Passione ribelle e il "giallo" dei tagli al film imposti da Harvey Weinstein

La prima versione di Passione ribelle montata da Billy Bob Thornton fu tagliata su richiesta di Harvey Weinstein che la considerava troppo lunga.

La versione di Passione ribelle, diretta da Billy Bob Thornton, che l'attore e regista statunitense presentò alla Miramax, originariamente, durava più di tre ore. Harvey Weinstein ordinò al regista di ridurre di un terzo il minutaggio e di sostituire la colonna sonora originale di Daniel Lanois con quella di Marty Stuart.

Il taglio richiesto dal famigerato produttore hollywoodiano ebbe un effetto non indifferente sulla narrazione di Thornton. Matt Damon criticò pubblicamente la decisione di Weinstein, dicendo a Entertainment Weekly: "Non puoi tagliare il 35% di una pellicola e aspettarti che sia lo stesso film".

In un'intervista con Playboy, Damon espresse il suo dispiacere per i cambiamenti: "Tutti quelli che hanno lavorato al film hanno dedicato tempo, forze e anima alle riprese. Come sapete, il libro di Cormac McCarthy è ambientato nel 1949 e parla di un ragazzo che cercava semplicemente di vivere a modo suo. La chitarra elettrica divenne popolare nel 1949 e il compositore Daniel Lanois prese una vecchia chitarra del 1949 e scrisse la colonna sonora usata inizialmente per il film."

"Abbiamo girato ogni scena ascoltando la sua colonna sonora. Abbiamo realizzato molto originale e cupo ma lo studio voleva un'epopea con grandi emozioni e violini. Hanno visto il cast, il regista e il fatto che avevamo speso 50 milioni dollari e non hanno mai pubblicato il nostro film, anche se quella versione esiste ancora. Billy aveva un problema di cuore all'epoca e fu causato dalle controversie relative a quel film. Stette molto male. Se ci penso la cosa min disturba ancora." Concluse l'attore americano.

Nel corso degli anni ci furono molte opinioni contrastanti a proposito del taglio originale di Thornton, della durata di 3 ore e 40 minuti. Ben Affleck lo definì: "Geniale, un vero capolavoro". L'ex capo del marketing della Miramax, Dennis Rice, invece disse: "Credo che sia stato il film più autoindulgente che abbia mai visto. Una vera tortura".