Recensione Fantasmi da marte (2001)

Difficile trovare qualcosa di veramente originale in questo Fantasmi da marte: temi, ambientazioni, atmosfere non sono altro che una contaminazione di idee già viste in molti altri film.

Roba da Marte!

Difficile trovare qualcosa di veramente originale in questo Fantasmi da marte: temi, ambientazioni, atmosfere non sono altro che una contaminazione di idee già viste in molti altri film. Non che John Carpenter abbia bisogno di un plot originale per fare di un film un cult, ma mancando sia la tensione che la sottile ironia che solitamente caratterizzano i suoi film, forse un pizzico di novità in più avrebbe potuto salvare questo film dal limbo dei presto dimenticati.
Ma dirigere un film che potesse contenere un minimo di profondità non era proprio nelle intenzioni del regista, è evidente fin dall'inizio che il suo scopo fosse quello di creare un B-Movie a tutti gli effetti, con molta azione, poco cervello e tanto splatter.

Il voler impressionare a tutti i costi sembra essere alla base dell'intero film ed è per questo che abbondano teste mozzate e arti tagliati da affilatissimi (?) piatti e altre armi rudimentali, e che i "cattivi" sono rappresentati da un esercito di rozzi umanoidi che presentano sul loro corpo i più fantasiosi e bizzarri piercing che si siano mai visti: si va da mani tagliate e legate intorno al petto a mò di reggiseno fino a maschere e scalpi delle vittime indossate per trofeo. Raccapricciante? Probabilmente all'inizio, dopo la sorpresa iniziale al massimo sembra di essere capitati ad un concerto di Marilyn Manson.

Ma il vero difetto di questo film è la quasi totale mancanza di tensione: non ci sono spaventi, non ci sono momenti di pathos; il tutto scorre via come se nulla fosse, e se anche si può essere divertiti da questo continuo "scappa/colpisci/spara/ricarica" viene comunque da chiedersi dove effettivamente sia la mano di un autore come Carpenter. Perfino le musiche, solitamente composte dal regista stesso e da sempre uno dei punti di forza delle sue opere, non hanno lo stesso fascino dei film precedenti e la scelta di alternare i suoi componimenti con brani "hard rock", tra l'altro poco ispirati, ad opera di Anthrax e Steve Vai, non si dimostra del tutto felice.

Altra scelte poco ispirate sono quelle relative al cast. Prendere l'ex rapper Ice Cube per una parte potenzialmente complessa come quella di Desolation Williams vuol dire già partire con il piede sbagliato e infatti la profondità che riesce a conferire al suo personaggio è praticamente nulla. Pam Grier, recentemente tornata in auge con Mars Attacks! e soprattutto in Jackie Brown, è poco credibile nella parte del capitano della squadra e il Jason Statham rivelazione dei film Lock & Stock - pazzi scatenati e Snatch - lo strappo è francamente sprecato e fuori parte in un film del genere.
Una piacevole sorpresa, e in fin dei conti l'unica, è data da Natasha Henstridge che, svestiti i (pochi) panni della bellissima e letale aliena di Specie mortale, dimostra di saper bene gestire i suoi spazi e di cavarsela bene sia nelle scene d'azione pura che in quelle più "drammatiche". Una piacevole sorpresa, dicevamo, soprattutto se consideriamo che viene da un film in cui nulla effettivamente va per il verso giusto.

Movieplayer.it

2.0/5