Ma l'Orso che hanno visto Vic and Flo sarà quello della Berlinale? L'enfant prodige canadese Denis Côté si presenta come 'l'uomo dei festival', apprezzato dalla critica internazionale, ma ignoto al grande pubblico. Questo non gli impedisce di fornire una nuova prova registica di livello con Vic and Flo Saw a Bear, pellicola surreale ambientata nei boschi canadesi che intreccia una storia di rinascita, libertà, vendetta e seconde occasioni, il tutto condito dal surreale humor che caratterizza il tatuato autore originario del Quebec. Stavolta Côté ottiene l'onore del concorso ufficiale ipotecando già qualche nuovo riconoscimento. In attesa del verdetto finale, a fargli compagnia nella capitale tedesca, sono presenti i tre protagonisti del film: Pierrette Robitaille, Romane Bohringer e Marc-André Grondin.
Denis, nel corso di questi ultimi dieci anni le motivazioni che ti hanno spinto a fare film sono molto cambiate. Sei nato come autore indipendente e sperimentale, ma ultimamente hai cominciato ad avvicinarti al concetto di cinema come industria. Ora tieni più presente anche l'impatto che il tuo film può avere sul pubblico?
Denis Côté: In passato ero ossessionato dal realismo, volevo assolutamente rappresentare la realtà quotidiana. Oggi la situazione è un po' cambiata. Sono sempre legato a una matrice realistica, ma mi piace pensare al cinema in modo più libero. Oggi girerei anche un horror o un film di genere ben codificato per sperimentare le possibilità del mezzo.
Perché hai scelto un titolo come Vic and Flo Saw a Bear?
Denis Côté: Il titolo mi piace molto, lo trovo divertente. Sembra il titolo di un film per bambini o un cartone animato, ma contiene anche un elemento di mistero e pericolo.
Denis Côté: Le domande tecniche andrebbero poste al mio direttore della fotografia. Per quanto mi riguarda posso dire che per me questo è un modo di dirigere molto tradizionale. Per quanto riguarda il topic del film, dopo tante pellicole su uomini ho sentito la necessità di fare un film su due figure femminili. Ho portato la sceneggiatura a due mie amiche per avere una seconda opinione e loro l'hanno approvata. Quando è uscito Curling molte persone mi hanno criticato perché avevo deciso di girare un film quasi muto. Stavolta ho inserito una maggior quantità di dialoghi.
La fine del film è piuttosto criptica e spiazzante. Cosa ci puoi dire?
Denis Côté: Non c'è una risposta. Le mie attrici potrebbero dire qualcosa di più interessante di me. Io sono attirato dalla fatalità, dalla sorpresa al cinema e anche dalle reazioni iperrealistiche. Mi piace esplorare il campo del grottesco mostrando qualcosa che vada oltre la quotidianità.
Romane Bohringer: Il finale del film è inaspettato. C'è un colpo di scena che sconvolgerà il pubblico. Dal mio punto di vista è un viaggio nel cinema di genere, nel mistery. Quando ho letto la sceneggiatura ho amato moltissimo questo finale. Mi piace la vicinanza tra il mio personaggio e quello di Vic. E' un finale drammatico, ma anche romantico e potente, che parla di senso, destino e libertà. Prima d'ora non avevo mai letto una sceneggiatura che terminasse con un tale colpo di scena.
Pierette, tu hai alle spalle una lunghissima esperienza teatrale. Come mai la scelta di Denis è caduta su di te? Come vi siete incontrati? rPierrette Robitaille: Denis mi ha fatto leggere la sceneggiatura e io ho accettato immediatamente. Lui sapeva perfettamente cosa voleva e me l'ha fatto capire subito. Ciò che volevo fare era corrispondere perfettamente alla sua idea. Per me è stato un privilegio perché non molte persone sono in grado di tirar fuori i sentimenti contenuti nel loro animo. Denis mi ha offerto un ruolo diverso dall'idea che le persone si sono fatte di me e sono stata felice di stupirli.
Denis Côté: Io non amo le audizioni. Pierrette era l'attrice che avevo in mente fin dal principio. Ho cercato di inserire nel film anche le cose che non mi piacevano di lei per creare conflitto. E' stata una sfida per me e per Pierette, ma anche per il resto del cast.
Marc-André Grondin: Posso confermare. Sapevo cosa Denis si aspettava da me perchè abbiamo amici comuni e quando lui mi ha chiamato ho cercato di darglielo, ma non saprei descrivere con chiarezza il mio modo di lavorare e il processo di preparazione del personaggio. Mi sono affidato a Denis e ho cercato di creare un personaggio sincero, trasparente. Un uomo costretto a svolgere un compito che non lo rende troppo simpatico, ma che rispetta e prende sul serio le due donne che è chiamato a tener d'occhio.
Cosa ha fatto Flo per meritare una vendetta così terribile?
Denis Côté: Questo lo deve dire il pubblico. Io posso dire solo che queste due donne non hanno avuto una vita facile. Quello della vendetta è un topic frequente di un certo genere di cinema, ma qui abbiamo deciso di giocare con lo stereotipo modificandolo un po'. Questo film parla di buoni e cattivi, di quei cattivi iperrealistici che appaiono in molto cinema del Quebec. Non c'è molto da spiegare.
Denis Côté: E' difficile per me dare una spiegazione al senso del mio film o al finale oppure motivare l'uso della violenza. Quello che posso dire è che le mie due protagoniste sono in una fase di transizione, stanno facendo dei progetti e stanno progettando dei cambiamenti. Ciò che accade loro è come essere investiti improvvisamente da una macchina. E' qualcosa che chiude tutte le porte e fa crollare il mondo. Credo che il mio film sia molto chiaro. Questa è un'opera su due eroine che si amano, ma la loro storia d'amore non avrà un lieto fine.
Cosa pensi del panorama cinematografico canadese attuale?
Denis Côté: Se guardo la mia situazione di solito vengo considerato il tipo dei festival. Può essere bello, ma anche frustrante perché i film 'da festival' spesso non fanno buoni incassi e non hanno riscontro commerciale. Io spero di trovare un pubblico più ampio. Essere in competizione a Berlino è qualcosa di veramente bello e spero che mi porti fortuna.
Che cosa hai imparato girando Vic and Flo Saw a Bear?
Denis Côté: In generale mi sento orgoglioso quando vedo le reazioni delle persone, e anche le discussioni, di fronte ai miei lavori. In passato ho fatto molti esperimenti cinematografici di cui vado fiero, ma questo è il mio film più ambizioso e maturo.