L'eleganza al cinema
Realizzare la trasposizione cinematografica di un libro non è mai cosa facile. Certo, la storia è bella e pronta, ed è già tanto, ma quella storia porta con sé il lascito di migliaia di lettori, che ad essa hanno sovrapposto le proprie immagini, sensazioni, emozioni. Per quanto i contorni di un ambiente possano essere precisi, i personaggi descritti con dovizia di particolari, ogni lettore fa della stessa storia un mondo a parte, suo personale, fatto di echi lontani, desideri inespressi, nostalgie. E' forse proprio questo l'aspetto più bello del leggere, il potersi appropriare di una dimensione che a prima vista non ha niente a che fare con noi, una dimensione poetica, bellissima, che la maestria di qualcuno a noi sconosciuto ha voluto regalarci, invitandoci ad esplorarla, colonizzarla, condividerla. Non si contano gli appassionati di letteratura scontenti delle declinazioni sul grande schermo delle loro opere preferite, come è normale che sia.
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La delicatezza e insieme la profondità con cui sono descritte le relazioni tra i personaggi, attraverso le quali tutti, a loro modo, intraprendono un percorso di apertura e speranza, mantengono sul grande schermo la stessa poesia che avevamo apprezzato al momento della lettura. Mona Achache, qui al suo esordio cinematografico, pennella un affresco vibrante dei mondi prima paralleli, e poi condivisi, di Paloma e Reneé, adattando in maniera convincente gli espedienti letterari non immediatamente utilizzabili su pellicola. Al diario di Paloma, infatti, si sostituiscono la videocamera e i disegni, altrettanto efficaci nel descrivere la sua disillusione, il suo distacco da una famiglia e da una società che giudica estranee, confinate in una boccia per pesci, impermeabili al suo sguardo onesto, senza ipocrisie. La biblioteca di Reneé è proprio come ce l'eravamo immaginata, celata al mondo da una quinta di centrini, pentoloni fumanti di stufato e televisore sempre acceso; un posto reale, vivo, una roccaforte conquistata solo da chi ha compiuto il semplice gesto di guardare oltre il pregiudizio. Anche senza l'ausilio delle parole, quindi, i luoghi e i gesti posseggono una grande forza comunicativa, che sfugge al pericolo della descrizione asettica e traduce, grazie a movimenti di macchina e inquadrature mai banali, lo stesso spirito critico che anima le parole delle protagoniste. Non poteva essere più felice la scelta del cast: Josiane Balasko, attrice e regista francese, spesso impegnata a dare voce alle istanze dei meno appetibili per questa
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Difficilmente, dunque, chi ha amato il libro potrà non apprezzare questo film, non soltanto per il grande rispetto della vicenda e dei personaggi dimostrato dalla regista e sceneggiatrice, ma anche perché gli inevitabili cambiamenti occorsi nel passaggio al video si inscrivono perfettamente in quell'atmosfera colta ma non supponente, critica ma non distruttiva, che animava i gesti e le intenzioni dei protagonisti.
Movieplayer.it
4.0/5