Claire Foy, un'attrice "per caso": dalla Regina in The Crown al lutto di H is For Hawk

Al 21° Zurich Film Festival per ricevere il premio alla carriera, l'attrice britannica, celebre per il ruolo della Regina Elisabetta in The Crown, si racconta in una masterclass, dagli esordi fino all'ultimo progetto, H is for Hawk.

Claire Foy in una scena di H is for Hawk

Arriva entusiasta sul palco del Frame Cinema di Zurigo, Claire Foy, nonostante i 50 minuti di ritardo per la sua Masterclass, accumulati per colpa dell'aereo. Lo Zurich Film Festival la premia con un augurale Golden Eye Award alla carriera e la celebra in un incontro sul palco, che, partendo dal recente H is For Hawk, presentato a Zurigo e reduce dal successo al 52° Telluride Film Festival, parte dagli inizi della carriera dell'attrice inglese.

"Non avevo nessuna "vocazione" e non pensavo di farcela - racconta. Sono la più piccola di tre figli, in una famiglia numerosa, quindi ero abituata a essere ignorata, e poi a voler essere notata. Da bambina ero rumorosa, esuberante, sempre in cerca di attenzione. Poi da adolescente l'opposto: imbarazzata, volevo sparire. Ma amavo il teatro, anche se lo frequentavo di rado, e il cinema era la mia passione. Ho visto Titanic dodici volte, sì anche per Leo DiCaprio, ma soprattutto per l'esperienza cinematografica".

Attrice per caso, grazie ad un'insegnante di recitazione che ha visto in lei la scintilla: "Hai mai pensato di fare domanda per l'accademia d'arte drammatica? mi ha chiesto. Ci avevo segretamente pensato ma mai detto ad alta voce. Ho provato e sono stata presa. Ed è lì che ho capito che era quello che volevo davvero: vivere altre vite e renderle vere".

H is For Hawk: il prossimo film di Claire Foy

Zff Masters Claire Foy
Claire Foy durante la sua Masterclass al 21° Zurich Film Festival

Tratto dal libro autobiografico di Helen MacDonald, del 2014, che racconta l'anno in cui, dopo la morte del padre, fotoreporter e falconiere per diletto, la scrittrice allevò un piccolo di astore per aiutarsi nell'elaborazione del lutto, H is for Hawk è un memoir che Foy ha scoperto grazie alla produttrice del film Dede Gardner, incontrata per Women talking: "È un libro che parla fondamentalmente di lutto, e la maggior parte delle persone coinvolte nella realizzazione del film aveva un legame personale con esso. Per loro era molto significativo: li aveva aiutati a superare la perdita di qualcuno, o lo avevano trovato in un momento in cui ne avevano più bisogno. È stato così anche per me quando l'ho letto: mi ha attratta subito".

A proposito di lutto, Foy prende ad esempio il percorso fatto da Helen per sottolineare quanto oggi si faccia difficoltà a sopportare la sofferenza negli altri. "Helen ha scritto il libro sette anni dopo la morte del padre, quindi era già un'altra persona. Racconta di averlo perso all'improvviso, e io penso che non esista un "modo giusto" di affrontare il lutto" - puntualizza Foy. "Nella nostra cultura occidentale la morte ci terrorizza: facciamo finta che non esista, e quando arriva non sappiamo come affrontarla. Helen non è fuggita dal dolore, ma lo ha canalizzato altrove. Ha riversato tutte le sue energie sull'astore: stare così vicino alla morte da sentirsi viva. Io capisco bene questo. Penso che molte persone fatichino ad accettare chi non è "a posto". La società vuole che tutti si comportino bene, che stiano bene. Ma Helen non stava bene. Non riusciva ad articolare il suo dolore, e la gente non sapeva come aiutarla.È davvero una storia sul non abbandonare chi soffre, anche quando è difficile stargli vicino_".

H is for Hawk in Italia potrebbe tradursi in A sta per Astore poiché pochi sanno la differenza tra il semplice falco predatore e questo specifico animale, diversità puntualizzata molte volte nel corso del film dalla Helen di Foy, guardata con accondiscendenza e un po' di pena dai colleghi accademici che non comprendono. Perfettamente a suo agio Foy con il "cucciolo" di astore, diretta da Philippa Thorpe, già sua regista in The Crown 2: "Sono andata a conoscerli e ad addestrarmi con loro. L'addestramento consisteva nel permettere all'animale di abituarsi a te, di fidarsi di te. È un po' come con un ragno in casa: tu ne hai paura, ma in realtà è lui ad avere più paura di te. Può sembrare strano, perché gli astori sono predatori, ma quando sono legati a un essere umano gigantesco da cui non possono scappare, diventano vulnerabili. E quando ho capito questa vulnerabilità, non avevo più paura."

Da L'Ultimo dei templari e The Crown

Claire Foy in un'immagine di Season of the Witch
Claire Foy in una scena de L'ultimo dei templari

Per la giovane attrice di teatro Claire Foy, uscita da poco dall'Oxford School of Drama, il primo ruolo al cinema arriva accanto a Nicolas Cage in L'ultimo dei templari. "Avevo fatto solo una pièce e una serie TV inglese, e a 23 anni mi sono ritrovata a Budapest con Nicolas Cage. Pensavo che tutti i film fossero così: jet privati, elicotteri, riprese senza sosta. Era prima della crisi del 2008, quindi forse allora certe cose erano possibili. Nel film interpretavo una ragazza sospettata di stregoneria, che in realtà si rivela essere Satana in persona".

Foy si avvicina poi già al mondo dei reali inglesi, quando nel 2015 interpreta Anna Bolena nella serie diretta da Peter Kosminsky, Wolf Hall basata sui romanzi di Hilary Mantel: "all'inizio ero convinta che Anna non facesse per me, rivela. Ho fatto il primo provino a Porto Rico, dove stavo girando Crossbones, con l'abbronzatura finta e le extension, e mi sentivo completamente inadatta. Ma col tempo il personaggio ha iniziato a "crescere" dentro di me. Vedevo Anna come incredibilmente intelligente, più acuta di chiunque, finché non ha incontrato Cromwell, che non si poteva manipolare. Lei era convinta di avere sempre ragione, ed è stato il suo errore fatale. Il mio compito era interpretare l'Anna vista da Cromwell, non quella storica. La versione di Hilary Mantel è stata la mia guida".

The Crown: l'attrice Claire Foy in una scena della serie
Claire Foy nel ruolo della Regina Elisabetta nella serie The Crown

Nel 2016 arriva per Foy la serie della consacrazione, un progetto che nessuno aveva mai osato fare prima, guidato da un colosso come Netflix: The Crown. "Ero al settimo mese di gravidanza quando ho fatto l'audizione per questo progetto che mi sembrava rischioso. Pensavo che sarebbe stato ridicolo: io che fingevo di essere la Regina! Ma c'era Stephen Daldry alla regia e durante l'audizione mi ha persino fatto flirtare con Churchill, giusto per vedere quanto poteva spingersi il personaggio. Interpretare la Regina è stato un processo enorme: la voce, la fisicità, e lo studio dei pochi filmati di lei giovane, quando era più spontanea. Mi ha colpito quanto poco dicesse di sé: tutti parlavano di lei come gentile, umile, amante dei cani, ma lei stessa non si raccontava. Ho dovuto costruirla partendo da quel vuoto". Che effetto le ha fatto la notizia della morte della Regina? "Non l'ho mai conosciuta. Ho inventato una sua versione - precisa. Come tutti, sono stata toccata dalla sua morte, ma non rivendico nessun legame speciale".

The Magic Faraway Tree

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Claire Foy durante la sua Masterclass al 21° Zurich Film Festival

Oltre che in H is For Hawk, vedremo prossimamente al cinema Claire Foy nella trasposizione cinematografica di The Magic Faraway Tree, un classico della letteratura per bambini. Del progetto Foy accenna: "è magico, ottimista, parla della natura e delle cose semplici. È una versione moderna del classico. Interpreto Polly, una mamma. È stato bellissimo partecipare a qualcosa di gioioso, con bambini che si divertivano davvero ogni giorno sul set".