Collective 2019

La notte del 30 Ottobre 2015, a Bucarest, all’interno del Club Colectiv esplose un incendio mentre si stava svolgendo il concerto di un gruppo rock. Presi dal panico, i ragazzi che stavano partecipando si accalcarono verso le uscite, ma non tutto era ordinato come avrebbe dovuto essere: appariva evidente che gran parte delle misure di sicurezza non fossero sufficienti e non rispettassero affatto le norme. Il bollettino conclusivo fu estremamente grave: ventisette vittime e numerosi feriti, ma il bilancio peggiorò successivamente, giungendo addirittura a sessantaquattro morti.

A comprendere come la scia di questo tragico episodio avesse subito un’evoluzione inaspettata e drammatica furono due giornalisti, Catalin Tolontan e Mirela Neag. Indagando su quanto accaduto, scoprirono che la causa di molti decessi ospedalieri non furono le ustioni, bensì gravi infezioni contratte durante il ricovero. Disinfettanti che non erano tali, medicinali di infima qualità, e la corruzione all’interno della cupola che includeva medici, dirigenti e aziende farmaceutiche, i quali sottraevano fondi pubblici per intascarseli, indebolendo le strutture sanitarie.

Nonostante le autorità governative romene negassero le accuse e cercassero anzi di nascondere l’evidenza dei fatti, Tolontan e Neag non si arresero, proseguendo sulla loro strada e approfondendo la ricerca di prove, aggiungendo nuovi nomi e avvenimenti alla loro lista. Finché qualcosa iniziò a cambiare: una nuova classe politica stava per sostituire la precedente e fare così chiarezza sul disastro del Colectiv, per cercare di assicurare i responsabili alla giustizia.