Coreografia di un incidente
Mente, Donna, Trippa e Zio sono una squadra di killer professionisti che per non lasciare tracce del loro lavoro inscenano per le loro vittime dei complicatissimi incidenti studiati al millimetro. Trappole coreografate da Mente che trasformano omicidi premeditati in bizzarri e sfortunati incidenti. Egli è un uomo astuto, ingegnoso e perfezionista, ma per natura sospettoso e cinico, soprattutto dopo la perdita della moglie in un incidente stradale. Le continue visioni di lei ancora viva insieme poi non migliorano affatto il suo stato mentale. Quando uno dei suoi uomini perde la vita durante una delle operazioni per un incidente apparentemente vero, Mente inizia a sospettare che qualcuno dei suoi lo abbia tradito o che qualcuno dall'esterno stia cercando di smascherare ed uccidere lui e la sua squadra. Nel gruppo inizia a serpeggiare la paraonia, tutti dubitano di tutti e nessuno riece più a distinguere i nemici dagli amici né l'illusione dalla realtà. Quando poi compare un misterioso agente assicurativo che potrebbe avere avuto in qualche modo un ruolo in questo fantomatico complotto, Mente decide di prendere in mano la situazione. Sempre più convinto che si tratti del capo dell'organizzazione che sta cercando di ucciderlo inizia a pedinarlo, ad intercettare le sue conversazioni, a scavare nel suo passato per tentare di prevedere la sua prossima mossa, anticiparlo e sconfiggerlo. Sempre che il nemico sia fuori e non dentro la sua mente...
Quante delle morti che vediamo nei TG e leggiamo sui giornali sono veramente causate da disastri naturali e incidenti? Da questa idea Pou-soi Cheang ha tratto lo spunto per realizzare questo interessante Accident, presentato in concorso a Venezia 66. Famoso ad Hong Kong per aver diretto acclamati horror, avvincenti eviolentissimi polizieschi e qualche melodramma noir, Pou-soi Cheang, che ha iniziato la sua carriera come assistente alla regia di Johnnie To (qui produttore) agli inizi degli anni '90, è ad oggi considerato uno dei migliori cineasti emergenti di Hong Kong. Particolarmente apprezzato per la sua brutalità nella narrazione, per la sua spiccata fascinazione nei confronti della violenza ma soprattutto per l'anarchia delle scelte stilistiche, Cheang affronta con eleganza e mano decisa questo suo primo lungometraggio ad alto budget che vede nel cast tutti attori di primo piano.Un film incentrato sulla cospirazione e sul sospetto, che instilla il dubbio ad ogni inquadratura, un thriller non convenzionale che esula dal solito killer movie orientale, senza armi, senza arti marziali, senza inseguimenti, senza troppo spargimento di sangue. Un noir raffinato e godibile che agisce a livello psicologico, visualmente impeccabile, che gioca con lo spettatore e lo cattura in una fitta rete di sospetto e di inquietudine per poi immergerlo delicatamente e completamente nell'invasiva personalità di un autore sofisticato e in continua sfida con se stesso. Qualche caduta di ritmo che si poteva evitare nella parte centrale ma resta tutto sommato un film più che godibile e di sicuro intrattenimento. Senz'altro uno dei film in concorso più equilibrati e convincenti visti finora in laguna.
Movieplayer.it
3.0/5