La heist (?) comedy di Tom Reeve si inserisce bene nel contesto tanto in voga delle commedie a base di colore locale; e a un tuffo nella verde Irlanda non si dice mai di no.
Killcoulin's Leap, Iranda del nord. L'età media è vertiginosamente elevata, il paese sonnacchioso ma pittoresco, e la magnifica scogliera toglie il fiato. Peccato che a visitarla sia più che altro chi, stanco della miseria, della noia e della frustrazione, sceglie di farla finita. Il giovane Sean è deciso a non fare la fine dell'ultima vittima del Leap, ma i suoi amici sono pronti a tutto per impedirgli di trasferirsi in Inghilterra e lasciarsi alle spalle per sempre il segreto amore per la bella figlia del proprietario del pub. E uno di loro ha un'idea per cambiare le cose per Sean e per il resto del quartetto; un'idea non esattamente legale, quella di impossessarsi di un carico di Viagra prodotto nella contea di Londonderry e smerciare il carico nella liberale Amsterdam.
Incredibilmente, il piano riesce, ma neanche i criminali improvvisati si rendono conto dell'entità del colpo messo a segno fino a quando una task force di superaccessoriati detective yankee non approda a Killcoulin's Leap per recuperare il bottino multimilionario e offrire una lauta ricompensa per la cattura dei rapinatori. In preda al panico, Sean e soci cercano un posto sicuro per il prezioso carico, e, senza rendersene conto, "contaminano" la locale falda acquifera, regalando momenti di spensierata gaiezza all'intera comunità.
L'idea dello sceneggiatore Michael O'Mahony origina dalla presenza in Irlanda di diversi stabilimenti per la produzione di Viagra, con enormi carichi di pillole blu continuamente in transito verso l'altra parte dell'Atlantico senza suscitare particolare interesse nella popolazione locale. Gli irlandesi, si sa, i loro (pochi) soldi preferiscono investirli in pinte e pinte delle loro ineguagliabili birre, nonostante gli effetti dell'alcol non siano esattamente gli stessi del Viagra. O'Mahoney e il regista Tom Reeve immaginano dunque un incontro inconsapevole tra gli abitanti di Killcoulin's Leap e la magica pillola, incontro i cui risultati sono decisamente sopra le righe, ma anche piuttosto spassosi; in barba, o forse in virtù dell'esiguità del plot e della levità delle caratterizzazioni.
Holy Water è un film che, arrivando oggi sui nostri schermi, si inserisce bene nel filone della commedia a base di colore locale, sulla falsariga dei vari Giù al nord e Benvenuti al Sud; qui c'è un manipolo di americani, ingaggiato dalla casa farmaceutica e capitanato dalla sempre bellicosa ex-Sarah Connor Linda Hamilton, che arriva a Killcoulin's Leap e si lascia conquistare dalle amenità del villaggio e dall'amichevole (e leggermente dopata) accoglienza dei paesani. Speriamo che lo stesso possa dirsi dello spettatore italiano a cui, dopo due anni dalla realizzazione del film, viene proposto questo tuffo nella verde Irlanda e nelle sue "acque miracolose".