50 anni di vita e sentirli tutti. Colpevolmente. L'annunciata edizione celebrativa di Domenica In si è presto trasformata in un imprevisto de profundis, al termine di una lunga estate di veleni, spifferi, annunciati addii mai diventati realtà, new entry presto naufragate e contestate novità. Mara Venier, arrivata alla sua 17esima edizione, l'ottava consecutiva, ha pagato lo scotto di un'autolesionistica ingordigia, posticipando un definitivo saluto che si era fatto doveroso, per non dire necessario, andando a tirare una corda che si è inevitabilmente spezzata.
L'incubo co-conduzione
Perché la 50esima edizione di Domenica In è subito affondata, partendo da quel casting relativo alla co-conduzione che già in passato aveva collezionati scalpi eccellenti. Mara Venier è da sempre accentratice, unica sovrana indiscussa e solitamente restia ad accordare spazi in sue trasmissioni, che la vedono unica mattatrice, ma ripetere un'altra stagione di sole interviste ai soliti noti non era gestibile, tanto dall'aprire le porte a nuove voci.

Archiviato Gabriele Corsi, prima ufficializzato come spalla di zia Mara per poi andarsene a gambe levate dopo mai confermati e presunti litigi in piena estate, Venier ha voluto al suo fianco Teo Mammucari, con il quale aveva diviso lo studio Mediaset di Tu Si Que Vales, Enzo Miccio e l'amico Tommaso Cerno, da oltre un anno direttore de Il Tempo, quotidiano di Antonio Angelucci, parlamentare leghista. Un duplice ruolo che ha immancabilmente suscitato perplessità nonché un vespaio di polemiche, perché in una Rai sempre più politicizzata almeno la domenica pomeriggio di Rai1 si poteva e doveva preservare.
L'esordio al grido TeleMeloni

E invece pronti, via e la prima puntata della nuova edizione è partita con un saluto in diretta della premier Giorgia Meloni, in uno spazio chiamato "Il pranzo della domenica" dedicato alla candidatura della Cucina Italiana all'Unesco. Un intervento che ha suscitato l'indignazione delle opposizioni, con mamma Rai in difesa di Domenica In e della sua "vera pagina di Servizio Pubblico" e Mara Venier a leccarsi le ferite. Perché quella prima puntata è stata un mezzo disastro tecnico e non solo, tra microfoni spenti e problematiche varie, con Mammucari scomodato per resuscitare il defunto Cruciverbone con telefonate da casa in un caos senza senso, Enzo Miccio inutile +1 e Tommaso Cerno frenato nel dibattito in studio dedicato a Pippo Baudo condotto sempre e comunque dalla Regina della Domenica.
Perché seppur con tre teste aggiuntive è solo quella di Mara Venier a spadroneggiare, divorando chiunque osi rubarle anche solo due minuti di diretta. È più forte di lei. L'Auditel, in tal senso, ha subito colpito duro, perché il 21 settembre Domenica In ha oscillato tra i 1.859.000 telespettatori con share al 17,1% e i 1.318.000 spettatori con share al 14.3%, rispetto alla partenza del 2024 che partì oscillando tra i 2.107.000 telespettatori con share al 17.4% e i 1.726.000 telespettatori con share al 15.9%. Ma è 7 giorni dopo, con l'arrivo della concorrenza di Amici di Maria, che Domenica In è precipitata.
Il crollo della 2a puntata fa suonare l'allarme

La 2a puntata di stagione ha subito ridimensionato Teo Mammucari e il suo inutile giochino telefonico che ha coinvolto anche l'attrice Maria Chiara Giannetta per il lancio di "Blanca 3", con uno spazio ancor più ridotto rispetto a quello dell'esordio tanto da poter ipotizzare un'imminente cancellazione lampo con meritato ritorno del Cruciverbone in qualche polverosa cantina di Viale Mazzini.
Neanche il talk dedicato alla 20esima edizione di Ballando con le Stelle partita sabato 27 settembre ha suscitato particolare interesse, pur avendo in studio Beppe Convertini, Andrea Delogu, Carolyn Smith, Simone Di Pasquale e Rossella Erra, mentre lo spazio attualità condotto da Mara Venier e Tommaso Cerno si è concentrato sulle ultime notizie relative al caso Garlasco, con la presenza in studio del giudice Stefano Vitelli, degli avvocati di Alberto Stasi e Andrea Sempio, Antonio De Rensis e Massimo Lovati, della giornalista Rita Cavallaro e della criminologa Roberta Bruzzone, in collegamento da Rimini.
Se Enzo Miccio ha ricordato Claudia Cardinale, recentemente scomparsa, sempre Venier ha intervistato i coniugi Mendico, per raccontare la storia di loro figlio Paolo, vittima di bullismo, che ha tragicamente deciso di togliersi la vita a soli 14 anni. Una 2a puntata sicuramente più strutturata rispetto alla prima, seppur esageratamente segnata dalla cronaca che già durante tutta la settimana imperversa nei pomeriggi della tv generalista, ma priva di amalgama e di alchimia tra i tanti e troppi sconnessi ingredienti, con la tradizionale "caciara" maravenierana a farsi stridente cornice dopo 8 edizioni consecutive. Tante, troppe, con il pubblico letteralmente in fuga.
Il riscontro Auditel è stato in tal senso devastante, con 1.513.000 spettatori e share al 12.2% nella prima parte e 1.390.000 spettatori con share al 13.6% nella seconda. A distanza siderale Maria De Filippi con il suo Amici, visto da 2.812.000 spettatori con share al 23%.
Il flop di Domenica In 2025
Un disastro annunciato, quello di Domenica In, perché in estate erano state da più parti espresse perplessità nei confronti di Mara Venier, per il 4° anno consecutivo riuscita a rimangiarsi la parola data di un addio a fine stagione, e di una conduzione a più teste che ha subito visto cadere Gabriele Corsi per poi affidarsi a volti e nomi ampiamente discussi.

Si poteva e doveva pensare ad un cambio di passo, con Simona Ventura lasciata partire in direzione Grande Fratello su Canale5 dopo averla relegata nello sgabuzzino di Citofonare Rai2 per 4 anni, per non parlare di quella Geppi Cucciari che se lasciata a briglie sciolte potrebbe trasformare Domenica In in una cornice ancor più che splendida, senza dimenticare la carta Giorgia Cardinaletti che ha dimostrato negli anni di saper condurre qualsiasi cosa, che sia un Tg, una conferenza stampa da Sanremo o un evento sportivo.
La stagione passata di Domenica In, logorata da interviste viste e straviste ai soliti volti noti, aveva ampiamente fatto capire che bisognava stravolgere tutto, rivoltare il programma, spalancare le finestre e fargli prendere aria, ma si è colpevolmente scelta la strada della naftalina a tutti i costi, finendo per ritrovarsi senza più ossigeno. E siamo solo ai primi di ottobre. Come arrivare a giugno? Questo è il dilemma.**