Dopo il successo de La terra dell'abbastanza e Favolacce, i fratelli Damiano e Fabio D'Innocenzo arrivano a Venezia 78 con il loro ultimo film, America Latina. Al centro della storia Massimo, interpretato da Elio Germano, un dentista di Latina che vive con la moglie (Astrid Casali) e le due figlie in una villa di campagna. Un giorno, scendendo in cantina, l'uomo si troverà davanti ad un fatto terribile, una bambina legata in mezzo alla sporcizia e in stato quasi catatonico. Secondo i due registi si tratta di un thriller, ma anche di una storia d'amore - "è solo amore" recita la tagline del film -, ed è proprio da qui che siamo partiti durante la conferenza stampa di presentazione di America Latina.
I fratelli D'Innocenzo ci hanno spiegato che cosa significa per loro l'amore e perché questo sentimento è così importante nel loro film: "Per noi parlare d'amore significa anche parlare di ossessioni, di suspense, ma anche di un senso d'incertezza nell'avvenire, di emozioni, ma anche di thriller, di variabili impazzite. America Latina è un film estremamente tenero," ci ha spiegato Fabio D'Innocenzo. Suo fratello Damiano ha continuato dicendo che "America Latina non è chiaramente un thriller, è un film volutamente ambiguo e sarebbe meglio definirlo thriller psicologico. Noi non amiamo seguire alla lettera un genere, ci piace però conoscerne le regole, approfittarcene e poi aggirarle. Per me questo contiene tanti generi diversi ma non ripete quello che abbiamo già fatto."
Il personaggio di Elio Germano
La parola è passata poi a Elio Germano, che ci ha raccontato come ha costruito il suo personaggio: "Massimo è l'antitesi dell'uomo vincente e il film parla della volontà di entrare in un determinato modello, in un immaginario. Ho creato un personaggio che non riesce ad essere quel tipo di persona che la società vorrebbe che lui fosse, gli ho dato delle caratteristiche femminili, ha una fortissima sensibilità."
"Il femminile ci salva, questo è il tema che volevamo esplorare. L'amore riesce a rimettere i pezzi a posto, anche se non corrisposto, quando amiamo ci sentiamo persone migliori e rendiamo il mondo più bello," ha spiegato Fabio D'Innocenzo, che poi ha raccontato che insieme al fratello ha scritto il soggetto di America Latina quando si trovava a Berlino per il Festival del Cinema dove è stato presentato Favolacce. "_Volevamo esorcizzare la tensione del concorso, e quindi ci siamo buttati nella scrittura. Volevamo fare un film meno frammentario, meno episodico rispetto a Favolacce. Volevamo incentrarlo su un personaggio che vive la storia, che ce la fa vivere come spettatori. Una storia che doveva essere molto immersiva. Cercavamo un nuovo esordio."
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Una storia giocata sul doppio
Nella storia dei D'Innocenzo hanno un ruolo di rilievo anche i personaggi femminili, in particolare la moglie di Massimo di Astrid Casali: "È stata un'esperienza estremamente emozionante, questo film mi ha aiutata a trovare grande fiducia in me stessa, sono riuscita a entrare in contatto con la mia parte più ferita, più vera. È stato un percorso davvero indimenticabile."
Elio Germano è poi tornato sul suo personaggio: "Viviamo in un'epoca in cui siamo sempre chiamati in un ruolo, un modello vincente. Tutto viene schiacciato in questa prospettiva e bisogna essere performanti, contano solo i numeri non i sentimenti. Il titolo America Latina rappresenta un'antinomia tra l'America ideale, tra il come vogliamo apparire, e quello che in realtà siamo, la dispersione di un luogo che prima era una palude come Latina. Noi nascondiamo sempre qualcosa di noi che non vogliamo che trapeli. Quando questa cosa che c'è sotto viene fuori, mette in crisi questa dialettica, siamo schiacciati da questa conflittualità."
Tra gli elementi che più rimangono impressi durante la visione c'è anche la cura della scenografia, in particolare colpisce la casa di Massimo, dove si svolge parte del racconto. Damiamo D'Innocenzo ci ha spiegato: "la casa è un punto necessario per delineare l'aspetto visivo fondante del film, America Latina è tutto giocato sul doppio, sul sopra e il sotto, abbiamo trovato questa villa impossibile, sbagliata, come un dente storto ed eravamo molto affascinati da quello sbaglio. Era una villa impresentabile, rispecchia l'ambiguità e il dubbio del nostro personaggio, cinematograficamente era irresistibile."