Un'inquietante e orribile storia vera, quella degli omicidi di West Mesa scoperti nel 2009 e ancora irrisolti, ha ispirato Boneyard - Il caso oscuro, thriller investigativo tra cronaca e finzione diretto da Asif Akbar e appena sbarcato sulla piattaforma Amazon Prime Video. Non si tratta di una ricostruzione fedele dell'accaduto, perché il film prende anche alcune strade autonome rispetto alla vicenda. Una libertà di azione che però non è stata sfruttata nel migliore dei modi.

C'è anche un cast non indifferente con Mel Gibson nei panni di un agente federale abile profiler e Curtis "50 Cent" Jackson in quelli del capo della polizia, coadiuvati da Nora Zehetner e Brian Van Holt che danno i volti alla coppia di detective. Ma come vedremo, ci sono poche colpe tra gli attori se il film è goffo e si rivela un mezzo pasticcio, non riuscendo a catturare lo spettatore nonostante la materia sia di quelle decisamente toste.
La trama di Boneyard: chi ha ucciso le 11 donne sepolte nel deserto?

In Boneyard - Il caso oscuro tutto parte quando il cane che una donna sta portando a passeggio, scavando ritrova delle ossa umane nei pressi di Albuquerque, in New Mexico. Ben presto la polizia scopre tutto attorno al posto un vero e proprio cimitero di corpi seppelliti e ormai ridotti a scheletri. Si tratta di 11 donne, scomparse qualche anno prima, che si scoprirà aver fatto tutte capo al mondo della prostituzione o della droga. A indagare sotto la guida del capo della polizia Carter (50 Cent). i due detective Young (Nora Zehetner) e Ortega (Brian Van Holt).

A dar loro man forte arriva l'agente Petrovick (Mel Gibson), un profiler dai modi bizzarri che vede la vicenda anche come un caso personale dopo aver perso una figlia in una sparatoria. Le indagini portano a due sospettati principali: un poliziotto violento (Michael Sirow) che spesso ha rapporti ambigui con le prostitute, e un disadattato solitario dai comportamenti disturbati interpretato da Weston Cage Coppola. Ma per nessuno dei due ci sono le prove necessarie a inchiodarli.
Materiale scottante, ma sceneggiatura confusionaria e dispersiva

L'incredibile e torbida storia autentica su cui si basa Boneyard - Il caso oscuro rappresentava un materiale potenzialmente esplosivo per farne un film. Vicende come questa, basta pensare a Zodiac, tra l'ossessione di chi indaga e l'eterna incertezza del colpevole, possono dar vita a prodotti cinematografici decisamente appassionanti. Purtroppo non è questo il caso.
Nel film di Asif Akbar è proprio la struttura narrativa che non funziona: manca totalmente la fluidità, si procede a strappi, in maniera talmente confusa e dispersiva da non riuscire a creare un minimo di tensione ed emozione nonostante lo scottante tema trattato. Sarà forse perché alla sceneggiatura confusionaria ci hanno messo mano in quattro, fatto sta che il prodotto desta una sensazione di disorganicità, e a penalizzarlo ulteriormente c'è anche un montaggio disordinato e poco avvincente.
Confessioni, melodrammi e flashback seppiati e ridondanti
Se il film lascia questa impressione, è perché ci troviamo di fronte a un affastellarsi caotico di segmenti di indagini, di melodrammi personali, di troppi flashback ridondanti, di confessioni, di rimandi e deviazioni continui e perfino di sermoni. Il tutto con un'insopportabile musica che fa da sottofondo perfino ai dialoghi più innocui.

In buona sostanza, nel tentativo di intrecciare gli elementi di cronaca con la finzione, il film fallisce proprio nel centrare le dinamiche emotive di un crime movie, perché non basta colorare di seppia gli elementi del passato per creare il giusto pathos. Senza dimenticare che anche la rappresentazione del mondo della prostituzione appare quantomeno discutibile.
Mel Gibson spassoso profiler in bermuda e camicia hawaiana
Qualcosa da salvare comunque c'è. Affiora in maniera discreta qualche focus più centrato sulla corruzione nelle forze di polizia, anche una certa ossessione dei detective per le loro soluzioni già mentalmente preconfezionate, ma resta soprattutto un Mel Gibson che riesce a far valere il suo carisma ed è davvero spassoso quando da esperto profiler si presenta in bermuda e camicia hawaiana, rimproverando i poliziotti di avvelenarsi con il caffè per poi chiedere loro un po' di erba per rilassarsi.

Peccato che il suo ruolo sia tutto sommato marginale. Meno convincente 50 Cent, che non sembra esattamente in parte e a suo agio nel ruolo di capo della polizia, anche se il suo sforzo è lodevole. Ma qui non si tratta di interpretazioni, perché anche i sospettati e la coppia di detective forniscono delle prove dignitose. Anzi proprio il cast forse è il più penalizzato da uno script che appare la vera palla al piede del film.
Conclusioni
Il thriller investigativo con Mel Gibson e 50 Cent è ispirato alla vera storia degli omicidi irrisolti di West Mesa, ma nonostante le discrete interpretazioni e il materiale scottante, non riesce a trovare il giusto registro narrativo per catturare lo spettatore e finisce per perdersi in una sceneggiatura confusa e sconclusionata.
Perché ci piace
- La vera e inquietante storia su cui è basato il film.
- Il carisma di Mel Gibson si fa sentire.
Cosa non va
- Uno script confusionario e dispersivo.
- I troppi flashback appesantiscono la narrazione.
- Un montaggio disordinato che non crea tensione.
- La musica è talvolta utilizzata in modo maldestro.