Berlino 2010, giorno 8: svastiche, corano e puzzle
il Festival si avvia alle battute conclusive, proponendo gli ultimi titoli in concorso: dal bosniaco 'On the Path', al fallimentare 'Jud Suss', passando per l'argentino 'Puzzle'
Ultimi giorni per la 60esima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, che si avvia gradualmente alla conclusione proponendo un numero inferiore di film, in attesa del gran finale di sabato con il film di Yoji Yamada, Otouto, e l'assegnazione dei premi.
I primi due film della giornata hanno cercato di affrontare temi profondi: On the Path torna ad affrontare il tema della religione, dopo Faith (presentato ieri) e segna il ritorno di Jasmila Zbanic alla Berlinale dopo l'Orso d'oro vinto alcuni anni fa con Grbavica - Il segreto di Esma. La regista bosniaca affronta il tema della religione e dell'approccio ad essa, concentrandosi sulla coppia formata da Luna ed Amar e dei problemi che subentrano nel loro rapporto nel momento in cui lui diventa molto più fondamentalista. La Zbanic si mantiene distaccata e racconta la storia in modo lineare, senza particolari slanci e senza strafare, ma senza nemmeno cedere a trovare e soluzioni banali.
Di livello ben più basso Jud Süß del regista de Le particelle elementariOskar Roehler. Il film descrive la genesi del film di propaganda antisemita Süss L'ebreo, voluto da Goebbels durante il regime nazista, dal punto di vista dell'attore protagonista Ferdinand Marian (interpretato dalla star tedesca Tobias Moretti). Fischiato con forza dal pubblico dei giornalisti in sala, Jub Süss rappresenta un sonoro fallimento da qualunque punto lo si guardi: documento storico, opera di denuncia, ritratto psicologico della presa di consapevolezza del protagonista. Realizzato con un'estetica televisiva, penalizzato da notevoli cadute di tono e sconfinamenti nel kitsch, il film purtroppo non riesce a salvarsi nemmeno sul versante delle interpretazioni del cast, eccessivamente caricate.
Il concorso ha presentato anche Puzzle di Natalia Smirnoff, film argentino tutto incentrato sul personaggio di Maria del Carmen, una casalinga dedita esclusivamente alla sua famiglia e splendidamente interpretata da Maria Onetto. Unica forma di distrazione di Maria, il puzzle che scopre essere un suo talento così cristallino da farsi coinvolgere da un torneo nazionale che vince in coppia con un raffinato uomo della capitale di cui finisce per innamorarsi. Al di là di un tema poco avvincente e di riso involontario, il film racconta con gentilezza e profondità la quotidianità della protagonista, ma eccede in una messa in scena claustrofobica, tutta costruita addosso alla protagonista con camera a mano.
La "piccola" (ma grande) sezione Generation Kplus, rivolta al pubblico più giovane, propone invece un altro lungometraggio di animazione giapponese: Welcome To The Space Show di Koji Masunari. Surreale viaggio spaziale di quattro ragazzini durante una vacanza estiva, il film - indirizzato agli spettatori più piccoli - si segnala per la creatività delle trovate visive e per la spensieratezza e leggerezza del tono.