Amore e odio lungo i tasti del pianoforte
Storia ruvida e brutale, quanto appassionata e commovente sull'amore per la musica come espressione ritmica di istinti nascosti, di recondite emozioni, di un passato tormentato e crudele.
Nel carcere femminile di Luckau, due donne del tutto diverse si trovano a confrontarsi ed inevitabilmente scontrarsi: Traude Krüger, una rigida insegnante di piano ottantenne che impartisce lezioni alle detenute, scopre che una di loro, Jenny, benché aggressiva e mentalmente squilibrata, è dotata di un eccezionale talento musicale. La vecchia signora tenta in ogni modo di convincere la ragazza a coltivare il suo dono, ma si scontra con un muro di resistenze fatto di traumi, paure, improvvise reazioni violente e totale riluttanza alla disciplina.
Da una parte il rigore e l'intransigenza stretti in un grigio chignon, dall'altro il rifiuto delle regole e delle proprie capacità in un volto tumefatto dalle risse e nelle mani corrose dai propri morsi.
L'inflessibile classicismo di Schumann di fronte all'irrequietezza sonora dell'hip hop: due poli opposti uniti da un comune tormento interiore, coltivato dal dolore dei ricordi, e da una connaturata necessità di sfogarsi attraverso la musica, catalizzatore di odio e amore.
Il difficile rapporto tra insegnante e allieva si arricchisce pian piano di umanità: attraverso rivelazioni in flashback e flashforward, le storie torbide e controverse delle due protagoniste si avvicinano quasi a toccarsi.
Il racconto si snoda nella sua complessità narrativa mantenendo il pubblico in tensione ed emotivamente coinvolto. Una straordinaria colonna sonora (Annette Focks) e una fotografia graffiante (Judith Kaufmann) contribuiscono all'impatto delle scene sia nei momenti di cruda violenza che in quelli più struggenti.
Le sequenze si caricano poi di particolare irruenza soprattutto quando le immagini non sono mostrate con la presa diretta, ma restano visivamente nascoste ed espresse tramite il complesso degli elementi. Impressionante, ad esempio, la scena in cui Jenny aggredisce e quasi uccide Mütze, un agente del carcere, e la camera inquadra prima un insetto che si contorce sul pianoforte e poi segue la signora Krüger che impassibile esce dalla stanza, mentre la musica trascina il battito cardiaco dello spettatore.
La profonda intensità di questo Quattro minuti è quindi merito del lirismo del bravissimo regista e sceneggiatore Chris Kraus, astro nascente del cinema tedesco qui al suo secondo lungometraggio, ma anche e soprattutto della toccante interpretazione delle due attrici: la già famosa Monica Bleibtreu e l'esordiente Hannah Herzsprung.
Si attendono adesso i risultati degli imminenti German Film Awards, i LOLA, per i quali Quattro Minuti può vantare ben otto nominations, dalla prima all'ultima strameritate.