Recensione Voyez comme ils dansent (2011)

Quello che Claude Miller mette in scena è in un viaggio nel dolore di due donne, nella loro resa all'incapacità di amare l'uomo che hanno perso, e nella loro disperata ricerca di risposte.

La brace sotto il gelo

Lise, regista francese, attraversa il Canada da una costa all'altra a bordo del treno Canadian. La motivazione ufficiale è quella di girare un documentario a bordo del convoglio, molto noto nel paese; di fatto, la donna intraprende il viaggio per cercare di mettere ordine nei suoi pensieri, dopo il trauma e la confusione seguiti alla separazione dal marito Vic, celebre artista e funambolo, e alla successiva, misteriosa scomparsa di lui. Quando il crollo di un albero blocca il treno vicino a una cittadina della provincia canadese, Lise prende la decisione di cercare la donna che è stata l'ultima compagna di suo marito: Alexandra è un medico che vive nel paesino immerso nella neve, e che forse è a conoscenza di qualche dettaglio in più sulla scomparsa di Vic. In attesa della ripartenza del treno, che resterà bloccato per 48 ore, le due donne iniziano una singolare convivenza, carica di tensione, ripercorrendo i momenti passati da entrambe accanto all'uomo, e cercando di capire un po' di più su quest'ultimo e sui lati della sua personalità che ognuna delle due ignora.

E' solo apparentemente un film freddo, raggelato come il paesaggio che gli fa da sfondo, questo Voyez comme ils dansent: un setting che simboleggia la facciata, la maschera indossata tanto da Marina Hands quanto da Maya Sansa per difendersi da un destino apparentemente avverso, incomprensibile per entrambe, che ha sottratto loro la persona amata facendo capir loro, contemporaneamente, di non averla mai conosciuta realmente. L'incomprensibile mal di vivere, l'inquietudine e il tormento nell'animo di un artista che volteggiava, letteralmente, tra il palcoscenico e la vita, incapace alla fine di separare i due ambiti e dilaniato dalla necessità di indossare lui stesso più di una maschera, al punto di non riuscire più a riconoscere il suo stesso volto. L'autentico, straordinario funambolo James Thiérrée, figlio di Victoria Chaplin, presta il volto e il corpo a quest'uomo la cui identità si è frantumata come in un prisma, in una serie di flashback che lo ritraggono sul palcoscenico e nei diversi frammenti della sua vita accanto alle due donne; istantanee di un disagio oscuro, che il film sceglie di trasmettere per immagini piuttosto che tentare di spiegarlo con gli strumenti della razionalità.
Quello che Claude Miller, regista dalla trentennale carriera e allievo di Francois Truffaut, mette in scena, è in effetti un viaggio nel dolore di due donne, nella loro resa all'incapacità di amare l'uomo che hanno perso, e nella loro disperata ricerca di risposte. Viaggio reale, oltre che metaforico, nel caso di Lise, che forse è salita sul Canadian proprio con l'inespresso, nebuloso desiderio di incontrare la donna che le ha sottratto il marito; viaggio nella memoria, antica e recente, rappresentata in continui flashback che si muovono disinvoltamente nel corso degli anni, e nei diversi momenti del rapporto tra Vic (che per Alex si chiama Clement) e le due donne; viaggio ricostruito anche attraverso i filmati rinvenuti nella casa che l'artista si era costruito tra le montagne, documentazione dei suoi ultimi momenti ed estremo tentativo, per Lise, di cercare di penetrare il suo male oscuro, quello che l'ha risucchiato facendolo infine scomparire. In tutto questo, la scenografia e i paesaggi innevati sono parte integrante della vicenda, simbolo della fredda scorza indossata dalle due donne, ma anche dell'impassibilità e dell'ineluttabilità di un destino forse segnato dall'inizio, per Vic/Clement come per le sue due compagne. Ma, se il pianto finale di Alex segna forse la catarsi, e la caduta definitiva di quella maschera indossata dalla donna, l'avvicinamento con Lise può forse rappresentare un nuovo inizio per entrambe, che nasce proprio dall'elaborazione del dolore. Un po' di quella neve, infine, si è sciolta, e il Canadian può ripartire: con esso, il viaggio di queste due donne il cui incontro si è rivelato alla fine prezioso.

Movieplayer.it

3.0/5