Bloody Calendar, la recensione: il calendario dell'Avvento che uccide

La recensione di Bloody Calendar: grazie all'uscita Midnight Factory ecco un horror franco-belga ad ambientazione natalizia. Per soddisfare i propri sogni, servono dei sacrifici...

Bloody Calendar, la recensione: il calendario dell'Avvento che uccide

Proprio in imminenza del Natale, ecco una storia per chi ama l'horror anche sotto l'albero e non vuole lasciarsi risucchiare dalle solite commedie, spesso melense, del periodo. La scopriamo grazie a Midnight Factory e alla recente uscita homevideo. Come vedremo in questa recensione, Bloody Calendar è un bizzarro film di produzione franco-belga scritto e diretto da Patrick Ridremont e ambientato proprio nel periodo che precede le feste di fine anno. Tutto parte da un regalo speciale, attorno al quale ruoteranno i sogni di una ragazza, ma il tema centrale è a quali e quanti sacrifici (anche macabri) si è disposti a sopportare, perché questi desideri si realizzino.

Cioccolatini, incubi e sangue

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Bloody Calendar: Eugénie Derouand in una scena del film

La protagonista di Bloody Calendar è Eva (Eugénie Derouand), una giovane ex ballerina rimasta paraplegica e costretta su una sedia a rotelle dopo un incidente stradale. Per il suo compleanno, l'amica Sophie le regala un antico e misterioso calendario dell'avvento tedesco. I dolcetti che ogni giorno sarà chiamata a mangiare, sono però molto particolari e porteranno a brutte sorprese, sia per le persone che a Eva sono indigeste, ma anche per quelle che in fondo ama. Soprattutto lei inizierà a entrare in una dimensione onirica, a vivere una sorta di incubo nella quale realtà e sogno si mescoleranno. Riuscirà incredibilmente a intravedere anche una possibilità di tornare a camminare, ma questo percorso dovrà per forza passare da macabri sacrifici e terrificanti eventi sanguinari.

Sogni, desideri e macabri sacrifici

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Bloody Calendar: una scena del film

Chi di noi non sogna un futuro migliore? E chi in questo periodo natalizio non lo augura a parenti e amici, ma in fondo lo spera anche per sé? Ebbene Bloody Calendar sfrutta proprio questa idea di fondo dei tradizionali desideri a cui spesso ci si lascia andare sotto l'albero, ma anche a quella vena egoistica che in fondo ognuno di noi ha, soprattutto chi dalla vita ha avuto una gigantesca mazzata. Come appunto una ragazza che nel pieno della sua giovinezza si è vista stroncare tutte le sue aspirazioni ed è costretta su una sedia a rotelle, con una vita sociale inevitabilmente complicata e segnata da mille problemi. Ovviamente il suo sogno è quello di ritornare a camminare, di riavere una vita normale.

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Bloody Calendar: Eugénie Derouand in una scena del film

Ma Eva non sta pensando affatto a questo quando riceve quello strano e elaborato calendario dell'Avvento di legno che l'amica ha pescato in un mercatino dell'usato tedesco. Un oggetto decisamente inquietante, visto che richiama all'ordine proprio parlando con il duro idioma germanico. Ogni giorno c'è una casella da aprire e un cioccolatino da mangiare, che però non è innocuo. Anzi, il marchingegno provocherà sangue, morti e tragedie, innescate da qualche demone che sembra appartenere al misterioso oggetto. E proprio qui qualcosa inizierà a scavare nella mente della ragazza, regalandole la speranza di riavere l'uso delle gambe.

La dimensione onirica alla lunga pesa e il finale è un po' furbetto

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Bloody Calendar: una scena del film

Di Bloody Calendar ci è piaciuta l'idea di ambientare un horror nel periodo natalizio, legandolo a tematiche strettamente tipiche di questo periodo. Certo non si tratta di una novità assoluta, anzi di film da brivido ambientati a Natale ce ne sono tanti, ma l'idea di lasciare da parte le atmosfere magiche e positive e scrollarsi un po' di zucchero di dosso, va comunque lodata. Anche perché la confezione è abbastanza curata e l'interpretazione sofferta di Eugénie Derouand è efficace nel descrivere i tormenti di Eva. Si percepisce la sua quotidiana difficoltà, messa ulteriormente in tilt dalla comparsa di una aggeggio spaventoso, che però allo stesso tempo le lascia una speranza di futuro.

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Bloody Calendar: una scena del film

Una miscela devastante, abbastanza difficile da trasmettere, mentre il gioco di sangue pretende il suo tributo. Va però detto che alla lunga questo perenne viaggio sul filo dell'equilibrio fra sogno e realtà, che fa dubitare anche della sanità mentale della ragazza, diventa un po' pesante, perché il film non riesce a reggere per intero questa dimensione onirica. E il finale? Potremmo forse dire che il regista in definitiva se ne lava le mani con un epilogo un po' furbetto: insomma si resta sospesi nel dubbio. E come quasi sempre in questi casi la differenza la faranno le diverse sensibilità: per alcuni sarà un finale affascinante, ad altri lascerà una sensazione di indigesta incompiutezza.

Il blu-ray: video e audio eccezionali, all'interno un booklet

Bloody Cover

Come detto, abbiamo potuto apprezzare Bloody Calendar grazie al blu-ray Midnight Factory, collana di Plaion Pictures. Un prodotto davvero eccellente sul piano tecnico, mentre per quanto riguarda gli extra c'è solamente il trailer, anche se nell'elegante confezione slipcase c'è il consueto booklet di approfondimento. Il video è eccezionale per compattezza e livello del dettaglio: tutto è descritto in maniera incisiva, sia sui primi piani che nelle ambientazioni. Il quadro resta solido e senza sbavature anche nelle scene più scure o nelle difficoltà di quelle oniriche, dove anche la sensazione di profondità resta elevata. Di grande impatto anche l'audio, con le tracce DTS HD Master Audio 5.1 sia in italiano che in inglese. Siamo di fronte a un audio dal forte impatto: nelle numerose scene dove il sonoro ha una parte fondamentale, basti pensare a tutte quelle più spaventose ma anche alla dimensione onirica vissuta da Eva, lo spettatore è avvolto da una robusta serie di effetti provenienti con precisione da tutti i diffusori, il tutto amplificato da un sub che picchia duro sui bassi nelle sequenze chiave.

Conclusioni

A conclusione della recensione di Bloody Calendar, bisogna riconoscere che l’horror di Patrick Ridremont funziona abbastanza nella scelta di ambientare una storia di terrore nel periodo natalizio, giocando sui naturali istinti umani dei desideri da realizzare. Spesso però la dimensione onirica del film fa perdere un po’ la bussola all’opera che non riesce sempre a mantenere il giusto equilibrio.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • L’antico calendario dell’avvento tedesco è decisamente inquietante.
  • L’interpretazione della protagonista, smarrita e incerta per quanto le sta accadendo.
  • La scelta di vedere quanto si è disposti a sacrificare in nome dei naturali egoismi umani.

Cosa non va

  • La costante dimensione onirica alcune volte è esagerata e rischia di far perdere la connessione con la storia.
  • Il finale è affascinante, ma a molti lascerà l’amaro in bocca per la sua incompiutezza.