibili. L'azione c'è, il ritmo è serrato e, sebbene sia comprensibile la volontà degli autori di non far sospirare troppo al pubblico imprese rocambolesche e acrobazie varie, un pizzico di suspence in più, così come qualche momento per tirare il fiato, avrebbero regalato alla narrazione una maggiore profondità.
Nonostante non si distingua per originalità, e nonostante il rammarico per non aver voluto trarre qualcosa di più dal proprio cast (oltre al già citato Caine, anche Luis Guzmàn poteva offrire qualcosa di meglio rispetto a una semplice macchietta), Viaggio nell'isola misteriosa non lascerà comunque insoddisfatto chi è alla ricerca di un po' di intrattenimento senza pretese, accompagnato da una certa dose di comicità.
Movieplayer.it
2.0/5