Ormai non esiste meccanismo o sfaccettatura di un'indagine di polizia che non sia stato indagato dal mondo della fiction: reparti investigativi speciali, squadre dai metodi operativi più che discutibili, consulenti esterni dai supposti poteri psichici e virtuosi degli schizzi di sangue, ce n'è per tutti i gusti. E c'è perfino il punto di vista dell'ex: è quello di Michael Westen, agente dell'FBI che si ritrova "bruciato", ovvero estromesso dall'agenzia, senza alcun motivo apparente e lasciato in balia dei propri nemici, senza più copertura e con i conti bancari congelati.
Priorità di Michael è ovviamente scoprire chi abbia ordinato il suo licenziamento, e soprattutto perché lo abbia fatto: interrogativi, questi, in parte risolti nelle prime due stagioni della serie, che si chiudono per il protagonista con un bel bagno chiarificatore nell'oceano.
L'incipit della terza stagione è il puntuale prosieguo di quell'adrenalinico finale: dopo essere riemerso dalle acque, Michael viene arrestato dalla polizia, e a trarlo d'impaccio arriverà una sua vecchia conoscenza, Harlan, pronto a coinvolgerlo nell'ennesima missione ai limiti dell'impossibile. E' con il secondo episodio della serie (Question & Answer), però, che si entra più in profondità in quelli che, presumibilmente, saranno i temi portanti della stagione: inizia infatti la persecuzione del detective Paxson, volitiva agente che ha messo gli occhi su Michael e spera di dimostrare il suo ruolo nei recenti episodi di violenza che hanno sconvolto Miami.
Vedere il proprio uomo tallonato da una donna tanto determinata non può certo fare felice Fiona, tenuta parzialmente a bada dalla madre di Michael, Madeline, dal canto suo ancora impegnata nella ricostruzione di parte della propria casa, esplosa in seguito ad una rocambolesca alzata d'ingegno di Sam.Da questo primo scorcio, la serie creata da Matt Nix sembra proseguire sul sentiero già tracciato: adrenaliniche scene d'azione, supportate da una regia dinamica e spigliata, e un protagonista un po' gigione coadiuvato da un team di personaggi sopra le righe.
Punto di forza di Burn Notice - Duro a morire è la volontà di non prendersi troppo sul serio, esaltando il lato più spettacolare e roboante dell'azione, ma senza fare troppe concessioni all'inverosimile. Anche per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, già ben avviata con le due stagioni precedenti, pare una giusta scelta quella di posizionarsi vicinissimi alla soglia del caricaturale, mettendo l'accento sui tratti più estremi e ironici dei protagonisti.
Bruce Campbell non può che confermarsi una scelta azzeccatissima in questo senso, ma anche Gabrielle Anwar e Sharon Gless sanno ben incarnare lo spirito dei loro personaggi.La fotografia e il montaggio assecondano la vocazione quasi fumettistica della serie, grazie a cambi di scena dinamici e inquadrature non convenzionali, che contribuiscono a mantenere sempre serrato il ritmo della narrazione.
Nonostante l'impronta umoristica data alla vicenda, Michael è protagonista di riflessioni non banali, che aprono a temi importanti come la responsabilità individuale, l'abnegazione ad una causa nonostante tutto, e la difficoltà di corrispondere alle aspettative che gli altri hanno su di noi; questioni sempre trattate con la dovuta leggerezza, ma non per questo liquidate con superficialità.
L'avvio di questa terza stagione, presentato al Telefilm Festival 2010, si dimostra all'altezza delle aspettative dei fan, riproponendo i punti di forza della serie e arricchendoli di nuovi significati, prima fra tutti la ferma volontà di Michael di riabilitare la propria immagine e di riprendere in mano la propria vita. Staremo a vedere se i burattinai che hanno tramato per la sua caduta usciranno definitivamente di scena, o se saranno ben altri i problemi che il nostro smaliziato ed efficiente protagonista dovrà affrontare.