Benedetto il giorno che t'ho incontrato
Don Carlo Mascolo è un sacerdote missionario che da più di dieci anni ha lasciato la sua diocesi e la sua famiglia per andare a vivere come missionario in un villaggio in Africa e dedicare la sua vita ai poveri. In quei posti dimenticati da tutto e tutti Carlo lavora e vive in condizioni precarie facendo oggi il medico, domani l'insegnante, ma anche il contadino, il meccanico e persino lo sceriffo. Ma tutto quello che fa sembra non bastare mai, nuovi problemi, nuove malattie, nuovi bisogni e una guerra sanguinosa affliggono quelle tribù e Carlo inizia a perdere la fiducia, anzi quella che attraversa in questo difficile momento è una vera e propria crisi di fede. Dopo un breve consulto con i suoi amici più cari sul difficile momento spirituale che sta attraversando, Carlo decide di tornare per un periodo a Roma e di provare a trovare rifugio nel conforto e nel calore familiare. La situazione che trova al suo ritorno non è però quella che si aspettava di trovare, addirittura più precaria di quella che ha lasciato nel Continente Nero. Il fratello Luigi si è buttato nella finanza e non ha perso nessuno dei suoi vizietti, né quello delle donne un po' psicotiche e neanche quello della cocaina; la sorella Bea, psicologa divorziata assai meno equilibrata dei suoi pazienti, è alle prese con una figlia adolescente che vive all'ombra della sua amica, una sorta di suo clone, un'esperienza di sofferenza che oggi tutti chiamano emo. A completare il quadro già abbastanza inquietante la ciliegina sulla torta: papà Alberto, vedovo ex-militare in pensione, che è appena convolato a nozze con Olga, una biondona slava di almeno vent'anni più giovane che sembra avergli regalato una seconda giovinezza e che ora vive con lui nella grande casa al centro di Roma in cui Carlo e i suoi fratelli sono cresciuti. A sconvolgere ulteriormente il tutto, arriva una tragica morte, con susseguente funerale e la misteriosa entrata in scena di Lara, una ragazza bellissima, enigmatica, conturbante e trasgressiva, una donna dalla personalità parecchio complicata che sconvolgerà la vita di Carlo e quella dell'intera famiglia Mascolo in un modo davvero inaspettato...

Scrollatosi di dosso le tante macchiette e le ritrite consuetudini dei tanti personaggi interpretati nel corso della sua lunghissima carriera di comico, Verdone ci mostra con grande sensibilità e con una sagacia d'altri tempi quello che siamo diventati in questi anni, una mandria di bestie asociali incapaci di parlarsi, di ascoltarsi e di guardare oltre il proprio naso, attaccati molto di più alle cose materiali piuttosto che ai valori e ai sentimenti.
Al contrario dell'ultimo Grande grosso e Verdone, la meschinità dell'italiano medio è tutta nei personaggi di contorno, contrapposta alla straordinaria integrità etico morale del simpatico protagonista che proprio nel momento in cui sente il terreno mancare sotto i piedi si rende conto di non poter contare su nessuno dei suoi familiari. E' proprio in questo momento di grave crisi personale che don Carlo riesce però a dare il meglio di sé, a trovare la necessaria lucidità per ascoltare tutti, per capire il problema e provare con la sua goffa saggezza a ristabilire l'ordine, aiutato dalla non trascurabile presenza di Lara - che dopo un inizio di contrasti, cattiverie e vendette trasversali - si rivelerà alla fine una vera e propria benedizione per tutta la famiglia.

Io, loro e Lara riesce nel difficile intento di far ridere e commuovere allo stesso tempo, fa riflettere e ci offre un Verdone rigenerato nella mente e nello spirito ma soprattutto nello sguardo, un Verdone di cui cominciavamo a sentire la mancanza e che credevamo ormai sepolto nei nostri ricordi, negli indimenticabili sketch che ci hanno accompagnato per trent'anni.
Bentornato, dunque, alla commedia italiana nella sua accezione più malinconica e critica, bentornato al cinema italiano che avevamo ormai perso la speranza di vedere, bentornato ai nostri bravi attori di teatro che solo Sorrentino e Salemme hanno contribuito a valorizzare sul grande schermo, bentornato a un regista e ad un attore 'pop' che da trent'anni, a volte più efficacemente a volte meno, fa sorridere l'Italia ed è amato da tutti indistintamente, da giovani e meno giovani, da cinefili e dal pubblico medio.
Bravissimo attore, grandioso sceneggiatore di se stesso e regista di grande esperienza, Carlo Verdone resta ad oggi l'unico autore cinematografico capace di rappresentare degnamente e senza volgarità la 'romanità' in tutte le sue innumerevoli sfaccettature. Non era facile riprendere la retta via dopo i tanti mezzi flop degli ultimi dieci anni, ma con questo Io, loro e Lara Verdone torna finalmente alla lucidità degli anni d'oro, mixando alla perfezione le battute e le gestualità memorabili dei film dell'inizio carriera con la maturità dei suoi film più seri e malinconici. C'è l'amarezza di Al lupo, al lupo e di Compagni di scuola, la verve di Maledetto il giorno che t'ho incontrato e di Stasera a casa di Alice, la comicità strabordante di Borotalco e Acqua e Sapone, ma nessun personaggio artificioso, nessuna mistificazione, nessuna esagerazione.

Movieplayer.it
4.0/5