Ad aprire l'ottava giornata di Festival, per la sezione dei film in concorso è il film Come Rain Come Shine - un titolo che sembra un'invocazione, ma non ha sortito alcun effetto, visto che il cielo di Berlino è rimasto dello stesso color ghiaccio dei giorni scorsi. Il film, diretto dal coreano, Lee Yoon-ki che alla Berlinale aveva già presentato il suo This Charming Girl, qualche anno fa, è la storia di una coppia che sembra essere arrivata alla fine del proprio rapporto (un tema ricorrente di questa edizione) e trascorre un'ultima giornata insieme. E' una pellicola dai tempi lenti, che rivela pian piano tutte le sfumature del rapporto che i due protagonisti hanno costruito, ma soprattutto è una pellicola ben recitata, che restituisce tutta l'atmosfera dolcemente maliconica di una giornata piovosa. Pur non essendo un film per tutti i palati, Come Rain Come Shine è sicuramente un film affascinante, nel quale lo sguardo dell'autore si sofferma con eleganza sulle piccole e grandi cose che formano un rapporto a due.
Un applauso più convinto ha accolto il finale del secondo film in concorso presentato in mattinata, il tedesco If Not Us, Who?, diretto da da Andres Veiel, che racconta una pagina di storia della Germania che va dagli anni '60 ai '70, e che vide protagonista Gudrun Ensslin, co-fondatrice della Rote Armee Fraktion insieme ad Andreas Baader. Anche in questo caso, le prove attoriali sono convincenti, ma il film manca di un vero ritmo narrativo, tra l'altro rallentato da continui filmati d'archivio che si inseriscono nel racconto di fiction.
Il terzo film che ha concluso l'ottava giornata, sempre per quanto riguarda i film in concorso, è il dramma psicologico Lipstikka, una regia firmata da Jonathan Sagall incentrata sul legame tra due donne adesso adulte, che tuttavia condividono un episodio traumatico avvenuto anni prima. La fotografia accattivante è il punto di forza di questo film, che si divide tra sequenze relative al presente e al passato, rappresentate con cromaticità differenti. La macchina da presa sfiora i volti e i corpi dei protagonisti in maniera sensuale, e al tempo stesso mette in luce i loro drammi personali. A chiudere la sezione Forum, per questa edizione del Festival, oggi è stato presentato The Stool Pigeon di Dante Lam. Si tratta di un action-poliziesco stilizzato e pieno di ritmo in cui l'aspetto tecnico gioca un ruolo fondamentale, con un montaggio molto particolare, le numerose sequenze al ralenty e le musiche che spesso fanno da contrasto alle immagini che scorrono sullo schermo.Ormai la 61esima edizione della Berlinale è agli sgoccioli, e per quanto riguarda il concorso, domani toccherà all'ultimo film, The Forgiveness of Blood, diretto da Joshua Marston e poi sabato sera ci sarà l'assegnazione dei premi. Tra i film più amati dalla critica, tra quelli presentati finora in concorso, il thriller drammatico Nader And Simin, A Separation, e The Turin Horse di Bela Tarr, ma bisognerà vedere quali saranno le preferenze della giuria guidata da Isabella Rossellini.