Maidan di Sergei Loznitsa vince il 55° Festival dei Popoli

Il documentario racconta i 90 giorni di tumulti a Kiev contro il regime del presidente ucraino Yanukovich La targa Gian Paolo Paoli va a 'Yaar' di Simon Gillard, e i premi per la distribuzione a 'SmoKings' dell'italiano Michele Fornasero (home video) e 'I want to see the manager' di Hannes Lang (cinema).

È Maidan, il documentario del regista Sergei Loznitsa che racconta i 90 giorni di proteste contro il regime del presidente ucraino Yanukovich, a vincere il Premio Miglior Lungometraggio del Concorso Internazionale del 55/o Festival dei Popoli, che si conclude questa sera, venerdì 5 dicembre, al cinema Odeon di Firenze. Il premio (8000 euro) è stato assegnato dalla Giuria Internazionale composta da Peter Mettler (regista e artista, Svizzera-Canada), Martin Pawley (critico cinematografico, regista e produttore, Spagna) e Ann Carolin Renninger (produttrice cinematografica, Germania). Il film prende il nome dalla piazza nel cuore di Kiev che nel 2013 è stata teatro e simbolo dell'opposizione alla deriva sempre più esplicitamente filorussa del governo ucraino. Con stile rigoroso Loznitsa racconta la crisi del suo paese, riportando i comizi pubblici, le manifestazioni pacifiche e i combattimenti che sono culminati in una delle più grandi rivoluzioni popolari del nostro secolo. La giuria ha assegnato il premio con la seguente motivazione: "con opportuna tempestività in questo momento storico, con calma e maestria il regista si impegna a seguire la rivolta di un popolo contro un sistema in crisi."

Il Premio per il Miglior Mediometraggio (4000 euro) è andato a Memoria Oculta di Eva Villaseñor (Messico, 2014). "Un tentativo soggettivo di far rivivere un frammento perduto di tempo. Un processo di ricerca che, partendo dalle relazioni esteriori, ci conduce in una realtà interiore unica ed immaginifica - uno spazio intimo e personale."

Il Premio per il Miglior Cortometraggio (2500 euro) è andato all'olandese Escort di Guido Hendrikx (Paesi Bassi, 2013). "Rendendoci testimoni delle modalità civili ma al tempo stesso disumane con cui vengono gestiti esseri umani, il film riesce a far emergere le profonde contraddizioni che attraversano il fenomeno in evoluzione delle migrazioni e degli spostamenti globali" spiega la giuria. Il film si è aggiudicato anche la menzione d'onore della giuria degli studenti della Syracuse University in Florence "per la capacità di offrire, con un linguaggio filmico di grande immediatezza, una prospettiva inedita su un tema urgente e controverso come l'espulsione degli immigrati nei paesi europei."

La Targa "Gian Paolo Paoli", premio al miglior film etno-antropologico, è andata a Yaar di Simon Gillard (Belgio, 2014): "Un'indagine poetica, tattile e sensuosa del rapporto di un popolo con il territorio su cui vive, sfruttato in maniera pericolosa e nociva; questo film traccia una sottile ma potente linea di ambiguità che interroga la percezione stessa quale importante componente del cinema etno-antropologico." Il documentario si è aggiudicato inoltre il premio Syracuse University in Florence (1000 euro): "Il film, senza bisogno di dialogo o di narratore, lascia che siano le straordinarie immagini a parlare, catturando le tradizioni, la cultura, la fatica e le abilità artigianali di una comunità del Burkina Faso."

Il Premio Cinemaitaliano.info - CG Home Video, che consiste nella pubblicazione e distribuzione del film in dvd nella collana "POPOLI doc", è stato assegnato a SmoKings di Michele Fornasero (Italia, Svizzera, 2014). La Giuria ha motivato così la sua scelta: "Per aver descritto con lucidità l'incredibile avventura sui generis dei fratelli Messina, documentando con maestria e passione il loro profilo pubblico e quello privato."

Il Premio Imperdibili, che offre la possibilità di includere il film vincitore nel listino cinematografico "Imperdibili" proposto da Regione Toscana al circuito dei Cinema d'Essai toscani (quarantuno sale) è andato a I want to see the manager di Hannes Lang (Italia, Germania, 2014) "Si ritiene che il film per l'attualità del tema trattato e per lo sguardo inusuale con cui viene raccontata e descritta l'evoluzione dell'economia globale, possa inserirsi con successo all'interno dei circuiti di distribuzione tradizionale. Si ritiene inoltre che possa essere inserito anche all'interno di percorsi didattici dedicati alle scuole: occasione preziosa per discutere dei legami tra la condizione economica e quella umana del nostro pianeta".