36 edizioni, 7646 puntate e sentirle tutte. Lunedì 12 febbraio, Striscia la Notizia, storico 'tg satirico' ideato da Antonio Ricci, è stato quasi doppiato da Affari Tuoi, quest'anno risorto grazie a quell'Amadeus che oramai tramuta in oro tutto ciò che tocca. 5.869.000 telespettatori pari al 26.6% di share per Rai 1, contro i 3.154.000 telespettatori con il 14.2% di share per Canale 5. Non si era mai visto un divario tanto netto, clamoroso. Anche se quasi interamente dedicata al Festival di Sanremo, l'ultima puntata di Striscia condotta da Roberto Lipari e Sergio Friscia è letteralmente affondata al cospetto del ritorno in onda di Affari Tuoi dopo la settimana festivaliera, con Angelina Mango super ospite.
La girandola dei conduttori
Ma non è certamente stato un fulmine a ciel sereno, quello andato in onda ieri sera, perché da tempo Striscia arranca rispetto al diretto competitor. Neanche il continuo cambio di conduttori sembrerebbe oramai dare qualsivoglia tipo di giovamento al programma di Antonio Ricci, che è entrato nella Storia della tv nazionale. Nella stagione 2021/2022 ci sono stati ben 13 avvicendamenti dietro il mitico bancone, diventati 11 nella stagione 2022/2023. Negli ultimi 4 mesi e mezzo abbiamo visto prima Alessandro Siani e Vanessa Incontrada, poi Sergio Friscia e Roberto Lipari, gli storici Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti e proprio da ieri di nuovo Friscia e Lipari. Con risultati sempre al di sotto di Affari Tuoi, tornato in onda il 10 settembre scorso.
La lunga faida Striscia/Affari Tuoi
Un vero e proprio contrappasso per Striscia, che esattamente 20 anni fa iniziò la sua lunga 'battaglia' contro Affari Tuoi, all'epoca condotto da Paolo Bonolis, esplicitando perplessità sulla regolarità del gioco. Si finì addirittura in tribunale, con la Rai ad accusare Striscia di diffamazione. Il 18 marzo 2013 la procura di Roma diede ragione ad Antonio Ricci, chiedendo al Gip l'archiviazione della querela, con la Rai condannata al pagamento delle spese processuali. All'epoca si dibatté a lungo su una concorrente che prima di scegliere i pacchi scrutava ripetutamente e visibilmente alcuni numeri scritti sul palmo della mano, senza dimenticare alcune presunte irregolarità denunciate da ex concorrenti e Codacons e Adusbefi ad esporre dati statistici sui ritardati tempi di estrazione dei pacchi-premio più importanti. Ma le bordate di Striscia nei confronti di Affari Tuoi non hanno mai smesso di esistere, prolungandosi negli anni fino al 17 marzo 2017, quando a causa dei bassi ascolti il programma all'epoca condotto da Flavio Insinna fu spedito in archivio. Lo scorso anno Amadeus ha scommesso su una clamorosa rinascita del format, andando in onda da aprile a giugno, con ascolti inimmaginabili alla vigilia. Tornato a settembre, Affari Tuoi non ha mai perso una sfida diretta, vincendo ogni sera contro lo storico rivale di sempre.
La sentenza Auditel
Il 25 settembre scorso, giorno del ritorno in onda di Striscia la notizia, Affari tuoi registrava 4.243.000 spettatori con il 19.8% di share, contro i 3.847.000 spettatori pari al 17.9% di share del programma di Antonio Ricci. Un divario minimo che è andato lentamente sempre più ad aumentare. Sette giorni dopo Rai 1 faceva il 22.5% di share e Canale 5 il 16.4%. A metà ottobre Affari Tuoi tocca il 23.15% di share e Striscia cala al 13.92%. A fine novembre Rai1 vola al 24% e Canale5 si ferma al 15.3%. Dopo Sanremo, il divario ha raggiunto numeri che dovranno inevitabilmente far sorgere quesiti ai vertici Mediaset, con ben 12,4 punti di share di differenza, perché i 36 anni di Striscia la Notizia cominciano a farsi sentire, nei suoi contenuti, nel sul apparente stancamente ripetersi, con Rai1 a mangiarle in testa sempre e comunque, tanto con Affari Tuoi quanto con I Soliti Ignoti. Il rapporto tra Ricci e Mediaset ha scritto indelebili pagine di storia della tv italiana, con Striscia la Notizia a formare uno specifico linguaggio televisivo che ha fatto scuola, generando emuli, ma provare a pensare a qualcosa di diverso per Canale 5, a svecchiare, a cambiare, mandando finalmente in pensione Gabibbo e Veline, sarebbe probabilmente cosa buona e giusta. D'altronde quando se non ora, al cospetto di una stagione mai tanto in difficoltà negli ascolti?