Recensione L'incubo di Joanna Mills - The Return (2006)

'L'incubo di Joanna Mills' è costantemente in bilico tra realtà e visioni, ma non riesce ad ottenere un risultato interessante da questa continua fusione di piani narrativi.

Un incubo dal passato

Difficile dire se l'attività di Sarah Michelle Gellar nell'ambito del cinema horror sia una scelta o una necessità, residuo del suo personaggio più popolare, quello dell'eroina di Buffy - L'ammazzavampiri che l'ha resa famosa in tutto il mondo. Sta di fatto che la presenza dell'attrice in film di genere non è diminuita anche al termine della serie creata da Joss Whedon e si è confermata con il successo di The Grudge negli ultimi anni.
Ne L'incubo di Joanna Mills - The Return, film uscito a fine 2006 negli USA e solo ora in arrivo nelle sale italiane, la Gellar interpreta la protagonista del film, Joanna appunto, venditrice per un'azienda di autotrasporti, perseguitata da visioni e con una vita privata che è sempre stata difficile, forse anche a causa delle visioni di cui sopra: allontanata dal padre, perseguitata da un ex ragazzo e con pochi amici. Inevitabile che Joanna abbia paura di perdere il controllo, soprattutto quando le visioni si fanno più insistenti e comincino a riguardare luoghi ed eventi estranei alla sua vita: è infatti chiaro che si tratti dell'omicidio di un'altra ragazza ad opera di un uomo che sembra intenzionato a rivolgere anche verso Joanna la sua attenzione.
Decisa a reagire, Joanna si lascia guidare dai suoi incubi in una cittadina del Texas non lontana dalla sua città in cui è cresciuta ed è lì che le visioni si intensificano e la conducono verso la soluzione del mistero.

La messa in scena cerca di riprodurre, seguire e sottolineare lo stato di smarrimento della protagonista, ma il più delle volte finisce per provocare confusione più che comunicarla, lasciando lo spettatore senza punti di riferimento che lo aiutino a dare un senso di realtà alla storia. La colpa di ciò non è però da attribuire soltanto alla regia di Asif Kapadia, ma soprattutto allo script del quasi esordiente Adam Sussman, costantemente in bilico tra realtà e visioni, ma incapace di ottenere un risultato interessante da questa continua fusione di piani narrativi.
Più che un horror, il film finisce con l'essere un thriller con innestri soprannaturali, ma ha in questi ultimi i suoi punti più deboli ed incoerenti ed i pochi spaventi concessi allo spettatore sono ottenuti grazie all'uso efficace di montaggio e sonoro e con un paio di sequenze ben costruite, che però rimangono fine a sè stesse e poco determinanti dal punto di vista dello sviluppo dell'intreccio.
Difficile giudicare la prova di Sarah Michelle Gellar in un ruolo, quello di Joanna, che non le dà l'opportunità di mettere in mostra anche i lati più vivaci della sua recitazione, costringendola a lunghi, intensi silenzi e sguardi persi nel vuoto, ma poco di più.

I difetti che abbiamo esposto rendono L'incubo di Joanna Mills un film poco interessante per i non appassionati del genere o gli spettatori più esigenti, ma gli amanti delle atmosfere cupe, ed i fan della protagonista, potranno passare un'ora e mezza piacevole e senza impegno.

Movieplayer.it

2.0/5