Al Middle East Now Libano tra design e cinema

A World Not Ours, il documentario vincitore del premio Cinema For Peace all'ultimo festival di Berlino. Anteprima mondiale del doc marocchino In the Name of the Brother.

Sotto i riflettori della quarta giornata del festival Middle East Now ci sarà la graphic designer libanese Rana Salam, artista tra le più affermate e celebrate di tutta la scena mediorientale di oggi, con l'inaugurazione di un temporary shop - alle 17.30, presso Société Anonyme (Via della Mattonaia 24d) - in cui saranno presentate e vendute le sue creazioni (dalle cover per I Phone, ai cuscini, dalle spille griffate alle borse). In occasione dell'inaugurazione del negozio temporaneo di Rana Salam, curato dal gruppo di architetti Archivio Personale di Firenze che resterà aperto fino al 27 aprile, ci sarà un aperitivo libanese e dj set (ingresso libero).

Ancora Libano al Middle East Now, con il pluripremiato documentario vincitore del premio Cinema For Peace all'ultimo festival di Berlino, A World Not Ours di Mahdi Fleifel, che sarà proiettato alle 20.30 al cinema Odeon. Uno spaccato della storia personale del regista Mahdi Fleifel, cresciuto nel campo profughi di Ain al-Hilweh nel sud del Libano, e successivamente trasferitosi all'estero. Il film racconta, in modo commovente e al tempo stesso ironico, la storia di Abu Eyad, amico di una vita del regista. I due condividono la passione per la politica palestinese, per la musica e per il calcio, e il film ripercorre le estati passate a seguire i mondiali di calcio, quando per qualche settimana i palestinesi diventano brasiliani, tedeschi o italiani. Ma mentre Mahdi puo' andare e venire dal campo quando vuole, Abu Eyad è combattuto tra l'attaccamento alla sua identità e la voglia di scappare (Anteprima nazionale alla presenza del produttore, presenta il giornalista Raffaele Palumbo). Prima del documentario sarà proiettato il corto Good Childhood Days di Aliyar Rasti. Un salto indietro negli anni '80, accompagnato dalla versione rock contemporanea di una canzone per bambini dell'epoca. La musica è della famosa band iraniana Bomrani (anteprima nazionale).

Alle 22.30 l'acclamata opera prima della regista iraniana Negar Azarbayjani, Facing Mirrors, film che racconta l'amicizia di due donne agli antipodi attraverso un viaggio in taxi. Rana, una giovane madre costretta dal bisogno a guidare il taxi del marito in carcere, e Adineh, transessuale in fuga dalla sua ricca famiglia, e da un matrimonio di convenienza imposto per nascondere lo scandalo della sua esistenza. Due mondi che si scontrano e che poi si sostengono reciprocamente, sfidando il perbenismo e i pregiudizi (anteprima nazionale alla presenza della regista, delle attrici e della produttrice. Presenta Farian Sabahi, giornalista e storica dell'Iran). Prima del film sarà presentato il corto Red Thing di Ramin Rahimi. Una gigantesca creatura rossa invade la città e cerca in tutti i modi di attrarre l'attenzione della gente (Anteprima nazionale).

Le proiezioni al cinema Odeon partiranno alle 15.00 con il cortometraggio Behind Me Olive Trees di Pascale Abou Jamra: tornati al loro villaggio di origine nel sud del Libano dopo dieci anni trascorsi in Israele, Maryam e il fratello si ritrovano circondati da ostilità e sospetti, per il fatto di essere figli di un agente del "Lahd", che aveva collaborato con l'esercito israeliano prima della liberazione del Libano nel 2000 (anteprima nazionale). A seguire Tale of Two Syria di Yasmin Fedda. Girato in gran parte prima dello scoppio della rivoluzione, il film offre uno spaccato della vita quotidiana in Siria attraverso le storie, i sogni, gli interrogativi di due uomini: un fashion designer iracheno alla ricerca di una sistemazione nella capitale Damasco, e Botrous, un monaco appassionato di calcio che vive in uno sperduto monastero a Mar Musa (Anteprima nazionale).

Alle 16.30 sarà proiettato in anteprima mondiale il documentario In The Name of the Brother di Youssuf Ait Mansour: l'incontro tra una madre e un figlio, scomparso da un anno e poi ricomparso all'improvviso nella madrasa Nahila, la scuola coranica nel piccolo villaggio di Sebt Mazouda, a pochi chilometri da Marrakesh. Il fratello maggiore ci racconta una giornata che nessuno di loro dimenticherà: trascorsa in un luogo carico si storia, il cui passato rivive nella quotidianità, semplice e austera, degli studenti che la abitano (alla presenza del regista e dei produttori). La proiezione è organizzata in collaborazione con Greenhouse Film Centre, l'istituzione che realizza uno dei più innovativi programmi di formazione dedicati ai documentaristi del Mediterraneo e del Medio Oriente.

Alle 18.00 ancora una pellicola dal Marocco, Paese ospite di questa edizione del Festival: Casablanca Mon Amour di John Slattery. Un road movie che indaga la lunga relazione tra lo star system di Hollywood e l'immagine del mondo arabo. Il film mette in discussione la visione patinata ed esotica del Marocco, ricostruita attraverso gli sfondi di alcune delle più famose pellicole del cinema americano, da Guerre Stellari al Gladiatore. Armati di videocamera, due ragazzi marocchini raccolgono interviste, raccontano le loro impressioni, e ci restituiscono l'immagine di un Marocco fuori dai luoghi comuni (Anteprima nazionale alla presenza del regista e della produttrice). Prima del film sarà proiettato il corto Kaloo School di Sahra Mosawi. La tenacia di una ragazzina afgana di 9 anni per avere un'educazione. Dopo aver portato il gregge al pascolo, Fakhere affronta ogni giorno un lungo cammino, per raggiungere la scuola ad alcune ore di distanza dal suo villaggio, tra le montagne dell'Afghanistan centrale (anteprima nazionale alla presenza della regista)