4 aprile 1978, in Italia arriva UFO Robot Goldrake. Chi scrive era un bambino seduto davanti alla TV pronto a farsi cambiare la vita. 23 agosto 2023, 45 anni dopo quel momento rivoluzionario, ci ritroviamo a scrivere la recensione di Armored Core 6 - Fires of Rubicon dopo giorni di sudore e lacrime, fatica e dolore, ma anche gioia ed esaltazione. Giorni in cui quella scintilla accesa dall'arrivo delle serie robotiche di Go Nagai è esplosa in una incontrollabile fiammata. Questo è l'effetto che fa il gioco (ma in realtà l'intero franchise) FromSoftware su chi ha vissuto ed ha la passione per le serie robotiche, perché è un titolo che mette il giocatore alla guida di potente mech per affrontarne altri ancor più forti e ostici da sconfiggere. È non è una sorpresa, perché si tratta di un gioco FromSoftware.
Scontri, esplosioni... ma anche una trama cupa
Quello che invece sorprende è la storia che Armored Core 6 ci racconta, tra un'esplosione e l'altra, motivo che ci spinge a scriverne e affrontarlo anche dal punto di vista cinematografico, anche se non rientra propriamente nei giochi più spinti sul piano narrativo, come The Last of Us, Uncharted o altri che segueno questo approccio. Quel che sappiamo sin dall'inizio è di essere un umano potenziato, qualcuno di modificato, alterato sia sul piano genetico che tecnologico, con lo scopo di renderlo letale in battaglia. Un upgrade che non arriva senza conseguenze, che si ottiene sacrificando le emozioni e soffrendo di un'instabilità mentale. Non dobbiamo stupirci se veniamo identificati solo come C4-621, se Walter, la voce che ci fornisce comunicazioni e guida, ci tratta alla stregua di una macchina, di una pedina sacrificabile, nello spedirci su Rubicon con una discesa illegale subito intercettata dai satelliti di difesa che orbitano attorno al pianeta, impedendoci di atterrare laddove era previsto.
Così comincia la nostra avventura in Armored Core 6, tra una licenza come mercenario da procurarci, che ci vale un identificativo ben più epico e giusto dell'anonimo 621, e l'ordine di concentrarci solo e soltanto sul lavoro da svolgere, sulle missioni da portare a termine, una dopo l'altra, per accrescere la nostra fama ed esperienza sul campo. Sopravvivendo e perseguendo la ricerca di quel bottino che può sistemarci per la vita: il Coral, quella sostanza così potente da poter portare l'umanità a un nuovo livello di evoluzione tecnologica. Inutile dire che sopravvivere su Rubicon non sarà cosa semplice, controllato com'è da megacorporazioni che mirano al nostro stesso obiettivo e con le quali dobbiamo fare i conti, tra conflitti e figure ambigue da cui ricevere lavori e con cui dover trattare.
Il complesso ecosistema di Rubicon
Abbiamo già citato Walter, ma non è l'unico supporto che avremo nel portare avanti i nostri incarichi. Prezioso è anche l'apporto della ALLMIND, un sistema di supporto per i mercenari, una macchina della origini misteriose che ci mette a disposizione una serie di servizi essenziali per chi fa il nostro lavoro, dall'addestramento simulato all'accesso alla rivendita di nuovi componenti con cui migliorare il nostro Armored Core. Sul fronte opposto c'è chi questo pianeta lo vorrebbe tutto per sé, gente come la Balam Industries o la Arquebus (con le loro sussidiarie Dafeng Core Industry e Schneider), o ancora le forze militari che rispondono al nome di Redguns e Vespers. Insomma ce n'è per tutti i gusti per animare le ambientazioni desolate e climaticamente variabili che fanno da sfondo alle nostre missioni sul pianeta, che spaziano da distese desertiche ad altre ammantate di neve, fornendo varietà visiva e ludica.
Un gameplay che si padroneggia con naturalezza
Armored Core 6 è un gioco diverso dai suoi predecessori per alcune dinamiche, ma è anche fedele a se stesso e lo spirito della serie di titoli di Maseru Yamamura. Non è un gioco facile, ma questo dovrebbe essere prevedibile data la fama delle produzioni FromSoftware e dei loro souls, non per ultimo il fenomeno globale Elden Ring. Non è però un gioco impossibile, perché la software house è sempre abile nel gestire la curva di apprendimento del giocatore e le crescenti difficoltà che si trova ad affrontare: si prova, si muore, si impara. Ed è sorprendente quanto sia naturale arrivare a padroneggiare tutti gli armamenti e i movimenti del nostro mech, che ci ritroviamo a far muovere con sorprendente agilità nei luoghi degli scontri, nonché le tante informazioni a schermo, da usare come input su come reagire a quanto accade nel corso delle battaglie.
Il nostro Armored Core dimostra una versatilità e fluidità di movimento importante, che risponde in modo adeguato alle diverse configurazioni che possiamo modificare per adattarci alle più disparate situazioni. Da questo punto di vista, il gioco è una gioia per gli appassionati di robottoni che possono divertirsi a ottimizzare la propria macchina per ogni esigenza, per muoversi a proprio agio in arene di combattimenti che fanno della tridimensionalità la propria caratteristica principale: ci si muove, e si combatte, in ogni direzione in Armored Core 6 come nei suoi precedessori, rendendo ogni scontro stimolante e complesso. Una sfida continua che ci costringe ad avere occhi ovunque e riflessi scattanti.
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Assemblare e gestire
Se assemblare il proprio mech è un aspetto fondamentale, guidarlo lo è altrettanto, perché bisogna imparare a gestire la configurazione che abbiamo messo a punto, sfruttando l'energia a disposizione per sollevarci in aria, fare importanti quickboost in avanti (verso o lontano dal nemico che siano), aspettando i tempi di ricarica delle armi che abbiamo equipaggiato. C'è bisogno di strategia, oltre che di rapidità di reazione, imparando a conoscere il proprio nemico e identificando i suoi punti deboli da sfruttare a proprio vantaggio. Battaglie che sembrano insormontabili diventano improvvisamente gestibili una volta capito come equipaggiare il proprio mezzo per l'occasione, e come agire per affrontare il nemico.
Per far ciò c'è bisogno di dedicare tempo e molte morti alle situazioni più difficili. Provare, uscire sconfitti e imparare dall'esperienza. Per andare avanti e scoprire le sorprese e gli sviluppi che ha in serbo per noi il mondo del gioco e il suo sviluppo narrativo per nulla banale. Armored Core 6 è un gioco complesso che dà grandi soddisfazioni, ma richiede una grande dedizione. Un impegno che viene ampiamente ripagato.
Conclusioni
Il nostro giudizio non può che essere positivo, come è evidente dalla nostra recensione di Armored Core 6 - Fires of Rubicon. Il gioco ha un livello di sfida importante, ma anche una curva di apprendimento studiata con cura, che permette all’utente finale di godere delle sue potenzialità ed essere ripagato ampiamente per gli sforzi e il tempo dedicati al gioco. Sia sul piano puramente ludico e di gameplay che da quello narrativo, per uno sviluppo della storia ricco di pathos e snodi imprevedibili, capaci di coinvolgere e stupire.
Perché ci piace
- Il pianeta Rubicon, con tutto il suo ecosistema di corporazioni e realtà che lo abitano, oltre che personaggi che poco per volta impariamo a conoscere ricevendo le loro comunicazioni.
- Il tono cupo della storia in cui ci troviamo coinvolti.
- Il senso di pathos che ammanta il racconto e l’azione di gioco.
- Le possibilità offerte dal gameplay, che permette di ottimizzare e gestire il proprio mech per affrontare sfide sempre più difficili.
Cosa non va
- Il gioco chiede dedizione e tempo, che molti potrebbero non essere disposti a dedicargli. Ma attenzione perché questi sforzi sono ampiamente ripagati.