In una città bizzarra ed eccentrica come Las Vegas può succedere di tutto: persino che i cadaveri, invece di rispettare la canonica posizione orizzontale che accomuna tutti i defunti, vengano ritrovati in pose plastiche e verticali che ricordano quelle delle statue in certe mostre contemporanee. E proprio l'arte, riletta in chiave macabra e perversa, è il filo conduttore di questo terzo episodio della nona stagione di Csi, il cui titolo è già di per sé emblematico: Art Imitates Life (in italiano L'arte imita il passato), vale a dire "l'arte imita la vita".
L'episodio si apre con il ritrovamento del cadavere di una donna in un parco. La peculiarità di questa scoperta è però che la donna non è in posizione orizzontale come ogni "normale" cadavere, bensì in piedi, appoggiata contro un lampione e con il telefonino ancora pigiato contro l'orecchio come nel bel mezzo di una conversazione. Catherine ipotizza che la donna sia stata uccisa da un fulmine mentre era ferma contro il lampione, ma alcuni elementi sembrano smentire questo scenario: il corpo non presenta infatti segni di bruciature, inoltre il lampione non sembra essere stato danneggiato da una scarica elettrica. La vittima ha ancora appesa al braccio una borsetta dalla quale manca però il portafoglio. Più tardi, gli investigatori riescono a identificarla: si chiamava Carla Paretti ed era un infermiera, ma aveva anche molti altri lavori tra cui la modella e l'attrice.
Una volta tornato in laboratorio, Grissom viene convocato a un'assemblea generale nella quale viene presentata Patricia Rowley (interpretata da Alex Kingston, brava attrice già apprezzata in E.R. - Medici in prima linea e nella mini-serie inglese Lost in Austen) , una psicologa che ha il compito di aiutare i membri del team a elaborare il lutto per la morte di Warrick Brown.
Nel frattempo però, un altro cadavere viene ritrovato in città: si tratta di un uomo nero con indosso un completo elegante, il cui corpo è immobilizzato in posizione verticale, con una valigetta in una mano e un giornale nell'altra. Dopo aver portato il cadavere in laboratorio, Greg e Grissom rilevano alcuni particolari che non quadrano: l'uomo non ha documenti, e nonostante i suoi vestiti costosi presenta tracce di sporcizia evidente nelle unghie e nelle orecchie. Come se non bastasse, tra i suoi capelli ci sono diversi pidocchi morti. I due detective capiscono che l'uomo è un barbone.
Nell'appartamento di Carla, Riley e Catherine stanno cercando indizi utili a risalire alle circostanze della morte: il nuovo acquisto della Csi trova un sacchetto di marijuana in un cassetto, e questo le offre lo spunto per un'altra prova di grande umorismo. Nell'appartamento, le due investigatrici notano anche un macabro dipinto che porta la firma di un noto artista locale, Jersey Skaggs (interpretato dal grande caratterista Jeffrey Tambor, che qui riesce a restituire in modo davvero convincente l'immagine del tipico artista snob e omosessuale che osserva il mondo dall'alto in basso e tratta tutti con sarcasmo e disprezzo).
Di nuovo in laboratorio, il team fa un'importante scoperta: le vittime sono morte a causa di una massiccia esposizione al monossido di carbonio. L'ipotesi più plausibile a questo punto è che qualcuno le abbia sedate, immobilizzate in pose studiate ad hoc e intossicate col monossido di carbonio fino a causare la morte e far sopraggiungere la rigidità del corpo, così da creare statue umane.
Presto, altre due vittime si aggiungono a quel macabro conteggio: sono due anziani malati di Alzheimer, i cui cadaveri vengono ritrovati in piedi su un sentiero frequentato da appassionati ornitologi. I corpi presentano inoltre tracce di fibre di juta, cosa che induce gli investigatori a pensare che i cadaveri siano stati trasportati in dei sacchi di quel materiale.
Jim chiama Grissom e gli rivela che alcune prove indicano che lo spacciatore aveva presenziato a un party di Skaggs anni prima. A quel punto, l'artista viene prelevato e sottoposto a un duro interrogatorio. Skaggs si difende affermando che non può ricordare tutte le persone che negli anni hanno frequentato i suoi party, poi rivela a Brass che le foto dei cadaveri gli hanno fatto venire in mente dei ritratti che un uomo impegnato nella ristrutturazione del suo atelier gli aveva sottoposto qualche mese prima.
La squadra Csi scopre così che poco tempo prima era stata indetta una competizione d'arte aperta ai cittadini per creare alcune statue di bronzo da esporre in parchi e altri luoghi pubblici della città. Le statue dovevano essere rappresentative della varietà etnica, sociale e culturale di una città come Las Vegas. I detective capiscono a questo punto che qualcuno sta disseminando cadaveri con la stessa logica. Andando a verificare le adesioni al concorso, il team scopre che un uomo aveva inviato dei ritratti che riproducono esattamente le pose dei cadaveri ritrovati in giro per la città. Dev'essere l'uomo di cui parlava Skaggs, un folle artista frustrato nel proprio ego che cerca così di prendersi una macabra rivincita e farsi finalmente notare. Non solo: l'ultimo ritratto raffigura un ragazzino in sella a una bicicletta. E' la prova che il serial killer intende colpire ancora per completare la sua opera delirante.
Finalmente, gli investigatori riescono a risalire alla postazione internet da cui l'uomo invia i suoi messaggi e lo catturano. Nel frattempo però, è arrivata in centrale la notizia che un bambino è scomparso qualche ora prima.
Grissom si incarica personalmente di interrogare Arthur, l'artista deviato, in una stanza con tanto di telecamera. Il leader della Csi cerca di convincerlo a confessare dove si trova il bambino, ma Arthur spiega che non ha intenzione di dire nulla, perché il suo desiderio è che l'opera sia completa e il suo nome possa così essere ricordato in eterno.
Ma per fortuna, Catherine e gli altri componenti della Csi sono al lavoro per scoprire il luogo dove il ragazzino è rinchiuso: le tracce di juta presenti sui cadaveri nonché addosso all'artista li convincono a cercare un magazzino nei dintorni della biblioteca dalla quale l'uomo inseriva i suoi messaggi su Internet.
Finalmente, Catherine riesce a individuare un magazzino in disuso che veniva utilizzato per realizzare borse e oggetti in fibra. Nick e Riley accorrono sul posto e trovano, nei meandri del magazzino, una camera nella quale il bambino è legato ed esposto ai fumi mortali del monossido di carbonio. Immediatamente, i detective lo liberano e Riley gli pratica una respirazione bocca a bocca. Dopo alcuni attimi disperati in cui sembra che non ci sia nulla da fare, il ragazzino riprende finalmente conoscenza. Il caso è finalmente risolto.