Days Gone: nel nuovo videogioco PS4 l'apocalisse zombie si affronta da soli e in sella ad una moto

La recensione diDays Gone, il nuovo videogioco PS4 che garantisce azione e divertimento, anche se gran parte del suo fascino è negli scenari.

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Ne abbiamo viste e lette tante di apocalissi in passato, ma quella raccontata dal videogioco Days Gone, nuova prestigiosa esclusiva PS4, un po' diversa lo è davvero. Se non altro perché non ci mostra metropoli distrutte e in rovina, ma ci catapulta nel lussureggiante e "tranquillo" stato dell'Oregon; ma, a differenza di un episodio di The Walking Dead qualsiasi, non ha come protagonisti un gruppo di persone alla ricerca di un rifugio sicuro o di un nuovo posto da chiamare casa, ma piuttosto un drifter, un motociclista e cacciatore di taglie di nome Deacon St. John.

Ora lo sappiamo cosa vi state chiedendo: basterà questo unico fondamentale elemento per portare una boccata di novità in un'ambientazione vista e rivista in mille salse diverse? Non è facile dare una risposta a questa pur legittima domanda, perché se da un lato è certamente vero che nelle mecchaniche di gioco Days Gone è chiaramente derivativo (come sempre per un'analisi più tecnica e specificamente videoludica vi rimandiamo alla recensione di Multiplayer.it) e che quindi soprattutto gli appassionati di videogiochi open world non troveranno poi grandi novità o sorprese, è certamente vero che questo nuovo titolo Sony ha molto da offrire in termini di atmosfera, soprattutto per chi ama la letteratura e il cinema post-apocalittico.

Nell'Oregon desolato nessuno può sentirti urlare

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Sia chiaro, un gioco come Days Gone garantisce tanta azione e tanto "divertimento" per chi ama sconfiggere nemici di ogni genere - dagli infetti chiamati furiosi ad un gruppo di sadici estremisti religiosi, passando per lupi, orsi e corvi "mannari" - ma gran parte del fascino del gioco, a nostro parere almeno, risiede proprio nell'esplorare i tanti scenari perfettamente realizzati e vedere cosa sia rimasto di umano dopo la devastazione. Il fatto che Deacon sia fondamentalmente un solitario e che per gran parte del gioco ci troveremo a vagare, combattere e (spesso) anche fuggire sempre da soli, non fa altro che aggiungere quel tocco di malinconia e angoscia tipica di molte opere letterarie e cinematografiche ma finora assente nei (pur) tanti videogiochi a tema. Per capirci, in The Last of Us, pur essendo un capolavoro per molti versi inarrivabile, la presenza costante di uno o più personaggi al fianco del protagonista rendeva meno opprimente la sensazione di vuoto esistenziale che è presente in quasi ogni scena di questo gioco.

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Lo stesso vale per la tensione, in Days Gone sempre altissima anche nei momenti di calma apparente, proprio perché è la filosofia di vita del protagonista Deacon a rendere così pesanti e "difficili" alcune azioni. Provate per esempio ad attraversare in moto le tante gallerie e tunnel presenti nel gioco: pur avendo già fatto quella stessa strada tante volte, un senso di angoscia è sempre presente e vi assicuriamo che si percepisce in modo netto la differenza tra un viaggio in solitaria e uno in compagnia di un alleato. Allo stesso modo ogni capatina in un accampamento "amico" o comunque di sopravvissuti più o meno civili garantisce una vera e proprio boccata d'ossigeno. Forse queste sensazioni dipendono principalmente dalla nostra scarsa vicinanza allo stile di vita scelto da questo Deacon St. John, ma si tratta effettivamente di un valore aggiunto per un gioco che non prova mai ad essere originale o innovativo ma piuttosto preferisce concentrarsi su scelte stilistiche e tematiche coerenti e molto suggestive.

Sopravvivere non è vivere... ma a volte è meglio che niente

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A questo proposito è giusto non rivelare troppo della trama vera e proprio del gioco, se non che andando avanti scopriremo sempre di più sul passato di Deacon e su quello delle persone a lui care, e che passato e presente si intrecceranno in più di un'occasione. Va detto però che, nonostante le tante storyline siano spesso anche piuttosto articolate, l'aspetto narrativo è meno curato o importante di quello che ci si potrebbe aspettare. Questo perché si è scelto di dare molto spazio alla libertà di esplorazione ed evitare quindi di intrappolare il giocatore/protagonista in scelte ben definite e poi anche perché, ammettiamolo, le tante linee narrative che coinvolgono tanti altri personaggi un po' cozzano con la filosofia solitaria del gioco.

Ovviamente questo ci consente di poter guidare per tutto l'Oregon in totale libertà e, volendo, di fare veramente una vita in solitaria fregandocene (quasi) di tutto e tutti, ma semplicemente raccogliendo armi, oggetti e carburante in giro e pensare solo a sterminare infetti. O, meglio ancora, orde di infetti. Perché oltre ai singoli nemici esistono anche gruppi MOLTO numerosi ed estremamente letali che compaiono in modo più o meno casuale (quando non richiesto dalla trama o una missione ben specifica) e che possiamo decidere se affrontare... o scappare! Non abbiamo vergogna nell'ammettere che noi (finora almeno) abbia sempre preferito la fuga, ma d'altronde se c'è una cosa che questo Days Gone ci ha insegnato è che la vita in solitaria, da soli in sella ad una moto con bandana, decisamente non fa per noi, con o senza zombie. E che in generale situazioni come quelli di Sons of Anarchy o The Walking Dead o World War Z sono meglio raccontate che vissute in prima persona. Ma in fondo il bello dei videogiochi di oggi è proprio questo, vivere esperienze affascinanti e spaventose come prima non era mai stato possibile: Days Gone non sarà forse la migliore esperienza mai vissuta con un joypad in mano, ma di certo nemmeno la dimenticheremo così facilmente.

Conclusioni

Days Gone non è certamente la migliore esclusiva PS4 disponibile, ma è comunque un gioco in grado di offrire del sano divertimento nel mezzo di ambientazione e atmosfera davvero notevoli. Per chi è appassionato di post-apocalittici o di serie quali The Walking Dead o Sons of Anarchy è un titolo assolutamente imperdibile, anche a dispetto di meccaniche di gioco già viste e una storia meno ricca di quanto fosse auspicabile.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • Le ambientazioni dell'Oregon sono suggestive e ottimamente realizzate.
  • L'idea di vagare da soli, anche in sella alla moto, in un modo desolato e "non morto" è affascinante quanto spaventosa.
  • In termini di missioni e posti da esplorare il gioco offre davvero molto.

Cosa non va

  • Meccaniche di gioco già viste, dal punto di vista del gameplay non offre alcuna novità.
  • Anche la trama è poco originale e l'aspetto narrativo poteva e doveva essere sviluppato meglio.