Top 50 anni '90: i nostri film e momenti cult del cinema USA - Parte 1

Dopo il successo dell'iniziativa di due estati fa, in cui abbiamo presentato in cinque articoli le nostre scene cult del cinema americano degli anni Ottanta, quest'anno abbiamo deciso di dedicarci al decennio successivo.

Tutti pazzi per Mary - Cameron Diaz nella famigerata scena del 'gel'
Tutti pazzi per Mary - Cameron Diaz nella famigerata scena del 'gel'

Gli anni Novanta sono stati una decade molto ricca per il cinema a stelle strisce, nel corso della quale sono emersi nuovi talenti tuttora considerati tra i registi statunitensi più significativi (tra gli altri, Paul Thomas Anderson, Quentin Tarantino, David Fincher, Darren Aronofsky, Spike Jonze e Wes Anderson). Quella del 1999 per esempio, con l'uscita nelle sale americane di film come Magnolia, Fight Club, Essere John Malkovich, Matrix, Election e Il sesto senso, è ancora oggi vista da molti come una delle migliori annate della storia del cinema USA, perlomeno a partire dagli anni Settanta.
Nel corso degli anni Novanta abbiamo assistito alla produzione di numerosi film che sono entrati nell'immaginario collettivo, magari anche solo per una scena, uno scambio di battute o una trovata spiazzante. Proprio su questi frammenti vogliamo concentrarci con la nostra classifica, che parte dalla posizione 50 alla 41 e continuerà fino alla prima posizione con un appuntamento settimanale fisso (sotto trovate le date di pubblicazione di ognuna delle restanti quattro parti).

La top 50 non va dunque vista come una classifica dei migliori cinquanta film degli anni Novanta, bensì come una selezione dei momenti del cinema statunitense di quel periodo che, ormai parte della cultura popolare, più ci hanno segnato.
Per questo non c'è da sorprendersi se si tratta di una classifica eterogenea, che mette insieme opere dall'indubbio valore artistico e film più esplicitamente scanzonati e di intrattenimento. L'intento è stato quello di rappresentare tutte le anime del cinema, un linguaggio complesso e variegato che ormai da oltre un secolo continua ad affascinarci con il suo peculiare, magico connubio tra arte e industria.

Top 50 anni '90: i nostri film e momenti cult del cinema USA - Parte 1
Top 50 anni '90: i nostri film e momenti cult del cinema USA - Parte 2
Top 50 anni '90: i nostri film e momenti cult del cinema USA - Parte 3
Top 50 anni '90: i nostri film e momenti cult del cinema USA - Parte 4
Top 50 anni '90: i nostri film e momenti cult del cinema USA - Parte 5

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50. Singles - L'amore è un gioco

Opera seconda di Cameron Crowe, la commedia narra con un'affascinante commistione di ironia e malinconia la ricerca dell'amore da parte di alcuni amici che vivono a Seattle, sullo sfondo del movimento musicale grunge dei primi anni Novanta. Le scene e i dialoghi esilaranti sono diversi, ma costretti a scegliere un momento specifico propendiamo per quello in cui Kyra Sedgwick racconta a Campbell Scott un bizzarro episodio accadutole in compagnia di un ragazzo con cui in passato era uscita. Mentre erano sulle montagna russe, del tutto fuori contesto, lui le aveva rivelato di averle mentito e di essersi rimesso con la sua ex la sera prima: "Sai, quella storia dei soldi che ho ereditato da mio padre... me la sono inventata. Inoltre, mi sono rimesso con Lynn ieri sera e questo probabilmente ti farà arrabbiare". Subito dopo aver udito queste parole, sempre nel ricordo della Sedgwick, vediamo i due che si ritrovano ad affrontare una discesa ripida, con lei che si lascia andare a un urlo disperato e non certo dovuto alla paura delle montagne russe.

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Singles scena del film
Singles scena del film

49. Cuore selvaggio

Premiato con la Palma d'oro al Festival di Cannes dalla giuria presieduta da Bernardo Bertolucci, il film del 1990 di David Lynch è un road movie originale e molto sopra le righe che si muove costantemente lungo il filo dell'eccesso, del grottesco e del kitsch. Un'opera spiazzante e magari imperfetta, certamente non per tutti i gusti, che presenta numerosi momenti intriganti e in cui la rappresentazione ironica della violenza fa pensare alla poetica di Tarantino, il quale avrebbe esordito con Le iene due anni più tardi. Tra le tante possibilità, scegliamo la corsa finale di Nicolas Cage verso l'amata Laura Dern. Dopo essere stato picchiato da una gang per imprecisati motivi, l'uomo ha una visione di una "strega buona" che lo convince a tornare dalla donna per cominciare una nuova vita. Così, il protagonista corre sopra diverse macchine ferme in fila per via di un incidente e la raggiunge, abbracciandola e cantandole Love Me Tender di Elvis Presley. La scena occuperà l'intera durata dei titoli di coda.

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48. Arma Letale 3

Il terzo film della fortunata serie prodotta da Joel Silver non è certo ricordato come il migliore della saga, ma funziona comunque piuttosto bene e, oltre che sull'alchimia tra Mel Gibson e Danny Glover, può contare su alcune scene d'azione molto divertenti. D'altronde, rispetto ai due precedenti film, Arma letale 3 si concentra con maggiore forza sugli aspetti comici, mettendo in secondo piano gli elementi più drammatici e violenti. La nostra menzione di scena cult va alla sequenza di apertura del film, in cui Gibson e Glover arrivano davanti un grande palazzo a seguito di un allarme bomba. Giunto a otto giorni dalla pensione, Glover tenta di convincere il più impulsivo collega, sprezzante del pericolo, ad aspettare gli artificieri. Gibson però con la sua parlantina lo trascina all'interno dell'edificio e combina un disastro, tagliando il filo sbagliato collegato alla bomba e intimando all'amico di scappare al grido di "Agguanta il gatto!".

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Arma letale 3: un primo piano di Danny Glover
Arma letale 3: un primo piano di Danny Glover

47. Quei bravi ragazzi

Uscito nel 1990 dopo essersi portato a casa il Leone d'argento per la miglior regia al Festival di Venezia, il gangster movie di Martin Scorsese si avvale delle ottime interpretazioni di tutto il cast principale e alterna con sapienza sequenze più squisitamente drammatiche a momenti piuttosto spassosi. La scena che probabilmente tutti noi ricordiamo per prima quando pensiamo a Quei bravi ragazzi è quella del locale in cui il personaggio istrionico e fuori di testa interpretato da Joe Pesci, verso l'inizio del film, racconta una delle sue tante esperienze con la polizia. Dopo aver condiviso l'aneddoto con i bravi ragazzi, l'uomo sembra non prendere affatto bene il commento di Ray Liotta, che gli dice di considerarlo una persona buffa. È in questo momento che Joe Pesci pronuncia le celebri parole "Buffo come? Che ci trovi di buffo? Buffo come un pagliaccio? Ti diverto?". L'atmosfera si fa subito tesa, ma alla fine si risolve tutto in uno scherzo. Con l'evolversi del film, capiremo che si tratta di un momento rivelatore della personalità imprevedibile del temibile gangster.

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Quei bravi ragazzi: Joe Pesci e Ray Liotta in una scena del film
Quei bravi ragazzi: Joe Pesci e Ray Liotta in una scena del film

46. Ricomincio da capo

Quando il film di Harold Ramis ha inizio, lo spettatore non può avere idea di cosa lo attenda per la successiva ora e mezza. Tutto comincia come una normale commedia in cui Bill Murray è un meteorologo televisivo egoista e pieno di sé in partenza per Punxsutawney. Nella cittadina, il giorno seguente è la festa della marmotta: secondo la tradizione se una marmotta svegliandosi vede la propria ombra, allora ci si dovrà aspettare altre sei settimane di inverno. Nel momento in cui il protagonista si trova incastrato in un loop temporale che lo costringe a rivivere continuamente la stessa giornata, però, la sua vita cambierà drasticamente. Murray inizierà così a rendersi conto che è necessario dare una svolta alla propria esistenza. Qui la scena cult per antonomasia non può che essere la prima in cui il nostro si risveglia accorgendosi con stupore di trovarsi nella giornata appena passata. Vent'anni prima di Source Code ed Edge of Tomorrow - Senza domani, c'è stato Ricomincio da capo.

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Ricomincio da capo: Bill MUrray in una scena del film
Ricomincio da capo: Bill MUrray in una scena del film

45. Toy Story/Toy Story 2

Grazie alle numerose trovate inventive e alla capacità di far riflettere con notevole brio, ma anche una certa vena malinconia, su temi quali l'amicizia, le aspettative personali, la solidarietà e la necessità di andare oltre i pregiudizi, i due film d'animazione sono entrati di diritto nella cultura popolare. Per quanto sia arduo scegliere una sola scena, optiamo per quella di Toy Story in cui i giocattoli capitanati da Woody prendono per la prima volta vita dopo che il loro giovane padrone si è allontanato dalla stanza da letto, in attesa dell'arrivo degli amici per la sua festa di compleanno. Il fatto che i giocattoli fossero vivi, d'altronde, ce lo aveva già sapientemente suggerito il regista John Lasseter nella sequenza immediatamente precedente, quella sui titoli di testa in cui il bambino gioca con Woody correndo in giro per tutta casa. La precisa scelta di regia di mostrare diverse soggettive del giocattolo è significativa e ci fa capire come il film d'animazione (il primo girato interamente in CGI) abbia una regia consapevole e di alto livello.

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Toy Story: un'immagine di Woody tratta dal film
Toy Story: un'immagine di Woody tratta dal film

44. Essere John Malkovich

Il film del 1999, oltre a rivelare il notevole talento dello sceneggiatore Charlie Kaufman e del regista Spike Jonze, colpì subito molti spettatori in giro per il mondo grazie alla storia intrigante e non convenzionale. Un burattinaio che non è mai riuscito a raggiungere il successo (John Cusack) trova per caso nell'ufficio in cui lavora come archivista un misterioso tunnel in grado di condurre nella testa di John Malkovich (interpretato dallo stesso attore dell'Illinois). La scoperta porterà a tutta una serie di sorprendenti sviluppi narrativi. La scena più celebre di Essere John Malkovich è senza dubbio quella in cui Malkovich, una volta venuto a conoscenza del tunnel, decide di entrarvi di persona. Si ritroverà poco dopo nel mezzo di una grande sala in cui ogni personaggio ha il suo volto e può esprimersi con la sola parola "Malkovich". Una scena esilarante e inquietante di uno dei film più originali dell'intero decennio preso in considerazione.

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Essere John Malkovich: un doppio John Malkovich in una celebre scena del film
Essere John Malkovich: un doppio John Malkovich in una celebre scena del film

43. Tutti pazzi per Mary

La scena scelta in questo caso, a differenza della precedente, non ha proprio nulla di inquietante. Di sicuro però è esilarante e rappresenta uno dei momenti più popolari in assoluto della commedia USA degli anni Novanta. Per allentare la tensione dell'appuntamento con la bellissima Cameron Diaz, Ben Stiller decide di masturbarsi in bagno prima dell'arrivo della ragazza. Peccato però che una volta consumato l'atto, il nostro non riesca più a capire dove sia finito lo sperma. Quando poco dopo la Diaz bussa alla porta e lui va ad aprirle, lei scambia lo sperma di Stiller per qualcos'altro: "Che cos'è quello? Sull'orecchio sinistro... è gel per capelli! Bene, io l'ho finito!". La ragazza decide così di fare uso dell'atipico "gel" per modificare la propria acconciatura e il suo improbabile ciuffo è divenuto fin da subito una vera e propria immagine di culto. Tutti pazzi per Mary offre diverse altre scene particolarmente spassose e rappresenta con Scemo e più scemo la vetta della comicità dei fratelli Farrelly, i quali con i film successivi non sono più riusciti a raggiungere gli stessi livelli.

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42. Mission: Impossible

Dalla commedia passiamo ora al cinema d'azione. Se si pensa a dei momenti cult in questo contesto, non si può non far riferimento a Mission: Impossible, il primo episodio diretto da Brian De Palma del franchise di successo sull'agente segreto Ethan Hunt. Per quanto la sceneggiatura non sia esente da qualche forzatura o passaggio poco convincente, le sequenze ad alta tensione e piene di suspense all'epoca colpirono nel segno e sono ancora oggi un piacere da vedere. La nostra scelta cade sulla scena piuttosto lunga in cui la squadra capitanata da Cruise si introduce nella sede della CIA per rubare dal computer centrale la lista degli agenti sotto copertura. De Palma qui è magistrale nel costruire un'atmosfera di tensione costante, che culmina con la goccia di sudore raccolta da Cruise con il palmo della mano e la caduta del coltello di Jean Reno sul tavolo del computer.

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Mission: Impossible, Tom Cruise in un momento di tensione del film
Mission: Impossible, Tom Cruise in un momento di tensione del film

41. Magnolia

A soli 29 anni, nel 1999 Paul Thomas Anderson ha realizzato un potente e ambizioso affresco corale che riflette sulla vita, la morte e l'amore con una grazia e una forza espressiva fuori dal comune. Gli avvenimenti che accadono in ventiquattro tumultuose ore portano i tormentati protagonisti a fare i conti con il proprio passato in quanto, come si dice in due occasioni durante il film, "possiamo chiudere con il passato, ma il passato non chiude con noi". Ad Anderson tre tesissime ore di narrazione bastano appena per rappresentare un mondo in cui dominano forti emozioni, sofferenze indicibili e forse, alla fine, inaspettate redenzioni. Tra le numerose sequenze memorabili, la scena entrata nell'immaginario collettivo è senza dubbio quella della pioggia delle rane, che giunge quando le molteplici linee narrative hanno raggiunto il loro climax. Anche chi non ha mai visto il capolavoro di Anderson avrà in qualche modo sentito parlare di questa scena.

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Magnolia: Jeremy Blackman guarda le rane che piovono dal cielo
Magnolia: Jeremy Blackman guarda le rane che piovono dal cielo

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