Lucia Nicolai, capo dei programmi di Mtv, e Alessandro Grieco, direttore di Comedy Central, sono stati i protagonisti dell'incontro pomeridiano della terza giornata del Telefilm Festival, "Tele College: tutto può succedere", dedicato ai teenager e agli under 20, chiamati a riflettere sul grande successo ottenuto dalle serie tv di ambientazione scolastica.
Durante il dibattito sono stati presi in esame alcuni tra i programmi più originali trasmessi da Mtv Italia, network composto da Mtv appunto, Comedy Central, il canale satellitare dedicato alla comedy e all'entertainment pungente e da Nickelodeon, canale leader nell'intrattenimento per ragazzi.
Con un video promo sono stati presentati al pubblico Blue Mountain State, Community, e 10 cose che odio di te, che hanno dato successivamente il via alla discussione su differenze, similitudini e caratteristiche principali delle serie tv ambientate nei licei e nei college.
Ambientato nel goliardico mondo dei college americani, la serie racconta le (dis)avventure dei ragazzi di oggi, citando con battute esplicite il mondo di Animal House, ammiccando al sesso e alla trasgressione, senza tagli né censure da parte di Mtv, ma solo con qualche "bip" sparso qua e là per alleggerire i toni.
Le trovate ironiche e provocatorie con cui viene descritta la vita nel college hanno fatto sì che la serie, prima di conquistare gli spettatori italiani, conquistasse soprattutto quelli d'oltreoceano, coinvolgendo con divertimento e partecipazione anche buona parte del pubblico femminile. Diverso il caso di Community, la rivelazione della NBC della stagione 2009-2010, e tra le dieci serie più interessanti dell'anno secondo Variety, in onda dallo scorso aprile su Comedy Central.
Sitcom di nuova generazione, sulla scia di Modern Family e The Middle, Community narra le vicende di un gruppo di adulti tornati al college e membri di un team di studio di spagnolo, che a tutto serve tranne che a fornire un qualsivoglia supporto didattico. In un clima di totale divertimento, privo di regole o limiti predefiniti, personaggi eccessivi e spesso surreali, danno vita a una sorta di "teatro dell'assurdo", con storie personali che sfiorano la follia e hanno origine in un passato grottesco, trasformando il gruppo di studio in un circolo psico-terapeutico. Arricchito da citazioni di film e telefilm degli anni Ottanta, la serie vanta tra i protagonisti il Chevy Chase di Saturday Night Live, e mostra evidenti "riferimenti post-moderni a Animal House e Breakfast Club, con un pizzico di Porky's", come afferma Alessandro Grieco. A completare il trio, 10 cose che odio di te, una sorta di "La Bisbetica Domata" dei giorni nostri, tratta dall'omonimo film del 1999 con Heath Ledger e Julia Stiles.
Le sorelle Bianca (Meaghan Jette Martin) e Kat (Lindsay Shaw) Stratford sono le protagoniste di un telefilm completamente al femminile, e non potrebbero essere più diverse l'una dall'altra: la prima è bionda, vanitosa e superficiale; la seconda è bruna, attivista e radical-femminista, ma sono costrette a convivere nello stesso liceo, tra popolarità ed emarginazione.
Il telefilm, meno estremo rispetto agli altri due, alterna momenti divertenti e ironici ad altri di chiara derivazione disneyana, con un moralismo velato e leggero che accompagna le vicissitudini delle due teenager protagoniste.
I personaggi sono ben scritti e ben narrati, il loro percorso di crescita è illustrato nella maniera tipica dei classici teendrama, e insiste in più di un'occasione anche sul rapporto col mondo degli adulti.
"10 cose che odio di te ha un piglio ironico e tratta la donna in un modo diverso da quello tradizionale, sottolineando le diverse sfaccettature della figura femminile", conclude Lucia Nicolai.
L'incontro TeleCollege è proseguito con la proiezione dei migliori sketch de I Soliti Idioti, il programma che ha inaugurato il nuovo genere comico su Mtv, interpretato da Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli, e che trae ispirazione dal film "I Soliti Ignoti" di Monicelli del '58.
I Soliti Idioti, in onda su Mtv e Comedy Central, propone, con gag veloci e caricature satiriche, uno spaccato dell'Italia di oggi, tra nevrosi, tic, usi, costumi e luoghi comuni degli italiani, con un'ironia a tratti velata, a tratti esplicita.
La riflessione sul nostro Paese avviene attraverso stacchi comici veloci e diretti, valorizzati da un'estrema cura nella regia, nella fotografia e nell'immagine in generale, attingendo allo humour inglese di Little Britain e Monty Paython, o a quello nostrano de I Mostri.
Una satira sociale che si tiene ben lontana dal voler giudicare, caratterizzata da un umorismo molto vicino, secondo Antonio Visca, direttore operativo del Telefilm Festival, "a quello del Saturday Night Live americano".
"Con I Soliti Idioti raccontiamo la realtà così com'è, quella per cui ridi, e pensi: questa scena l'ho vissuta proprio ieri mentre ero in coda alla posta", dichiara Francesco Mandelli.
E alla domanda su un'eventuale trasposizione cinematografica del programma, Biggio risponde senza pensarci due volte: "Ci piacerebbe moltissimo!".