Il 57esimo Festival di Berlino si avvia alla conclusione ed anche per l'ottava giornata sono stati presentati tre film che concorreranno per l'Orso d'Oro: Bordertown di Gregory Nava, il coreano Desert Dream di Zhang Lu e il francese Ne touchez pas la hache di Jacques Rivette.
Il film di Nava racconta la storia di Lauren, ambiziosa giornalista di Chicago che sogna di poter andare in Iraq come inviata. Il suo capo però, la manda a Juárez, una città che si trova sul confine tra gli Stati Uniti e il Messico, dove si stanno verificando una serie di omicidi. Le vittime sono tutte giovani donne che lavorano in fabbriche che producono prodotti elettronici a basso costo per il mercato americano. Bordertown è una pellicola deludente sotto tutti i punti di vista, realizzata in modo approssimativo, recitata in modo mediocre, ma soprattutto scritta molto male. Inoltre risulta superficiale nell'affrontare il tema di cui si occupa, che meritava un rispetto ed una serietà maggiori. Tra gli interpreti del film Antonio Banderas - che nei giorni scorsi a Berlino ha presentato il suo secondo film da regista, El camino de los ingleses - e Jennifer Lopez che questa mattina ha presentato il film alla stampa internazionale presente alla Berlinale. Sexy come sempre, J.Lo è stata accolta da una folla urlante che l'aspettava all'uscita dell'Hotel Grand Hyatt, ed è stata premiata da Amnesty International che le ha conferito il premio Artists for Amnesty proprio per il ruolo interpretato in Bordertown. E' la seconda volta che l'attrice e cantante di origini ispaniche lavora con Nava, che l'aveva diretta nel suo primo film, una biopic sulla cantante Selena.
Desert Dream è ambientato in un villaggio al confine tra Cina e Mongolia, abbandonato da tutti i suoi abitanti per l'avanzata del deserto. Solo Hungai resta al suo posto, impegnato a piantare alberi, ed accoglie due esuli coreani, una madre con il figlio piccolo. Sono la desolazione e la solitudine dei tre, nonchè la loro difficoltà di comunicazione, al centro del film, che non riesce però a comunicare allo spettatore empatia nei loro confronti, forse a causa dell'inutile ed eccessiva prolissità.
Il terzo e ultimo film in concorso di questa ottava giornata, Ne touchez pas la hache è ispirato a La duchesse de Langeais, una novella de La commedia umana di Honoré de Balzac e racconta la drammatica love story tra la duchessa Antoinette de Navarreins e il generale francese Armand de Montriveau. Il film di Rivette, che è interpretato da Jeanne Balibar, Guillaume Depardieu, Bulle Ogier, Michel Piccoli e Remo Girone, un esempio sontuoso ma ormai datato di cinema vecchio stampo.
Tra gli altri film presentati nelle sezioni non competitive, uno dei più attesi era certamente I guardiani del giorno, secondo capitolo della saga fantasy-horror diretta da Timur Bekmambetov ed ispirata dai romanzi di Sergei Lukyanenko. Nel sequel de I guardiani della notte, che fu presentato proprio a Berlino due anni fa, una giovane donna appartenente alle Forze dell'Oscurità viene uccisa a sangue freddo e i primi sospettati sono i membri delle Forze della Luce. Di conseguenza il fragile equilibrio tra la Luce e l'Oscurità si infrange.
I guardiani del giorno è un film accattivante e fantasioso che non deluderà coloro a cui è piaciuto il primo episodio della saga. Il montaggio serrato, certe sequenze spettacolari e la forte ironia, ne fanno un film che intrattiene piacevolmente lo spettatore per più di due ore.
Tra i film della sezione Panorama, oggi è stato presentato il tedesco Ferien, diretto da Thomas Arslan: un dramma familiare girato in maniera piatta ed interpretato da Leyla Bobaj,
Uwe Bohm e Karoline Eichhorn.