Romanzi, sceneggiatura, cinema e televisione. Il giallista Carlo Lucarelli, volto noto del piccolo schermo per aver condotto programmi su crimini e misteri irrisolti, ha accantonato l'esperienza della regia dopo l'accoglienza controversa riservata al suo L'isola dell'angelo caduto per tornare alle narrazioni televisive. Ospite del Courmayeur Noir in Festival, Lucarelli ha presentato insieme al direttore di Sky Arte HD Roberto Pisoni la sua ultima creatura, Le muse inquietanti, serie tv dedicata ai misteri dell'arte e a otto grandi personaggi del settore protagonisti delle otto puntate.
"Il progetto è nato all'interno della Bottega Finzioni, scuola di narrazione bolognese a cui collaboro con altri." ci racconta Lucarelli. "Abbiamo proposto l'idea a Sky Arte e loro hanno subito accettato. Volevamo raccontare la storia dell'arte dal punto di vista del mistero. Ovviamente in questo tipo di programma il giallo non è l'elemento dominante, ma è una forma di linguaggio che ci permette di catturare l'attenzione del pubblico mostrando le vite di personaggi come Caravaggio, Goya, Pollock e Rodolfo Siviero. Sky Arte HD, ha l'obiettivo di trovare modi nuovi per raccontare la cultura in televisione creando un equilibrio tra cultura alta e bassa".
I misteri dell'arte
Le muse inquietanti setaccia la storia dell'arte alla ricerca delle storie più avvincenti e avendo ridotto il numero di episodi a otto, Lucarelli è stato costretto a scartare numerosi personaggi. Come spiega lo scrittore "abbiamo fatto una sorta di campionato scendendo da sedici possibili soggetti a otto. Abbiamo cercato di variare e di trovare le storie più adatte ad essere raccontate in questa forma. L'idea è quella di proseguire il format e quindi in futuro colmeremo le lacune. Per esempio in questa prima tornata non ci sono donne, ma vorrei realizzare un epsiodio dedicato a Artemisia Gentileschi e una su Bosch. Sky arte ci ha dato la massima libertà. Nella tv generalista devi stare attento a quello che dici perché l'audience conta più di tutto. Nei canali tematici, invece, si cerca di lavorare alla massima qualità per cui ho potuto curare la ricerca e trovare i materiali più adatti. E poi ci siamo ispirati allo stile dei narratori anglosassoni, dove c'è una grande tradizione di divulgatori". Ricostruendo il lavoro che c'è ogni dietro puntata de Le muse inquietanti, lo scrittore prosegue: "Ogni episodio è frutto di un lavoro collettivo. Oltre alla mia ricostruzione, raccogliamo le testimonianze di storici dell'arte, tecnici, criminologi, esperti di complotti. Facciamo molta attenzione alla scelta di musiche, al montaggio e alle location in cui decidiamo di girare. Ci piace mettere in luce aspetti controversi, ad esempio nell'episodio dedicato a Jackson Pollock mostriamo come la CIA fosse dietro il pittore. E' interessante raccontare come l'arte possa essere strumentalizzata come propaganda".
Il ritorno di Coliandro?
Riguardo allo stile narrativo, Carlo Lucarelli è ormai un marchio di fabbrica con il tono suadente e l'inconfondibile gestualità tanto da guadagnarsi una riuscitissima imitazione. Lui ne è ben consapevole e ci scherza su: "In realtà non credo di aver inventato niente. Io per primo mi ispiro ai grandi narratori della tv, come a Baricco quando ha fatto le sue trasmissioni o ad Augias. I gesti mi vengono naturali. Io imparo a memoria ciò che devo dire e, non sapendo dove mettere le mani, le uso per sottolineare le parole. Un giallista deve avere come obiettivo la sintesi, meno fai vedere e meglio è. Fabio De Luigi è stato molto bravo a cogliere queste mie caratteristiche e a sottolinearle. Mi ha creato problemi d'identità tanto che qualcuno ha iniziato a dirmi 'Lo sai che somigli alla tua imitazione?' Ma ho raggiunto l'apice quando, mentre mi trovato a passare in mezzo a una convention della Guardia di Finanza in un hotel di Bologna, alle mie spalle ho sentito sussurrare 'Paura, eh'". Prima di salutarci, Carlo Lucarelli ci parla dei progetti futuri soffermandosi sull'esperienza poco felice del suo debutto alla regia. "Prima di tutto sono un romanziere" ci dice "perciò adesso sto preparando il seguito di Albergo Italia e un romanzo che vede protagonista il Commissario De Luca ambientato nel'53. Poi sto scrivendo una fiction tv gialla per Rai Uno, ma stiamo anche parlando di realizzare una nuova stagione di Coliandro. Per quanto riguarda il cinema non penso che tornerò a fare il regista. E' troppo faticoso e poi non è stata un'esperienza felice. Il mio film non è stato accolto bene a Roma, non è mai uscito in sala e in più un critico ha travisato le mie parole in conferenza stampa scrivendo che io avevo affermato di aver fatto un brutto film. Non era vero, perciò ho dovuto scusarmi con il cast". Da volto del piccolo schermo, cosa ama guardare Carlo Lucarelli da spettatore? "Guardo le serie tv più belle, quelle che hanno buone recensioni. Invece ho abbandonato i programmi tv sulla cucina, non li sopporto più anche se amo cucinare. Però non riesco a smettere di vedere X Factor".