Mignonnes, la regista difende il film da chi lo accusa: "Stiamo combattendo la stessa battaglia"

La regista Maimouna Doucouré ha difeso il suo film Mignonnes dalle accuse di ipersessualizzare le bambine, sostenendo di essere impegnata nella stessa lotta.

Maimouna Doucouré, regista del tanto discusso Mignonnes, che ha scatenato una campagna contro Netflix, ha difeso il film sostenendo che sta lottando la stessa battaglia sostenuta da chi critica il progetto.
La filmmaker ha partecipato a un panel organizzato da UniFrance per celebrare 10 talenti del cinema francese da tenere d'occhio e ha avuto modo di commentare le polemiche in corso.

Secondo la regista le accuse sono iniziate solo a causa di un poster considerato offensivo e poi ritirato dai materiali promozionali. Maïmouna Doucouré ha quindi sottolineato: "La cosa più importante è vedere il film e capire che stiamo combattendo la stessa battaglia".
Mignonnes racconta la storia di un'undicenne di origini senegalesi che vive a Parigi ed entra a far parte di un gruppo di giovani danzatrici per sfuggire alle imposizioni della sua famiglia. Le scene in cui le giovani ballano sono però state considerate da molti spettatori troppo provocanti e sessualizzate considerando l'età delle giovani interpreti.
Doucouré ha spiegato: "Ho pensato che il film sarebbe stato accettato. L'anteprima si è svolta al Sundance ed è stato visto da spettatori americani, ho incontrato il pubblico e si era realmente capito che il film affronta tematiche universali, non è sulla società francese. L'iper sessualizzazione dei bambini avviene attraverso i social media e i social media sono ovunque. Chi era al Sundance era d'accordo. Dobbiamo proteggere i nosti figli".

La regista ha quindi aggiunto: "Ciò che voglio è aprire gli occhi delle persone su questo argomento e cercare di risolvere il problema. Creare un dibattito e trovare delle soluzioni è importante, a prescindere dal fatto di essere filmmaker, politici o parte del sistema dell'educazione".