Era la Contessina Sorokina nell'Anna Karenina di Joe Wright del 2012, l'abbiamo vista sirena nel trailer del nuovo film su Peter Pan e la attendiamo incantatrice nel cast di Suicide Squad, per ora la modella (e suonatrice di batteria) Cara Delevingne è l'adolescente in fuga di Città di carta, in uscita nelle sale italiane il prossimo 3 settembre. Non sono poche le cose in comune con la Margo Roth Spiegelman protagonista del film tratto dal Paper Towns di John Green, già apprezzato autore di Colpa delle stelle. L'abbiamo incontrata sul set 'scolastico' del North Carolina in uno dei più intensi dei 34 giorni di riprese per parlarne, e conoscerla meglio...
Viene naturale immaginarti nei panni di un'adolescente ribelle, capacità attoriali o davvero c'è qualcosa in comune tra te e Margo?
Cara Delevingne: Credo che la cosa più strana, quando ho letto il libro e la sceneggiatura, sia stata trovarvi molte storie e situazioni per le quali passa Margo che io ero in grado di riconoscere e con cui potevo identificarmi. Molte delle cose che dice sono cose che anche io ho detto in passato. Questo mi ha fatto davvero uscire di testa. Non siamo uguali, anzi, ci sono cose per le quali siamo diverse direi, ma anche molte che ci accomunano. Siamo due tipe molto impulsive.
E' stato facile quindi vincere la concorrenza nel provino?
E' soprattuto grazie a Nat Wolff che sono qui, se non fosse stato lui forse non l'avrei fatto. E' stato di grande aiuto. Ma ci siamo semplicemente trovati bene l'uno con l'altra. Sin dalle prime letture dello script. Abbiamo anche pianto molto insieme, ma perché Jake Schreier ci ha chiesto di improvvisare e ci siamo ritrovati ad commuoverci ed emozionarci molto, e questo deve essere stato il motivo principale. Abbiamo scoperto una chimica speciale tra noi...
E' quello che ha reso speciale questa esperienza? Abbiamo davvero creato un legame. Fare questo film è stato come tornare a scuola, ma in una high school americana. Per gli altri era una esperienza normale, ma la mia scuola in Inghilterra era decisamente più noiosa. Non avevo mai visto un armadietto prima! Per fortuna sono scappata via...
E cosa ti è piaciuto di più del film? Gli scherzi; quelli che abbiamo dovuto girare di notte. Faceva un gran freddo, ma son state le scene più divertenti.
Un set divertente, ma non solo. Qual è stata la parte più dura? Il fatto abbiamo dovuto lasciarci. Soprattutto dopo aver vissuto insieme, letteralmente. Eravamo in un appartamento, mangiavamo insieme, e abbiamo scoperto di avere cosi tanto in comune tra noi...
La sua scuola sarà pure stata noiosa, ma ora che sta lasciando questa forse sentirà la mancanza anche di quella... Oh si, mi manca tanto! Non ti accorgi di quanto sia facile la vita quando sei a scuola fino a che non la lasci. Per quanto ti sembri dura, quando esci fuori vorresti che qualcuno ti ci richiamasse.
E' difficile crescere? Per me l'età non esiste. Posso trovarmi con un bambino di 5 anni che gioca e si diverte o, come facevo da piccola, con mia nonna di 102 anni, alla quale parlavo come a una amica. Non considero l'età, credo sia stupido. Sarà che ho frequentato una scuola nella quale eravamo tutti insieme, adolescenti, trentenni e adulti. Se entro in contatto con una persona non mi importa quanti anni abbia, l'esserci gli uni per gli altri è importante. Necessario direi.
Anche questo genere di storie sembrano sempre meno per una categoria specifica, che ne pensa? Non credo che questa storia appartenga a un genere, o sia come altre storie. Non è una storia di fantasia su come si cresce, è molto vera. Credo sia questo il suo bello. Colpisce al cuore, ed è meravigliosa, divertente e triste, e rabbiosa. C'è tutto dentro, delle emozioni intrecciate, come nell'ansia di molti adolescenti.
Come vive la sua? Riuscirà a non perdersi la giovinezza con tanti impegni? Dobbiamo solo essere quello che siamo, e ricordarci le età che viviamo. Noi siamo ancora giovani, ma siamo cresciuti più velocemente, perché ci troviamo a dover fare cose più mature. Ogni tanto dobbiamo ricordarcelo di essere ancora giovani. Non credo però di star perdendo niente...
Come affronti questi problemi? Quelli meno tipici della tua età. Non ci penso, fino a che non devo farlo. Poi mi pongo il problema e vedo cosa succede.
E come vive il fatto che molta gente che incontri non la conosca davvero in fondo? Io stessa non so chi sono, come potrebbero gli altri?
Margo è uno specchio in cui altri si vedono. Anche in questo si sente come lei? E' esattamente quello che dicevo giorni fa: a volte mi sento come un riflesso della gente che ho incontrato da quando ho iniziato. E ho incontrato molta gente eccezionale... Comunque si, in qualche modo.
Un film importante nella sua carriera di attrice, pensa che adesso qualcosa cambierà? Questo è il mio sesto film, ma è stato completamente diverso. E lo amo! E' stato meraviglioso. In fondo è questo quello che volevo fare...
Da sempre? Si, da quando avevo quattro anni.
Perché? Qual è stato il motivo che ti ha spinta a volerlo tanto? Per me la cosa fondamentalmente è quella di provocare reazioni nella gente. Che sia farli piangere, ridere, urlare, spaventare... E poi è un modo per prendersi una pausa dal tuo essere te stessa, almeno nella tua testa. Perderti in un'altra persona. E' bellissimo perché puoi dimenticarti di tutto; per un breve periodo puoi essere chiunque. Credo sia un modo per imparare molto anche su di te.
Ti piace nascondersi dietro il personaggio che interpreti? Se dovesse aiutarmi a uscire da una situazione scomoda nella mia vita, perché no, certo. Ma in generale no. A volte mi accorgo di pensare nello stesso modo in cui penserebbe uno dei personaggi che interpreto. Non intendo ora, ma a volte, quando sono da sola.
Per ora questi personaggi sono tutto sommato piuttosto 'tranquilli', ma potrebbero diventare spaventosi... E' proprio quello che voglio! Vado in cerca degli estremi, di ruoli forti, disturbati, folli.
Città di carta è anche una storia di vendetta in qualche modo, tu credi nella vendetta? Secondo me la miglior vendetta è il successo. Ovviamente quando sei più giovane non te ne rendi conto. Ma per Margo è un gioco, un esperimento sociale, in fondo divertente. E la capisco, molto. Capita anche a me di farlo. Ma personalmente non credo nella vendetta in quanto tale.
Tornando alla sua immagine pubblica, la condiziona essere tanto sotto i riflettori, anche dei social che seguono ogni cosa che fate o postate? In fondo non è quella la realtà in cui vivo, è solo qualcosa che mi sta succedendo. Sicuramente non sono cosi sciocca da postare foto imbarazzanti, ma nemmeno ho intenzione di cambiare per colpa di qualcuno, né di essere quella che altri vogliono che io sia. Voglio essere me stessa e basta...