Camicia verde, jeans e sneaker. Quando Emile Hirsch entra nel Cinema Troisi di Roma, catalizza immediatamente l'attenzione. Qualche stretta di mano, i saluti, qualche foto, una Coca-Cola ghiacciata e, subito dopo, un breve tour di interviste con la stampa. L'attore, infatti, è arrivato nella Capitale per accompagnare la proiezione di Into the Wild di Sean Penn, uno dei film di punta del programma de Il Cinema in Piazza, evento organizzato dalla Fondazione Cinema America, che da quasi dieci anni anima le notti estive di Roma, tra proiezioni e retrospettive. Tra gli ospiti di luglio 2023, Brady Corbet con Vox Lux, Sam Rockwell con Moon e Kenneth Lonergan con Manchester by the Sea. Come saprete, Into the Wild, proiettato al Parco della Cervelletta alla presenza di Hirsch e di Alessandro Borghi, racconta la storia vera di Christopher McCandless che, dopo la laurea, abbandonò la sua vita per un viaggio di due anni culminato tragicamente in Alaska.
Un film a dir poco epocale, diventato immediatamente un cult. Una potenza narrativa che Emile Hirsch spiega a Movieplayer: "Into the Wild ha avuto grande successo perché non conta solo come film, ma come idea. Perché è un'idea che sta dentro di noi. Un impulso per l'avventura. Vivere la vita secondo le proprie regole. Il film attinge a questa aspirazione. Direi che questo è l'ingrediente primario del film. Ci accomuna. Pochi film hanno trattato questo aspetto in modo così specifico". Tra gli elementi più celebri del film, e della storia vera di McCandless, c'è il famigerato Magic Bus, dove il ragazzo è stato ritrovato senza vita. Il mezzo, diventato un mausoleo, è stato da poco spostato dal Parco nazionale di Denali per motivi di sicurezza. "Quando lo hanno spostato ho avuto sensazioni diverse", spiega l'attore, "il Magic Bus era lì da sempre, ma purtroppo sono morte delle persone che cercano di arrivare fin lì. Dunque, l'idea di spostare l'autobus era interessante, perché poteva essere posizionato in un posto dove tutti lo potessero visitare".
Bertolucci, Sergio Leone e... Jack Sparrow
Durante la nostra intervista, Emile Hirsch, dal tono placido e ragionato, spiega poi il forte legame che ha con il cinema italiano. "Il mio autore preferito? Bernardo Bertolucci. Ha diretto Ultimo tango a Parigi, con Marlon Brando, che è uno dei miei attori preferiti. Incontrai Bertolucci a Los Angeles qualche anno fa, per il casting di The Dreamers. Volevo essere in quel film, ma ero troppo giovane. E poi mi piace Sergio Leone. Sono cresciuto guardando i suoi film, i suoi Spaghetti Western. Quando ho girato Venuto al mondo, Sergio Castellitto mi prendeva in giro perché citava dei registi famosissimi, e rideva con Penelope Cruz perché non li conoscevo!", sorride Hirsch.
Se Into the Wild è un cult, tra le sue migliori interpretazioni c'è però Peel - Famiglia cercasi, un piccolo film del 2019. "Mi piace fare film più piccoli, low budget. Perché posso prendermi dei rischi maggiori, lontani dal CDA di una grande major. Penso a Johnny Depp con I Pirati dei Caraibi. Ha lottato per svolgere quel ruolo, come poi lo ha effettivamente interpretato. C'è tanta burocrazia a Hollywood. Non si preoccupano del personaggio ma dei soldi e del botteghino. Invece Johnny era interessato solo a Jack Sparrow. E quando recito in film indipendenti sono me stesso. Sono molto più libero".
"L'unico giorno facile? Era ieri"
Quella di Emile Hirsch è una lunga carriera. È stato diretto da Ang Lee, William Friedkin, Oliver Stone, Quentin Tarantino. Tuttavia, una parentesi importante è quella musicale, in quanto l'attore ha iniziato un progetto solista chiamato Hirsch. "Ho girato un film, All Nighter (titolo italiano, Suocero scatenato, nda.), con J.K. Simmons, in cui interpretavo un musicista blue grass. Un mio amico ha ascoltato una delle cover che ho interpretato, e mi ha suggerito di iniziare questo percorso. Abbiamo registrato un intero album per questa finta band che era nel film. Poi, ho conosciuto un ex giornalista, il direttore di Premiere Francia, che voleva essere diventare un musicista. Ci siamo visti diverse volte, e abbiamo buttato giù dei pezzi new wave, anni Ottanta. Non avevo una grande conoscenza, ma quando ho iniziato mi sono divertito".
"INXS, i Depeche Mode, Beck, i Daft Punk, Nine Inch Nails, Nirvana, i Beatles, David Bowie... sono stati di forte influenza. E queste influenze si sono unite in trentatré canzoni e due album. E un altro album lo stiamo per ultimare. Passiamo molte ore insieme, lo stiamo registrando. Non abbiamo fatto un dollaro, mai fatto un live ma... gli album sono stati ben accolti dalla critica, finendo in playlist importanti! La considero un'esperienza artistica". Del resto, c'è un consiglio che Emile Hirsch tiene sempre ben presente, portandolo con sé ovunque: "Mi viene in mente uno slogan, impresso su un adesivo che ho attaccato sulla porta di casa. E dice: "L'unico giorno facile era ieri". Ecco, mi piace questa idea. Non si deve mollare, perché bisogna prepararsi per ogni cosa che può accadere".