Resta con me: la storia vera che ha ispirato il film

Il film Resta con me è ispirato alla storia vera di Tami Oldham e Richard Sharp: la loro drammatica avventura è stata raccontata dalla protagonista in un libro: ecco come è andata a finire e cosa fa lei oggi.

Resta con me: Shailene Woodley e Sam Claflin in un momento del film
Resta con me: Shailene Woodley e Sam Claflin in un momento del film

Per il film Resta con me Baltasar Kormákur si è ispirato all'omonimo libro di memorie di Tami Oldham: ecco la vera storia e i suoi i protagonisti su cui è basato il film con Shailene Woodley e Sam Claflin.

Tami Oldman Richard Sharp
Una foto di Tami Oldham e Richard Sharp

Tami Oldham e Richard Sharp avevano rispettivamente 23 e 34 anni quando iniziò la loro terribile avventura raccontata nella pellicola di Baltasar Kormákur. I due riparavano imbarcazioni e prendevano in consegna dei piccoli natanti da portare a destinazione. Il giorno in cui la loro vita cambiò avevano accettato di portare uno yacht da Tahiti al ricovero invernale di San Diego, in California. I due ragazzi salparono dal porto di Papeete il 22 settembre 1983 e il 12 ottobre furono travolti dall'uragano Raymond, il più forte ciclone tropicale della stagione degli uragani del Pacifico del 1989. Inizialmente l'uragano era stato catalogato come tempesta tropicale ma si trasformò in un uragano di categoria 4, con venti sopra i 240 km/h e con onde alte circa 12 metri.

Resta con me: Shailene Woodley in un momento del film
Resta con me: Shailene Woodley in un momento del film

Richard mandò Tami sottocoperta, qualche istante dopo lei lo sentì gridare "Oh mio Dio!", lo yacht si capovolse e la ragazza urtò violentemente contro il muro della cabina e perse i sensi. Quando riprese conoscenza, circa 27 ore dopo, il suo fidanzato non c'era più e l'imbarcazione era stata molto danneggiata: la cabina era mezza allagata, gli alberi si erano staccati dallo yacht e la radio e il sistema di navigazione erano inutilizzabili, inoltre aveva una ferita alla testa dalla quale perdeva sangue.

Tami montò una vela improvvisata usando un palo rotto e usò una pompa per drenare la cabina. A causa dei danni alla barca e delle condizioni del vento stabilì che la sua rotta originale per San Diego non era più percorribile e decise di puntare verso le Hawaii, distanti circa 2.400 chilometri. Senza un sistema di navigazione, Tami fu stata costretta a navigare manualmente con l'aiuto di un sestante e un orologio. Durante questo periodo sopravvisse principalmente con cibo in scatola. Il 22 novembre, 41 giorni dopo il naufragio, la donna raggiunse le Hawaii.
Nel suo libro ha raccontato che più volte, allo stremo delle forze fisiche e psicologiche, è stata sul punto di lasciarsi andare ma sentì la voce di Richard che le chiedeva di non arrendersi. Oltre alla voce del suo compagno sentiva quelle dei suoi genitori che le dicevano che non era sola in quella terribile avventura.

Tami Oldham Oggi
Tami Oldham oggi

Tami Oldham oggi vive a Friday Harbour, è un'imprenditrice, è sposata e madre di due figlie e va ancora in barca a vela. Parlando del suo passato, che ha raccontato nel libro Resta con me, dice "Mi sono posta la domanda 'perché non sono morta anch'io?' e mi sono data una risposta: destino. Non era il mio momento, semplicemente questo. Sono tornata in mare perché amo la vela e mi piace questo stile di vita. Quando navigo mi sento più connessa con la natura e la vita. Il mare? Può essere tuo amico o il tuo nemico. Ho rispetto per entrambi i suoi volti".

Nel suo memoriale, da cui è stato tratto il film interpretato da Shailene Woodley e Sam Claflin, Tami spiega cosa ha imparato dalla terribile esperienza che ha vissuto: "Perdere l'amore della mia vita e sopravvivere contro ogni previsione mi ha dato una prospettiva molto diversa sulla vita. Sono ancora molto determinata, ma attraverso la mia esperienza ho imparato a essere più paziente, a prendermi più cura di me stessa e a essere più compassionevole verso gli altri. Non do la vita per scontata e cerco di vivere ogni giorno al massimo ricordando che il domani non è una promessa".