Sembrerà una frase banale e contraddittoria da dire ora che ci ha lasciati Elisabetta II, morta l'8 settembre 2022 all'età di 96 anni e dopo 70 anni di regno, ma non possiamo che augurare "Lunga vita alla Regina" alla memoria della monarca che più ha segnato l'iconografia e l'assetto culturale dell'ultimo secolo. 70 anni di regno, il più longevo per una monarca donna, il secondo più lungo per un sovrano dopo il Re Sole Luigi XIV di Francia e anche quello più lungo nella storia d'Inghilterra: quest'anno infatti il 6 febbraio 2022 è ricorso il suo Giubileo di Platino, anniversario dell'Accession Day a partire dalla Regina Vittoria, a cui non aveva potuto in parte presenziare con le prime avvisaglie che, nonostante tutto, quei 95 anni si facessero sentire.
London Bridge Is Down
8 settembre 2022. La BBC blocca il palinsesto, cambia i colori dal rosso al nero, così come sono in nero tutti i giornalisti. Ci si chiede sempre più a gran voce se sia in atto l'operazione "London Bridge Is Down", il protocollo che si attiva in caso di morte della regina. Con Carlo, William e Kate, Harry e Megan tutti accorsi al capezzale della nonna/madre/suocera, la preoccupazione si fa via via più plausibile e sentita. Poi la conferma ufficiale da Buckingham Palace in serata attraverso i propri canali ufficiali, anche social. Una data che sicuramente entrerà nella Storia con la S maiuscola. Per ricordarci quanto piacciano i numeri a noi giornalisti, ma quanto bisogna anche saper andare oltre. La potremmo chiamare "la Regina dei Record" per il suo lungo Regno, per la sua carica ufficiale - Regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri reami del Commonwealth, che comprende ben 17 Stati, la Chiesa d'Inghilterra e le Forze Armate. Ha visto passare durante il proprio tempo sul Trono d'Inghilterra ben 15 Primi Ministri britannici, da Winston Churchill a Liz Truss, e 14 Presidenti americani, tutti quelli del secondo dopoguerra in pratica. È diventata regina a soli 25 anni per arrivare a 70 di regno. Un regno che in quasi un secolo ha visto tanti cambiamenti, come la decolonizzazione in Africa. Ora il Regno Unito attraverserà altri 10 giorni di lutto, come da protocollo, per poter piangere la Regina dei Record.
Una notte con la regina: se Elisabetta II diventa una principessa delle favole
Iconografia reale
La figura di Elisabetta II, così granitica nelle proprie convinzioni e in un'aristocrazia che forse non va più di moda, ma allo stesso tempo così vicina al popolo e senza tempo, è stato oggetto di un'iconografia come pochi altri. Non parliamo solamente di piatti, servizi da tè e quant'altro potesse vedere la sua faccia stampata, dipinta o ricamata sopra, ma anche e soprattutto su quella cinematografica e televisiva. Che se già aveva visto degli illustri precedenti con Helen Mirren in The Queen, Emma Thompson in Playhouse Presents, e altre incursioni più o meno evidenti, è con la serie di Netflix The Crown che ha davvero attecchito anche su chi non era molto interessato alla storia reale inglese oppure non la conosceva abbastanza per appassionarsene. Cercando di essere il più possibile neutro, Peter Morgan ha voluto raccontare la Corona e di come tutti debbano sottostarle, compresa la Regina, come ha dimostrato nei suoi 70 anni di regno. Un ruolo difficilissimo da interpretare prima per Claire Foy, poi per Olivia Colman (ogni due stagioni il cast cambia per volere del creatore per non rendere l'invecchiamento posticcio) e infine da Imelda Staunton (che ancora dobbiamo vedere, la quinta e penultima stagione arriverà a novembre sulla piattaforma). Non bastava un'interprete per rendere la complessità e le sfaccettatura della figura di Elizabeth (un altro record).
Un ruolo ancora più difficile da interpretare nella vita reale per Elisabetta II, sottostando a tutti i codici, le regole e l'etichetta reale, e soprattutto anteponendo sempre il Bene della Corona a quello di tutti, in primis al proprio. Lei non avrebbe voluto diventare regina, tantomeno così giovane ma ha sommessamente accettato il proprio ruolo e le responsabilità e le rinunce che questo comportava. Un simbolo di sacrificio e accettazione per un dovere più grande, che per molti potrà risultare sbagliato o anacronistico ma che ha fatto la Storia. Non come la sorella Margherita, che avrebbe voluto regnare e invece ha dovuto sottostare alla sorella. Non come il figlio Carlo, Principe del Galles - ora divenuto Re in linea di successione - che fin da quando è nato è dovuto vivere in un limbo impossibile: non poter seguire i propri interessi, sogni e aspirazioni (e nemmeno il proprio cuore, pensiamo a Diana e Camilla e a tutto il dolore e la tragedia che ciò ha comportato) e allo stesso tempo non poter desiderare la morte della madre, per poter sedere sul trono.
The Crown 4, la recensione: quando la Corona viene scossa da nuovi eventi e personaggi
Modernità
Lilibet, com'era dolcemente chiamata da Filippo e dai propri cari, è stata la Regina che più ha avuto a che fare con la modernità, avendo oltrepassato quasi un secolo, salendo sul Trono in un'epoca pre-social e con un interesse sempre più spasmodico da parte dei giornalisti e del popolo verso quell'ultima roccaforte di aristocrazia ancora in piedi. Il suo matrimonio con il principe Filippo Mountbatten, poi Duca di Edimburgo, è stato trasmesso per la prima volta nella storia reale in mondovisione, registrando un record (ancora una volta) di ascolti. Ancora questi numeri che piacciono tanto alla gente. Un evento che ha fatto diventare pubblico il privato, uno degli elementi spinosi della Corona e uno dei problemi degli ultimi anni, soprattutto con le coppie di Carlo e Diana e di Harry e Megan. Da Filippo - che ci ha lasciati un anno fa, nell'aprile 2021, e ora lei lo ha raggiunto - ha avuto oltre a Carlo anche la Principessa Anna, il Duca di York Andrea, e il conte di Wessex Edoardo. Filippo l'ha fatta tribolare ma sono state anche una delle più solide coppie dell'ultimo secolo.
Elizabeth, la recensione: un documentario sui generis per raccontare la Regina Elisabetta II
Sognando Lilibet
Cosa comporterà la morte di Elisabetta II per una serie attuale come The Crown, pur essendo un period drama? Teoricamente nulla, perché sono già state scritte entrambe le stagioni e dovrebbero coprire gli anni di Regno solo fino ad un certo punto nella sua vecchiaia, ma chissà che questa non diventi una nuova opportunità per Peter Morgan per provare a raccontare con onestà intellettuale gli ultimi anni di Regno e di vita di Elisabetta II. Anche se, effettivamente, la serie è sempre stata sulla Corona, come da titolo, e su cosa questa comporti per i membri della famiglia reale, per i politici e per il popolo. Così tanto che anche la produzione ha annunciato di essersi temporaneamente fermata in rispetto del lutto e del protocollo "London Bridge Is Down". In primis per Lilibet stessa. A noi cosa rimane di Elisabetta II? Il ricordo, lontano o vicino che sia. Il fatto che ci è sembrato di far parte di una famiglia lontanissima da noi, per classe sociale, economica, per distanza geografica e "di base", mantenuta dalla Corona. Eppure ci sembra di conoscerla da sempre, coi suoi cappellini, la spilla messa sempre nello stesso punto, la mano tenuta al coniuge Filippo che ha fatto parte di quasi tutta la sua vita. Proprio come il Regno. Proprio come noi tutti. Proprio come la Corona.
E allora Lunga vita alla Regina, anche dopo la morte.