Paramount+ non offre solo serie e film ma intrattenimento a 360° e per gli appassionati di reality e dating show ecco arrivare l'ultima novità in tal senso. Are You the One? Italia è la versione locale dello show di MTV, prodotta da Fremantle, disponibile dal 15 febbraio sulla piattaforma con appuntamento settimanale. Per chi volesse guardare il primo episodio, sappiate che il 19 febbraio sarà disponibile anche su Pluto TV e alle 21.00 anche su MTV (canale Sky 131 e in streaming su NOW) e VH1 (canale 167 DTT, 22 Tivùsat e Sky canale 715). La novità è duplice, non solo il format per la prima volta trasportato da noi ma anche il suo conduttore, che debutta insieme al gioco: Luca Vezil, content creator da oltre un milione di follower e già ambassador di diversi brand iconici, si è tuffato in quest'esperienza insieme ai concorrenti, facendo tesoro della sua esperienza pregressa e di quella che gli ha dato lo show. Ce lo ha raccontato su Zoom ed ecco cosa è emerso dalla chiacchierata, ma prima un passo indietro e vediamo come funziona questo nuovo reality show.
Come funziona Are You the One? Italia
Dieci ragazzi e dieci ragazze dovranno trovare il vero amore, che è tecnicamente è già stato scovato da un team di esperti che ha messo insieme dieci match perfetti all'interno del gruppo. Per vincere il montepremi di 200.000 euro i concorrenti dovranno individuare tutti i dieci match, pena la perdita dell'intera somma di denaro. Una serie di giochi e di sfide darà ai ragazzi la possibilità di conoscersi meglio, per arrivare a scoprire i match perfetti. Sarà la casa a scegliere infatti una coppia tra i vincitori di ogni sfida, da votare nella Stanza della verità, l'unico luogo che può confermare se si tratta di una "coppia perfetta" o meno. Un po' dating, un po' reality, un po' game show: tante anime in una.
Ovviamente Are You the One? Italia sarà attivissimo anche sui canali social Facebook, YouTube, Instagram e Twitter, e su quelli di MTV Italia si potranno vedere anticipazioni degli episodi, ma anche contenuti video esclusivi con interviste dietro le quinte. Confermato anche il successo delle video reaction alla quarta stagione di Ex On The Beach Italia, si replica con il miniformat Are You The One? IPants Reaction in cui lo youtuber Tony IPants e i protagonisti dello show insieme ad alcune guest star commenteranno insieme le puntate.
Are you the one? Italia: il dating game con Luca Vezil disponibile su Paramount+ dal 15 febbraio
Are You the One? Italia, l'intervista a Luca Vezil
Primi passi
Dato che sei alla tua prima conduzione, cosa ti spaventava di più e cosa ti invece stuzzicava di questa esperienza?
Mi spaventava il non avere idea di cosa sarei andato a fare. Nel senso che io sono uno che tende molto a prepararsi prima di affrontare le novità e mi faceva sentire insicuro non essere abbastanza pronto. Mi stuzzicava invece l'idea di imparare qualcosa di nuovo, e farlo sul campo ancor più che sui libri. Questo è il motivo principale per cui mi sono detto "Ma sì, facciamolo".
Che cosa distingue questo dating show dagli altri visti finora?
Intanto a monte di Are You the One? Italia c'è uno studio psicologico quindi non c'è improvvisazione nello scegliere i partecipanti. L'aspetto che inoltre lo differenzia dagli altri è che c'è un montepremi ma viene diviso tra tutti i concorrenti. Non c'è una persona che ambisce a vincere il premio ma questo viene vinto se tutti lavorano su se stessi e imparano anche a collaborare tra loro. Si crea così una sorta di armonia, senza escludere ovviamente delle diatribe amorose. Una volta che si capisce che magari non si è match perfetti si dovrebbe cercare di remare tutti nella stessa direzione.
Come hai impostato il tuo rapporto con i concorrenti? Poliziotto buono o poliziotto cattivo?
A me era stato dato il compito di essere un poliziotto abbastanza cattivo, per legittimare un po' il mio ruolo e non essere troppo buono con i concorrenti. Questo è durato cinque minuti scarsissimi (ride). Io per carattere sono molto empatico. Sono stato 20 giorni a Gran Canaria senza sapere cosa succedeva all'interno della villa. Siccome io ho lo 'spoiler facile' e tendo ad aiutare, ad un certo punto mi hanno detto: "Non passare per la sala regia, meglio che tu non sappia niente, ti diciamo noi più o meno cosa è successo prima di entrare, e tu continua così". Insomma alla fine sono stato un poliziotto buonissimo. L'aspetto che mi porto dentro è che i ragazzi hanno creato un bel rapporto tra di loro ma anche con me è nata un'ottima complicità che ci portiamo dietro tutt'ora, quindi sono molto soddisfatto.
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L'importanza della location
Insomma, sei il Tom Holland di Paramount+ per quanto riguarda gli spoiler. So che sei un amante dei viaggi, lo sport e la natura. Si sono rivelate utili queste tue passioni per quest'esperienza?
La passione per i viaggi in realtà molto poco, nel senso che quando vado in un posto che sia per piacere o per lavoro mi piace visitarlo, scoprirlo. Lì ho visto fondamentalmente l'albergo, quello che scrutavo dal finestrino passando col van e la villa. Mi è dispiaciuto perché il viaggio l'abbiamo un po' accantonato. Anche la natura l'ho vissuta marginalmente per gli stessi motivi, anche perché avevamo poco tempo libero, però sono riuscito a vedere una spiaggia e delle dune mozzafiato. Lo sport al contrario mi è servito molto perché tutti i giorni la mattina presto andavo ad allenarmi per una questione di preparazione e di rilascio di ansia e adrenalina e questo mi ha aiutato tanto.
A proposito di location, Gran Canaria è stata scelta per questa prima edizione di Are You the One? Italia. Quanto conta secondo te l'ambientazione per trasmettere la giusta atmosfera sia a te come conduttore che ai concorrenti sul set e infine agli spettatori a casa?
Secondo me tanto, perché si presta a diversi utilizzi. Avevamo la villa che di per sé era divisa in vari ambienti: la piscina, la zona relax, le camere. Poi c'era la parte legata alle sfide e ai date, che erano allestiti in esterna, e Gran Canaria offriva varie location, dalla spiaggia alla vigna fino alla montagna. Questa eterogeneità di ambienti tiene incollati allo schermo. A differenza ad esempio del Grande Fratello, per citare un format celebre, che è un po' claustrofobico perché l'ambiente è quello. Nel nostro caso invece non c'è mai una situazione uguale all'altra, in un certo senso. Ci sono dei momenti che sono volutamente ripetitivi, di solito quelli in cui intervengo io. La cerimonia serale che abbiamo allestito che è bellissima. Dico "abbiamo" ma in realtà "hanno", mi sento oramai parte della famiglia. "Abbiamo" quando le cose vanno bene e mi prendo i meriti, "hanno" quando c'è qualcosa che non va (ride).
Hai già capito come funziona il ruolo del conduttore insomma. Ti piacerebbe tornare in un'eventuale seconda edizione o comunque continuare l'esperienza di conduzione o preferisci finirla qui per il momento?
Io l'ho detto in tempi non sospetti, quando eravamo ancora a Gran Canaria dietro le quinte, che mi sarebbe piaciuto tornare. Non nego che sia stata pesante come esperienza: un mese lontano dalla tua comfort zone, dalla tua routine, dopo un po' te ne rendi conto e la senti, ma se me lo chiedessi adesso, la rifarei subito. È un'esperienza che alla fine ho sentito mia, mi sono sentito una componente del tutto, quindi mi piacerebbe rifarla. Non dico che l'ho percepita come un figlio, ma se ci dovesse essere un altro parto, mi piacerebbe assistere in sala.