The Salsa King
Ha il talento, il successo, la droga e una città ai suoi piedi; Hector Lavoe si è trasformato nel re di New York e deve tutto al ritmo trascinante della salsa e al suadente calore della sua voce. Abbandonate le spiagge e le palme di Porto Rico alla fine degli anni sessanta per rincorrere il sogno americano, scopre il cuore latino della grande mela e ne diventa ben presto il portavoce. Così, corteggiato dalla Fania Records, terra promessa di ogni artista dalle origini caraibiche, il ragazzo del Bronx si trasforma in una stella nascente capace di risvegliare attraverso la musica un rinnovato orgoglio nazionale all'interno della comunità portoricana. Per tutti gli anni Settanta la sua ascesa è inarrestabile, conquista dischi d'oro e riempie il Madison Square Garden con performance live, ma si san che non è tutto oro quel che luccica. Più Lavoe aumenta il suo spessore artistico più diminuisce quello umano, rivelandosi fin troppo prevedibilmente un marito infedele, un padre assente ed un compagno di lavoro inaffidabile. Ad alterare maggiormente la sua situazione privata, l'uso di droga e la ricerca dell'eccesso in cui coinvolge attivamente anche la moglie Puchi. Ben presto i sogni dorati si trasformano in incubi dove la depressione è sempre dietro l'angolo . Gli anni dei quartieri latini riecheggianti di rumba, mambo,plena e merengue sono passati e ai due non rimane che l'ostinata perseveranza di un rapporto distruttivo in attesa di una fine fin troppo rimandata.
Jenny form the Block ci riprova. A distanza di anni una delle star più pagate da Hollywood e dall'industria discografica torna sul grande schermo con un nuovo biopic musicale interpretato e prodotto nel nome di Hector Lavoe, leggenda della musica caraibica morto a soli 47 anni per AIDS. La prima esperienza con Selena, film dedicato alla cantante messicana Selena Quintanilla Perez uccisa a soli 24 anni, valse a Jennifer Lopez un successo che la cantante/attrice non è riuscita minimamente a bissare con il secondo esperimento. Realizzato nel 2006 e arrivato solo oggi in Italia, El Cantante è il frutto dell'unione non solo artistica tra Jennifer e suo marito Marc Anthony ma che negli Stati Uniti ha lasciato la platea piuttosto fredda nonostante il ritmo frenetico della salsa. I due, entrambi d'origine latina e rappresentanti di chi dal Bronx è riuscito a scappare, hanno cercato di portare sullo schermo parte della cultura e delle sonorità che caratterizzano il loro essere comunque membri di una comunità specifica, senza però riuscire pienamente nell'intento. La costruzione di una facile retorica narrativa composta da tematiche "universalmente" utilizzate come il desiderio di riscatto sociale, l'abbandono della povertà e l'infedeltà del successo non rappresenta certo il problema centrale del film. A remare contro la fruibilità di questa storia, caratterizzata fortemente da una sorta di riconoscibilità spirituale ed espressiva, sono i virtuosismi tecnici con cui il film è stato fin troppo abbondantemente arricchito. La regia di Leon Ichaso, nonostante sia abituata ad una tecnica televisiva più asciutta e sintetica, sembra essersi fatta prendere la mano da un manierismo estetico così eccessivamente presente da sovrastare la vicenda stessa. Alla ricerca di una perfetta ricostruzione temporale, il regista cubano gioca un po' troppo pericolosamente con fotografia e verosimiglianza storica. Tra continui cambi cromatici in cui la saturazione portoricana del colore lascia improvvisamente spazio al bianco e nero intimista per poi terminare nella pellicola sgranata di un filmato anni settanta, a stento e con grande difficoltà Marc Anthony riesce a trovare uno spazio in cui far intravedere il suo personaggio. Ed ancora, mascherati dietro gli irrinunciabili occhiali Ray-ban, i gioielli di dubbio gusto vistosamente esibiti e uno stile che ripercorre tre decenni così nel dettaglio da risultare poco naturale, J.Lo e consorte danno saltuariamente mostra dei loro veri intenti artistici, per non parlare del dramma umano e coniugale di cui si sono fatti pesantemente carico. In questo modo la loro anima latina, sempre che ne abbiano ancora una, si esprime con voce frammentata riprendendo forza e potenza solo tra fiati e percussioni, la dove la salsa si trasforma da ritmica in linguaggio naturale di una terra e del suo popolo.
Movieplayer.it
2.0/5