Recensione Yesterday Once More (2004)

Non convince questa nuova commedia di To, lavoro "alimentare" girato contemporaneamente ai più personali "Breaking News" e "Throw Down": nonostante la simpatia di Andy Lau e Sammi Cheng, lo script risulta debole e la regia stanca e poco incisiva.

Un Johnny To 'minore'

Mr. To e Mrs. To, coppia di ladri professionisti, si separano quando la donna si dimostra più interessata a un prezioso carico di diamanti che all'amore dell'uomo. Passano due anni, Mr. To apprende dai giornali che la mai dimenticata ex-compagna sta per risposarsi, e intuisce che il suo vero obiettivo è una collana di diamanti in dote all'aspirante marito: l'uomo decide così di rubare la collana per impedire il matrimonio. Le strade dei due si incrociano di nuovo, dunque, in una serie di nuovi "colpi", schermaglie e dispetti reciproci che riveleranno sviluppi imprevedibili.

Fedele a quello che sembra essere ormai il "copione" della sua carriera, Johnny To continua ad alternare opere più personali e sentite ad altre esclusivamente alimentari, girate principalmente con lo scopo di catturare l'interesse di un pubblico locale che non ha mai premiato del tutto le "sperimentazioni" filmiche targate Milkyway: tra le tre pellicole del 2004 dirette dal regista, alla prima categoria appartengono il poliziesco Breaking News e il dramma d'azione Throw Down, mentre nella seconda categoria rientra questo Yesterday once more, commedia in cui To ha rimesso insieme l'affiatata coppia costituita da Andy Lau e Sammi Cheng che già fu con lui nei precedenti Love on a diet e Needing you....
Va detto subito che, nonostante la bravura e la simpatia dei due protagonisti, e pur tenendo ben presenti i limiti entro il quale un'operazione del genere deve essere valutata, stavolta il regista non è riuscito a confezionare un prodotto convincente, e il film risulta decisamente meno gradevole rispetto a pellicole come i due titoli sopra citati e il recente Turn left, turn right. I motivi della scarsa riuscita dell'operazione sono da ricercarsi innanzitutto in una sceneggiatura che è poco più che un'esile traccia, mero pretesto per inanellare una serie di gag comiche preconfezionate, che anche laddove raggiungono lo scopo di strappare qualche sorriso, non riescono tuttavia a nascondere un sostanziale odore di stantio e di costruito. Le "virate" dello script e i supposti colpi di scena che la vicenda offre non suscitano l'interesse probabilmente inteso da regista e sceneggiatore, e sul tutto aleggia un generale, ben avvertibile senso di noia che è certamente il risultato peggiore per una pellicola che si propone principalmente di intrattenere. La stessa inattesa "svolta" verso il dramma che il film propone nella parte finale appare più che altro pretestuosa, e il netto cambio di tono da essa generato risulta del tutto disorganico al film e a quello che sembrava essere il suo carattere principalmente giocoso. La regia di To si adegua stancamente ai dettami dello script, risultando qui anonima e poco incisiva, quasi "abdicante" in favore dei duetti tra i due protagonisti, che, come detto, confermano anche qui un naturale affiatamento oltre a un'indubbia simpatia.
Sostanzialmente macchiettistici e poco incisivi risultano i personaggi di contorno, ancora una volta per i limiti dello script più che per demerito degli interpreti: dal giovane milionario interpretato da Carl Ng alla di lui madre, a cui dà il volto una vecchia gloria come Jenny Hu (qui tornata per la prima volta sullo schermo dai tempi delle pellicole della Shaw Brothers degli anni '70), per arrivare all'agente assicurativo che indaga sul furto della collana, impersonato da Lam Ka-tung.

Nonostante la scarsa riuscita di una pellicola come questa, il nome di Johnny To è ormai conosciuto e rispettato nell'ambito del circuito festivaliero internazionale, e prova ne è la presentazione di Breaking News e Throw Down rispettivamente agli ultimi festival di Cannes e Venezia, e la prossima presenza del regista alla nuova edizione del festival della Croisette, dove sarà presentato il nuovissimo Election. Un'evoluzione naturale per il regista che è stato lanciato da una manifestazione specializzata come il Far East di Udine (omaggiato qui, come è noto, da dieci minuti di girato nel capoluogo friulano), che dovrebbe far piacere a chiunque ha sempre apprezzato il cinema di To; una svolta che forse, aprendo i lavori del regista al mercato internazionale, potrà dargli maggiori opportunità di girare film che siano maggiormente nelle sue corde.

Movieplayer.it

3.0/5