Woody Allen replica alle accuse: "Le cacce alle streghe prima o poi finiscono"

Il regista Woody Allen ha voluto replicare alle accuse che hanno rischiato di bloccare la distribuzione nei cinema di Un giorno di pioggia a New York.

Woody Allen ha replicato alle accuse che hanno portato alla fine del suo accordo con Amazon in occasione di una nuova intervista rilasciata al magazine Venerdì di Repubblica.

Il regista, il cui Un giorno di pioggia a New York ha rischiato di non essere distribuito dopo le nuove accuse di molestie compiute da Dylan, la figlia adottiva di Mia Farrow e Woody Allen, ha dichiarato: "Tutte le cacce alle streghe finiscono prima o poi. Per definizione non sono una buona cosa. Tendono a esaurirsi col tempo, si smorzano fino a spegnersi".
Il filmmaker, dichiarato innocente dalle autorità molti anni fa, ha quindi aggiunto: "Devi abituarti se sei un personaggio pubblico, e sono cose che comunque vanno e vengono. Ho sempre pensato che l'unica risposta sia alzarsi presto e sgobbare senza sosta. Me lo ricordo da quando ho iniziato: non leggere le recensioni, non credere quando scrivono che sei un genio o un idiota".

Il suo quarantanovesimo film, Un giorno di pioggia a New York, arriverà nei cinema italiani il 10 ottobre grazie a Lucky Red dopo molti ostacoli. Il regista sembra comunque aver affrontato la situazione, che ha portato anche a una causa legale, con una certa tranquillità. Allen è forse stato aiutato grazie alla psicanalisi, avendo sottolineato: "Io ci sono sempre andato. Per me funziona, certo meno di quanto uno desidererebbe, ma aiuta".

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L'aver (quasi) raggiunto un equilibrio interiore aiuta Woody anche ad accettare il modo in cui il pubblico accoglie le sue opere, come ha spiegato ricordando il fatto che non era convinto del valore di Manhattan: "Mi sembrava eccessivamente predicatorio, didascalico, avevo spiegato e detto troppo. Il messaggio del film non si deve mai trovare in bocca a un personaggio. Altre volte invece faccio un film, come Hollywood Ending, che a me piaceva molto e non è piaciuto quasi a nessuno (...) Non c'è alcuna correlazione tra gusti del pubblico e dell'autore".
Il regista ha inoltre voluto ricordare che ci sono alcune differenze nei gusti del pubblico europeo e in quello americano: "l vostro è più sofisticato. Quando noi guardavamo stupidaggini con Doris Day voi avevate già a che fare con Fellini. Eravate più adulti. Noi abbiamo sempre un piede nell'escapismo mentre voi fate film più duri, conflittuali. Però, nonostante le dicerie, i miei film che vanno bene in America tendono ad andar bene anche in Europa".