Nato nelle Filippine, cresciuto tra Panama, Nicaragua e Portorico prima di fare ritorno negli USA da adolescente, Brian Yuzna è uno di quei pionieri del cinema indipendente capaci di creare un marchio di fabbrica con pochi soldi e tanta creatività. E pensare che l'autore di titoli come Society, Re-Animator, The Dentist e Necronomicon ha iniziato a fare cinema dopo i 30 anni, quando aveva già messo su famiglia. Per altro la moglie e i quattro figli sono comparsi spesso nelle sue opere totalmente artigianali. "Non ho mai studiato cinema. Ho imparato andando per tentativi, guardando i film e le persone" confessa Yuzna, ospite speciale visto che il Noir in Festival 2021 gli ha assegnato il Premio Svizzeretto.
A inaugurare la carriera di produttore di Brian Yuzna è l'incontro con l'opera di Lovecraft e col regista Stuart Gordon. Yuzna ricorda: "Cercavo un regista per fare un horror, un amico mi ha consigliato di andare a vedere una pièce teatrale a Chicago, dove Stuart era regista e direttore artistico. Stava cercando di esordire al cinema, anche se aveva un decennio di esperienza alle spalle. È stata sua l'idea di adattare Lovecraft, aveva già preparato la sceneggiatura per un pilot tv e quando me lo ha fatto leggere mi sono reso conto che era ottimo. Eppure adattare Lovecraft è un'impresa impossibile. Il suo racconto non conteneva personaggi femminili, non c'era una storia d'amore, ingrediente essenziale. Ho fatto qualche aggiunta ed è così che è nato Re-Animator".
L'analogico e il digitale al servizio del cinema di genere
Brian Yuzna non ha mai nascosto il suo amore per l'horror. La sua idea di cinema è molto vicina al sogno, anzi all'incubo. Come ci svela: "Amo il surrealismo e l'espressionismo, mi piace l'arte che somiglia ai sogni. Per qualche motivo, gli horror che ho visto da ragazzino mi hanno influenzato. Mi piace il cinema in generale, ricordo i film di Fellini e Bergman, ma non ho mai osato farne uno. Iniziando come produttore, mi sono subito concentrato sul lato commerciale, il mio compito era trovare i soldi". Mentre i film d'autore hanno standard elevati, come osserva Brian Yuzna anche horror brutti entusiasmano il pubblico. Il motivo? "Da ragazzi tutti amano l'horror perché è concentrato su sesso e morte, proprio come l'adolescenza".
La sua lunga esperienza come produttore e regista di film horror e di fantascienza, porta Brian Yuzna a riflettere sulla differenza tra effetti fisici e uso del digitale sempre più diffuso. "Nell'industria c'è un detto" confessa scherzosamente. "Cosa distingue l'horror dalla sci-fi? Se ci sono liquidi corporei è un horror, se c'è qualcosa di metallico si tratta di fantascienza. Il digitale è animazione, è sofisticato richiede un sacco di tempo, mentre gli effetti fisici sono come il lavoro coi pupazzi. Senza soldi, il digitale si fa male quindi nel cinema indie gli effetti fisici sono più diffusi. Io ho un'esperienza col digitale per un film che ho girato in Indonesia, Amphibious 3D, storia di uno scorpione gigante. Oggi c'è la tendenza a fare tutto digitale, ma gli effetti fisici ti danno libertà molto maggiore e costano meno".
Modelli e influenze
Dopo essersi fatto le ossa nella produzione, nel 1989 Brian Yuzna si mette alla prova come regista realizzando quel cult che è Society. Il film nasce dopo il fallimento di un progetto visionario che gli stava molto a cuore: "Quando ho ricevuto la sceneggiatura di Society, ho provato la stessa paranoia del protagonista. Il film è costruito come una tipica commedia scolastica anni '80, l'unica differenza è che qualcosa di orribile accade sotto la superficie. Ho cercato di rendere il tutto creando un'atmosfera surrealistica".
Il tocco di Brian Yuzna ha permesso di trasformare progetti borderline in successi di pubblico che hanno dato vita e vere e proprie saghe. Tra gli autori che hanno influenzato la sua produzione, il regista non manca di citare i maestri dell'horror italiani, in particolare "Mario Bava, Dario Argento, ma anche Lucio Fulci. Non solo hanno avuto successo, ma hanno gettato le basi affinché la tradizione proseguisse influenzando generazioni di autori. Dario Argento ha dato vita agli arthouse horror, La maschera del demonio di Mario Bava ha avuto un profondo impatto su di me. Il personaggio di Julie ne Il ritorno dei morti viventi 3 è plasmato su quel film. E poi non posso non citare Roger Corman e i suoi adattamenti di Edgar Allan Poe".
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L'esperienza alla corte di Walt Disney
Al di là dell'universo indie, Brian Yuzna vanta, però, anche una collaborazione decisamente mainstream, quella con per la popolare saga Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi. Facendo un bilancio dell'esperienza, il regista non può negare la potenza di un personaggio come Walt Disney, uno dei capisaldi dell'animazione: "Mi piacciono i suoi primi film pionieristici. Era un profondo conoscitore dell'animazione e questo lo ha aiutato a forgiare la compagnia che, pur avendo avuto i suoi problemi, è diventata una realtà potentissima. Uno dei miei film preferiti è Pinocchio, un racconto moralistico, ma anche così dark, è quasi un horror. Adoro Dumbo, film incredibile. Lo storytelling disneyano, così solido perché influenzato dalle fiabe dei Grimm o di Andersen, ha permesso di realizzare film amati da grandi e piccoli. Oggi solo Pixar riesce a realizzare opere di quel livello".